La City dei TartariLa No-Estate del 2014 (e gli occhiali specchiati)

  'Non negarti, non essermi avara di te, estate-luce che mi celebri materia e materia quasi mi sopprimi nella tua trasparentissima fornace.' Mario Luzi da "Lasciami non trattenermi"   E' un'estate ...

‘Non negarti, non essermi

avara di te, estate-luce

che mi celebri

materia e materia quasi mi sopprimi

nella tua trasparentissima fornace.’

Mario Luzi da “Lasciami non trattenermi”

E’ un’estate di luce obliqua, questa del 2014, che sembra quasi faticare ad entrare dalle finestre, una stagione da dopoguerra di sconfitta, da strascichi di battaglie farlocche ed inventate, ma che dobbiamo continuare a combattere. Lo ha detto bene il Santo Padre, il quale sta entrando dentro questo decennio difficile come un’icona di realismo, un’immagine sorretta e portata in corteo. Perche’ non tutto e’ perduto e non tutto e’ ne’ impugnabile, ne’ utilizzabile come collaterale presso le banche centrali.

La Grande Crisi finanziaria del 2007 ha sicuramente distrutto questa apparenza di correlazioni giuste ed eterne, ed ora anche il clima si adegua, si spostano gli anticicloni ed aumenta l’incertezza, si concretizza nelle guerriglie urbane, dove si mescolano le immagini di Ferguson con quelle dei giovani arabi, con un sommovimento indie e sotterraneo di persone, idee, il quale sta uscendo fuori, allo scoperto. La grande rivoluzione globale non e’ mai stata cosi’ vicina, ma e’ una sommossa con diecimila, centomila teste, con talmente tante agende come mai la Quo Vadis ne potrebbe produrre. In fondo, alla base di tutto, esiste come sempre un desiderio di avvicendimento, di ricambio generazionale, sociale, ai vertici del sistema, che sia quello politico che sia quello economico. Non e’ un caso che in questa estate anomala si sentano voci di baby startuppers candidati alle elezioni in Nuova Zelanda, di altre piccole rivoluzioni dove sta arrivando al potere la prima generazione che e’ cresciuta con la tecnologia in rapida espansione, con la musica hip hop e non con i Commodores come Obama.

Sono finite le connessioni storiche, le sante alleanze ed in fondo si sciolgono anche i misteri, le trame. Da qualche parte si dovra’ pur accendere qualche speranza, dovremo pur fare affidamento a qualcuno, a qualcosa. Ed allora, che siano le mani, gli occhi, quello che vediamo e sentiamo, nel cammino sempre piu’ tortuoso fra sentimenti religiosi talmente forti da cancellare l’evidenza di ogni umanita’, alle scorribande inutili e smargiasse di politici in carrozza.

La Non Estate del 201x, quella di angeli che cadono a pioggia, delle malattie epocali, dei nomadismi disperati e delle sconfitte di un modello economico travestite in lunghissime agonie. Cospirazioni e pauperismi, note acide e name dropping, quella abitudine per la quale le persone ti dicono non come stanno, ma dove sono, che sono a casa di un amico gallerista, che conosce Lady Gaga. E Sarchiapone, e forse anche Cacasenno. Allora, dimmelo, amico, amica, come stai. Da qualche parte, fuori dai discorsi ufficiali, dalle menzioni e dai retweet, dimmelo come stai, come ti senti, cosa ti e’ accaduto oggi, anche una cosa banale, dimmi come pensi riuscirai a compiere il tuo lavoro, nonostante la fatica, nonostante il dover giustificare ai tuoi figli le immagini di morte, devastazione, le sei pallottole conficcate nel corpo di un ragazzo solo un attimo fuori registro, non certo un criminale. Come le tre pallottole dello Straniero di Camus, quella agonizzante abbondanza di logica ferrea che siamo tutti qui per un caso incredibile e quindi l’umanita’ dell’uomo moderno, senza storie, e’ pura barbarie. E senza socialita’, ma solo con un vestito di pauperismo e cospirazionismo, l’uomo diventa un account, un idolo pronto ad essere appeso alle mura di qualche fortezza, un fantoccio, un altro-da-se, che intanto si gode la nostra vita, vive nelle nostre case e, guarda caso, il latte e il caffe’ finiscono sempre.

Invece, da qualche parte, esiste una contrapposizione, esiste il contrappunto, come se nella realta’ ci fosse il doppio tempo della batteria di Steward Copeland, esiste un ritmo diverso, che e’ quello di Don’t Box Me In, che e’ al momento un piccolo esperimento di umanita’ diversa, di progresso che sia ‘proper’, come dicono gli inglesi, a modino, seguendo i passi e le mille traversie che ogni costruzione implica. COntinuiamo a credere ai miracoli nottetempo, come se la vita, come se la societa’, come se i danni di venti, trenta anni, forse di un secolo perso, lacerante e carico di odio e sangue, non avessero lasciato tracce. La madre dei fratelli Rosselli finiva la sua ultima lettera ai figli, che saranno uccisi dai sicari fascisti in Francia, nel 1937, ‘Non dimenticare troppo i lati negativi di certe esperienze’. Perche’ da quella memoria si riparte, si cresce. Tutti abbiamo scoperto il sollievo dopo una corsa folle, il bruciore, appunto, ustionandoci al sole di un agosto ancora selvaggio, afoso e caloroso. Tutti. Bene, Male, Si, No. Le endiadi che cambiano il mondo e le aspettative, aspettative irragionevoli perche’ razionali di un futuro migliore.

Nonostante tutto o, come la madre di Aldo e Carlo Rosselli, Amelia, scrisse, proprio per quelle esperienze negative. Da quello, dalla coscienza che esiste qualcosa che non funziona, che siamo in una guerra totale, come mai prima, che i nostri fratelli minori, i nostri figli, dovranno lottare e combattere in un mondo molto piu’ ostile di quello che abbiamo visto da giovani, un mondo irragionevole e testardo, dove ogni mezza verita’ viene addomesticata e resa scia chimica o grande complotto (ignorando il fatto che viviamo nella complessita’ accelerante di tempi nuovissimi di pacca). Allora, mi riapproprio del desiderio basilare, fondamentale, di un’estate calda. 

“Lo devo confessare, non uso occhiali da sole da dieci anni, specchiati o non. Perche’ chi non tollera il Sole, non tollera l’evidenza. E la realta’ la voglio vedere negli occhi, la voglio coccolare o redarguire. E’ questa volonta’ di cambiare le cose attorno, non attraverso la tecnologia, ma attraverso la caritas, che manca, quel desiderio dei frati amanuensi di copiare volumi fino alla morte, fino alla cecita’, per lasciare ad altri quei tesori, quella caritas delle ricette della nonna, della madre, delle parole prese a prestito dai grandi poeti ed usate per definire le emozioni”

K.J. Okker – L’escoriazione umana

SOUNDTRACK

F’cked Up – Sun Glass

http://youtu.be/94V-XCSQNGQ

Tom Petty and the Heartbreakers – American Dream Plan B

http://youtu.be/wSWJZzoznaY

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