Ci sono beffe e beffe e, dopo una partita incolore di una nazionale incolore e castigata dalle tante variabili impazzite del calcio, c’è da chiedersi se c’è qualcuno che oltre alla beffa rischia anche il “danno”. Non deve essere un momento facile infatti per il team di professionisti che ha scelto una campagna di comunicazione che, per promuovere il nuovo brand Illumia, ha puntato tutto sul testimonial Prandelli e su un periodo di pianificazione a cavallo dei mondiali. Il risultato? Difficile da quantificare, evidentemente ci sono pro e contro, certo è che vedere il ct della nazionale “pianificato” sul sito dell’ansa e dei tanti altri siti web accanto alle notizie dell’eliminazione degli azzurri e delle sue dimissioni da tecnico della nazionale crea un effetto perlomeno distorsivo nei milioni di consumatori Italiani nonché allenatori della nazionale … Già, quale consumatori? Quelli di Illumia o quelli di notizie sugli azzurri? Non collimano? Non sono forse gli stessi secondo la strategia di comunicazione dell’azienda ed il relativo planning?
Prandelli dunque al centro della campagna Illumia in attesa evidentemente che facesse centro, ma oggi? E’ ancora portatore di credibilità e popolarità non inflazionata? Nell’era del just in time del digital marketing e dei social, non è evidentemente possibile inserire la retromarcia su una scelta così precisa; ma è forse possibile prevedere una soluzione B in termini di proposizione di contenuti? Era possibile e sarebbe stata una scelta eticamente corretta e premiante per Illumia prevedere un soggetto senza il testimonial Prandelli o addirittura con un secondo testimonial? …… CONTINUA A LEGGERE SU BEHIND REPUTATION