Portineria MilanoIl Csm non insabbia. Ora Bruti Liberati rischia il posto (e un processo)

Nessun insabbiamento a palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio Superiore della Magistratura, sul caso che ha diviso la procura di Milano in questi mesi, tra il capo Edmondo Bruti Liberati e il ...

Nessun insabbiamento a palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio Superiore della Magistratura, sul caso che ha diviso la procura di Milano in questi mesi, tra il capo Edmondo Bruti Liberati e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Le accuse mosse da Robledo vengono in pratica accolte e gli atti vengono inviati alla quinta commissione competente per gli incarichi direttivi. I togati della quinta potrebbero tenerne conto per le prossime riconferme sia di Bruti Liberati in scadenza a luglio, sia di Robledo, che invece va in scadenza nel 2015. Non solo. Potrebbe persino aprirsi un processo disciplinare a carico del numero uno della procura milanese, nel caso in cui la sezione competente dovesse ritenerlo oppurtuno. A questo punto la posizione dello storico leader di Magistratura Democratica vacilla, con la possibilità già da settembre di avere un nuovo Capo al Palazzaccio.

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In attesa delle decisioni della prima commissione competente per i trasferimenti per incompatibilità prevista per lunedì 9 giugno (si va verso l’archiviazione? ndr), la settima commissione del Csm, competente per il funzionamento delle procure, ha approvato, con tre voti favorevoli, due astensioni e un voto contrario, la proposta della presidente e relatrice della pratica, Giuseppina Casella. Dopo una lunga e ampia discussione, la proposta è stata approvata con i voti favorevoli della stessa relatrice Casella, e dei consiglieri laici di centrodestra Annibale Marini e Niccolò Zanon. Si sono astenuti Vittorio Borraccetti (Area) e Alberto Liguori (Unicost) e hanno votato contro il togato di Mi Antonello Racanelli. Gli atti atti relativi al caso Robledo-Bruti Liberati ora vengono traferiti ai titolari dell’azione disciplinare, appunto il Pg della Cassazione e il ministro della Giustizia.

La relazione – una sorta di mediazione tra il «principi di dovere del capo» e i «rilievi» mossi da Robledo – ora dovrà essere votata dal plenum (con tutta probabilità il 18 giugno si riunirà l’assemblea plenaria ndr), ma di fatto ha già un effetto. Le questioni di natura disciplinare a carico di Bruti Liberati, relativi ai vari casi segnalati al consiglio tra cui il fascicolo dell’inchiesta Sea-Gamberale “dimenticato” in cassaforte Sea e Ruby assegnata a capo della Dda Ilda Boccassini, ora possono rappresentare un «segnale forte» per il funzionamento della procura di Milano. E anche Robledo potrebbe subirne le conseguenze perché accusato di rivelazione di atti coperti da segreto sull’inchiesta Expo, dopo la seconda tornata di arresti nell’indagine che ha travolto l’esposizione universale. 

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Nel frattempo il sito Giustiziami.it segnala che Bruti Liberati ha inviato in queste ore «una circolare a tutti i pm, annunciando la nascita dell’Area Omogenea Expo “cui sono attribuite tutte le indagini che, a vario titolo, concernono direttamente o indirettamente l’evento. Appare necessario e urgente istituirla” – spiega – “in modo tale da assicurare efficace e pieno coordinamento dei procedimenti pendenti presso i diversi Dipartimenti di questa Procura».  «E cosa significa “Area Omogenea Expo”?» si domanda il sito che segue le inchieste della procura di Milano. «Dalla lettura del documento si capisce bene cosa non vuole essere. Non è la creazione di un pool di pubblici ministeri che si occupano del tema perché non è opportuno prevedere un organico proprio per l’Area Omogenea Expo. Un’altra cosa che si capisce bene è che Bruti rivendica con piglio deciso i suoi poteri in questo ambito. Eccoli, come li scolpisce nella circolare: ”Il Procuratore della Repubblica riserva a se stesso il coordinamento dell’Area Omogenea Expo». L’ultimo atto prima dell’addio?

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