Oggi sono arrivate le mie scatole di libri, abiti, cd, frammenti di vita da Londra. Una giornata di sole estivo, quasi mediterraneo sopra Lussemburgo, le sue valli profonde e le foreste rigogliose, quella reminiscenza di un’Europa che era unita, ma perche’ impenetrabile, coperta da boschi e da macchie senza respiro. Oggi, strade veloci, rotaie affilate collegano l’ognidove con il tuttoaltro, ma, pure in questa accelerazione e connessione estrema, rimango una monade, non diventero’ mai uno con il resto. Perche’ le scatole che ho davanti raccontano altro, raccontano di una persona, di un’anima che magari non scintilla e non aggrega, ma che ha la sua combinazione segreta per il mondo, per il suo mondo. Le scatole che ti porti dietro raccontano chi sei, dice un amico nuovo. Prende alcuni libri da una pila che ho appoggiato su uno scaffale al lavoro, e mi giustifico, ‘non ho solo libri di finanza’. E lui risponde ‘e per fortuna, Cosimo. Per fortuna’ Si, per fortuna o per destino, per sorte o per disegno causale, quello che uno e’ non e’ definito da quello che fa di lavoro, ma, forse e’ vero il contrario, quello che uno e’ parte da quello che uno ammira ed ama. Dalle parole che ama leggere e da quelle che ama lasciare, tramandare. Come nella politica, non conta sapere a memoria i nomi di tutti i politici, non conta sapere i pettegolezzi, ma conta quello a cui si tiene. Sorpresa, anche nella finanza, anche nel mondo del ritorno sul capitale investito ponderato, anche nella speranzosa conurbazione del rischio da evitare, quello che conta e’ quello che sei, come risolvi i problemi o come sorridi di fronte all’ennesima difficolta’, come cerchi un motivo per riappassionarti alle sfide, agli incontri che durano ore. Quello che conta e’ che ci sia una scatola, che ci siano le memorie a cui attingere , che ci siano le parole, le flemmatiche espressioni che ognuno si ritrova addosso quando meno se lo aspetta. Come una libellula sfuggita dal bosco, le ali di una perfezione infinitesimale e pseudodivina, quella forma di particolare che ti fa temere per un attimo che ci sia davvero un altroquando in qui tutto e’ giusto, perfetto ed equanime. Quando le scatole, allineate sul parquet della mansarda, appena sfiorate dalla luce del tramonto mitteleuropeo, raccontano tutta un’altra storia, un’altra epopea. Ogni parola che leggiamo, ogni memoria di un passo avanti nella propria coscienza sono un sacrificio fatto da altri, dai genitori, dai nonni, da tutti quelli che ci hanno permesso di accumulare parole, pagine, libri, idee, senza preoccuparci di sopravvivere, senza la paura di essere dilaniati o torturati, vilipesi, uccisi. Ogni libro che tiro fuori dalle scatole, fra i disegni delle bambine ed una foto di un amico che ritrae in bianco e nero un panorama di casa, un torrente con case che sembrano castelli come quelli che adornano la valle della Petrusse e della Mosella, diventa una preghiera laica. La vita e’ un’inchiesta, una raccolta ordinata o forsennata di tutti quei gesti, di quelle parole che ci fanno sentire ogni giorno migliori. Od inadatti al miracolo che abbiamo e che condividiamo con gli altri. Per quello, onore alle biblioteche, che sono scatole di memorie dell’umanita’, onore a chi ogni giorno crede che la parola sia la risposta, che il verbo magari non sia presso Dio, ma che sia quella forma di eternita’ corrente, spicciola che ci e’ stata garantita. Le scatole ora sono inondate da una luce calda, arancione, dall’occhio di un Sauron estivo e gentile. Come la musica di Robyn Hitchock del suo disco ‘Eye’, per l’appunto.
‘Chiedimi quello che vuoi, ma non chiedermi quello che non voglio dirti. Per quello, prenditi un libro a caso dai miei scaffali. Sicuramente c’e’ qualche segreto mio dentro le parole, fra le righe’ K.J. Okker
SOUNDTRACK
Robyn Hitchock – Sweet Ghost of Light
https://www.youtube.com/watch?v=YyXE3pPgy1s
Howler – Indictment
Dedicata agli amici de Linkiesta, a Marco, ad Isabella, ad Andrea ed anche a quelli che hanno preso altre strade, come due Jacopi e come Fabrizio. Che alla fine, se riesco ad essere ogni giorno un po’ migliore lo devo anche a questo spazio, che mi hanno concesso e che spero rimanga aperto a lungo. Linkiesta e’ ormai una scatola di memorie di cui non posso fare a meno.