RevolartKlimt – Alle origini di un mito: la mostra

Testo di — CLAUDIA FRANGIAMORE   Dopo Rodin, Warhol, Pollock e Gli Irascibili ed altri ancora, arriva anche la recensione dell’attesissima mostra-evento per il 150esimo anniversario della nascita ...

Testo di — CLAUDIA FRANGIAMORE

Dopo Rodin, Warhol, Pollock e Gli Irascibili ed altri ancora, arriva anche la recensione dell’attesissima mostra-evento per il 150esimo anniversario della nascita dell’artista austriaco Gustav Klimt, inaugurata il 12 marzo al Palazzo Reale di Milano.
Le opere del massimo esponente dell’Art Nouveau e protagonista indiscusso della Secessione viennese sono da pochi giorni accessibili allo spazio espositivo più famoso d’Italia e resteranno in mostra per quattro mesi ( fino al 13 luglio 2014).

L’esposizione, intitolata Klimt – Alle origini di un mito, è stata allestita dal Comune di Milano in collaborazione con 24Ore Cultura – Gruppo 24Ore e Arthemisia Group, rivelandosi una riuscita partnership tra pubblico e privato. Venti i dipinti esposti, di cui alcuni ormai entrati nell’immaginario collettivo come inimitabili capolavori di quello che, in Italia, è denominato stile Liberty. Potrebbero sembrar pochi, ma se pensiamo che, dell’intera opera pittorica klimtiana, nel mondo vi siano solamente un centinaio di oli in circolazione, appare chiaro che la collezione temporanea di Milano sia in realtà un’ottima occasione per approfondire la figura del Maestro.

Più che una vera e propria mostra su Gustav Klimt, quella al Palazzo Reale sembra più una sorta di itinerario sulla formazione artistica del pittore austriaco che, nel 1881, insieme al fratello Ernst Klimt ed a Franz Matsch (artista già molto conosciuto e ricercato), costituì la cosiddetta Compagnia degli Artisti, o Künstler-Compagnie, diventando il principale punto di riferimento sulla scena pittorica di Vienna, per più di un decennio.

In un primo momento, l’itinerario si sofferma sulla vita familiare di Klimt, incluso il suo profondo legame con i fratelli e, in particolare, con le sorelle Klara e Hermine, alle quali dedicò anche un dipinto, risalente al 1882, che le vede posare insieme. Il talento innato dell’artista, in questo periodo giovanile, viene forgiato e perfezionato grazie alle lezioni che comincia a seguire presso la Scuola di Arti e Mestieri del Museo Austriaco per l’Arte e l’Industria, con sede proprio a Vienna.  Disegni preparatori e studi sulla figura umana sono le principali produzioni artistiche del Klimt ventenne, interessanti perché lasciavano intuire che egli sarebbe diventato il principale erede dell’opera di Hans Makart, pittore austriaco all’epoca molto famoso per aver lavorato alla corte dell’imperatore fino alla morte.

Ciò, ovviamente, prima che dalla mano di Klimt emergesse un’impronta personale ed indiscutibilmente originale per le tendenze del suo tempo; nella sua Arte sarà infatti rilevante non la mera rappresentazione della realtà, bensì la sua evocazione simbolica, l’introspezione, l’inconscio demistificato.

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