A dicembre il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi aveva lanciato le primarie nel centrodestra per trovare il nuovo candidato a sindaco di Milano per il 2016. Fu la prima mossa per raccontare alla cittadinanza, come a Silvio Berlusconi o a Lega Nord di Matteo Salvini, che il gruppo di Comunione e Liberazione aveva messo in moto la macchina per riprendersi una città finita nelle mani del centrosinistra. Dal quartiere Baggio fino al Duomo è risaputo che è proprio Maurizio Lupi il nome su cui una parte della classe dirigente meneghina vuole puntare per «cancellare» gli anni di amministrazione di Giuliano Pisapia. Peccato, però, che a problemi si aggiungano ogni mese altri problemi. Non c’è solo la spaccatura sempre più evidente dentro Cl, dilaniata dagli scandali sulla regione Lombardia di Roberto Formigoni. Ora non c’è più neppure Nuovo Centrodestra, il partito del ministro dei Trasporti. Il partito fondato dal vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, infatti, non ha più un gruppo a Palazzo Marino.
Scomparso, svanito, mescolato in un gruppo misto dai tratti sempre più indefiniti. Il consigliere Matteo Forte ha deciso di lasciare la truppa di Formigoni, Alfano e Lupi, per aderire a Popolari per l’Italia di Mario Mauro, ex ministro della Difesa. Lo ha fatto durante una conferenza stampa con lo stesso Mauro. «La mia decisione di aderire ai Popolari per l’Italia non è in polemica con nessuno, ma è un invito perché quanti si riconoscono nella tradizione dei partiti popolari europei si adoperino per realizzare, già dalle prossime elezioni euopee, una lista unica che sia preludio ad una proposta politica più articolata» ha scritto su Facebook. Il numero minimo per avere un gruppo a palazzo Marino è di tre componenti. Forte ne ha lasciati due, Marcovalerio Bove e Carmine Abagnale: confluiranno tutti nel gruppo misto insieme con altri due di Fratelli d’Italia. La triplice scissione dell’atomo forma il secondo gruppo di opposizione più rilevante in consiglio comunale. Il primo è Forza Italia con 7 consiglieri.