Lungi da me tediarvi con cose di poco conto, ma siccome mi sento personalmente offeso, nonché un poco triste, volevo rendervi partecipi della sventura capitatami stamane.
NICHI VENDOLA MI HA BLOCCATO SU FACEBOOK!!!
Il che potrebbe trovare giustificazione nel fatto che è da due tre mesetti che di tanto in tanto gli commento ogni post e, anche qualora discernessero di popcorn o ciclismo, i miei commenti sono tutti del tipo:
“Dai Nichi, dimettiti, le intercettazioni sull’Ilva sono un chiaro tentativo di distruzione di quella catena del rispetto che dovrebbe legare il buon amministratore al cittadino”.
Oppure gli ricordo che di figuracce ne ha già fatte in passato, o che ha poco da sbeffeggiare Renzi con toni arroganti come se avesse più voti di lui (e credo che non ne abbia nemmeno un decimo).
Avrei voluto tenere questa faccenda tra me e lui e mandargli un messaggio privato, o scrivergli in bacheca.
Ma mi è impossibile e quindi gli faccio un appello qui, sperando che legga:
Nichi, anche se abbiamo idee opposte io mantengo sempre quel rispetto di non prendere in giro né aspetto fisico, né orientamento sessuale, né fedi religiose. [E SPECIALMENTE NON BLOCCO NESSUNO E A MAGGIOR RAGIONE NON LO FAREI SE FOSSI UN GOVERNATORE DI REGIONE E CAPOPARTITO]. Solo le idee e le sventure della vita sono motivo per me di scontro.
Presumo anche di non aver mai scritto parolacce. Ergo, tu o il tuo staff (perché spero sia colpa di questo tuo antidemocratico staff la mia impossibilità a partecipare al civile scontro dialettico che è il pepe della democrazia) potreste sbloccarmi.
Giuro che non sono un grillino o un fascista qualsiasi, che scrive offese o minacce. E il web può dimostrarlo.
Quindi, visto che con l’Ilva non ci sono stati procedimenti penali ma ritengo che, soprattutto se uno ha scritto “ECOLOGIA” nel nome del suo partito, io possa scriverti che secondo me devi dimetterti, sbloccami e permettimi di tornare a scrivere che devi dimetterti.
Grazie.