Così è…se traspare. Storie di finanza e (mancanza di) trasparenzaFederica Mogherini e la politica estera della Chicco

“E’ brava, è giovane ed è donna”. Con queste parole Matteo Renzi si è arroccato nella difesa della candidatura della giovane ministra degli esteri al posto di responsabile europea degli affari este...

“E’ brava, è giovane ed è donna”. Con queste parole Matteo Renzi si è arroccato nella difesa della candidatura della giovane ministra degli esteri al posto di responsabile europea degli affari esteri e della sicurezza. Che sia giovane e donna è evidente e credibile. Della bravura non c’è traccia, almeno a cercare sulla rete. Pare che sia sbocciata in parlamento nel 2008, prima di lei non c’è traccia. C’è invece evidenza, oggi, del fatto che questa giovane donna sia inadatta non solo a guidare la politica estera dell’Europa, ma anche quella dell’idea. E’ il primo grande abbaglio di Matteo Renzi, e il “rispetto per l’Italia” che ha richiesto identificando la Mogherini con l’Italia è diventato un boomerang.

Sulla rete tutto quello che sono stato in grado di trovare a proposito di Federica Mogherini è una laurea con massimo dei voti e lode in scienze politiche con una tesi su islam e politica. Poi pare che abbia frequentato assiduamente una sede PD (Ponte Milvio?) ma questo non penso rientri nel CV: almeno, nessuna domanda che abbia mai ricevuto l’ha contenuto, nemmeno tra gli hobby. Altra informazione: è una classe 1973.

Classe 1973 e laurea in scienze politiche. Ottima annata e buon corso di laurea. Che l’annata sia ottima, soprattutto per le giovani donne, posso testimoniarlo personalmente. Le mie due prime laureate sono di quegli anni. Si sono laureate in economia e statistica con lode, hanno cominciato subito a lavorare e oggi sono brillanti esperte di risk management in due importanti banche italiane. Certo, non si sentirebbero all’altezza di dirigere un ministero di loro competenza, come quello dell’economia, nonostante la loro esperienza più che decennale. Anche la laurea in scienze politiche non è poi male. Anch’io sono laureato in scienze politiche, con lode, con Mario Draghi. Però, pur non essendo né giovane né donna avrei una certa paura a mettere le mani sul Ministero dell’Economia. E’ vero che viste le feroci polemiche passate scatenate su questo blog, il Ministero ricambierebbe la paura, e forse rilancerebbe. Fatto sta che chi il lavoro lo conosce, si rende conto delle dimensioni e della delicatezza di incarichi di questo livello.

Assumiamo che la nostra brillante ministra si sia laureata brillantemente in corso, intorno al 1996. Che cosa ha fatto fino al 2008, quando è comparsa in Parlamento? Se intervistate un candidato non chiedete cosa ha fatto anche in un solo anno che nella sua esperienza lavorativa risulti vuoto? E se dovete sostenere voi un colloquio di lavoro, non vi premurate di giustificare i “buchi” nel vostro CV? E’ una giovane donna, e ha avuto figli, ma anche le mie due giovani donne ne hanno avuti due ciascuna, e ciò nonostante, loro hanno un CV. Cos’ha fatto la dottoressa Mogherini dalla sua laurea alla sua elezione? Probabilmente nulla che sia lecito scrivere in un CV. Certo è che se avesse fatto qualcosa, lo sapremmo, in un momento politico in cui la modestia, in conto proprio e verso terzi, non è la virtù più praticata.

E’ successo così che Federica Mogherini è il primo fallimento rilevante di Matteo Renzi, e non solo per inesperienza. L’ha rilevato l’Economist, che, pur senza calcare la mano sulla sua scarsa esperienza, ricorda l’opposizione dei paesi che la ritengono filo-russa e chiosa: “It did not help that she visited Moscow just before the summit and talked up the Kremlin-backed Soth Stream pipeline”. Ma questo errore del fare è niente rispetto a quelli del non fare, che Federica Mogherini continua a inanellare. L’Economist le attribuisce la responsabilità oggettiva dello stallo della politica estera europea. “The Mogherini row made it inevitable that the whole package would need to be agreed at the same time, so that all could be satisfied”. Se vi chiedete cosa c’entri la Mogherini, mettetevi nei suoi panni. Consentireste a qualcuno di usare il vostro nome per bloccare la politica estera europea per un mese, e per un mese di questa importanza? Non lo fareste. Sareste voi a chiamare Renzi e a dirgli: “Matteo smettila”. Federica Mogherini non l’ha fatto. Sta buona buona in un cantuccio in attesa che il babbo le trovi un buon posto.

E che dire di quello che Federica Mogherini non fa in questi giorni? Abbiamo una nostra regione, la regione delle badanti, sconvolta da una guerra. Le badanti dei nostri vecchi ci raccontano cose che la televisione non ci dice e numeri di morti, che i loro mariti le riportano per telefono ogni sera, spropositate rispetto a quelle che la televisione ci riporta. E noi non sappiamo se credere alle nostre badanti o alla nostra informazione. Anche se non sentiamo le badanti come parte delle nostre famiglie, ora ci sono anche i morti di un aereo abbattuto, che portava noi europei in vacanza, noi europei a conferenze e congressi. E oggi, nel XXI secolo, questi morti sono trattenuti senza neppure la pietà che abbiamo imparato leggendo delle lacrime di Achille di fronte a Priamo. Qualunque cosa si possa dire su chi li ha trasformati da vivi in morti, non c’è dubbio che questo comportamento verso questi morti è da addebitare filo-russi. Ora, se voi foste un ministro è accusato di essere filo-russo e che nega di esserlo, non interverreste, alzando la voce voi per primi?. In questo modo avreste allo stesso tempo segnalato di essere in grado di tenere a bada i russi, invece che fare loro il filo, e di avere l’autorità da mettere in campo a favore l’Europa. Sarebbe stato logico farlo, ma Federica Mogherini non l’ha fatto. Perché è giovane, è donna, ma è tutt’altro che brava.

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