Alzi la mano chi, di fronte a un testo qualsiasi (dall’sms alla mail, dal post su facebook al curriculum vitae), non si sia mai fermato a riflettere (anche solo per un nano secondo) sulla punteggiatura da usare.
Già… perché, mentre il fantastico correttore – che entra in funzione per salvare il nostro italiano anche nella più banale delle ricerche Google – ci salva da doppie sbagliate o parole senza senso, la punteggiatura è tutta responsabilità nostra.
E allora, in questi casi, si aprono i cassetti dei ricordi. «Cos’è che diceva quella mia maestra di prima elementare con il naso bitorzoluto?». «Ah, sì. Il discorso diretto inizia sempre con : “due punti, aperte le virgolette e lettera maiuscola”». «Sempre lei, però, aveva detto anche qualcosa sul punto e virgola». «Oh no, non lo ricordo più».
In soccorso dei nostri (tanti) dubbi è arrivata, di nuovo, Radio3.
“Radio3 – La Lingua Batte” in collaborazione con il Miur e il sostegno diAccademia della Crusca e Asli (Associazione per la Storia della Lingua Italiana), dopo il successo della scorsa edizione, ha organizzato la seconda Giornata proGrammatica lanciando un’ideale maratona tra la radio e le scuole d’Italia per promuovere e valorizzare la nostra lingua in tutti i suoi aspetti.
Il tema scelto quest’anno è stato, appunto, la punteggiatura.
L’intera giornata del palinsesto di Radio3 si è concentrata sull’italiano e la sua grammatica: ogni programma ha raccontato e ospitato, nel corso delle dirette, gli incontri che una decina di testimoni di buona lingua hanno tenuto in qualità di “ambasciatori dell’italiano” nelle classi di alcune scuole.
La #giornataprogrammatica si è svolta, in parallelo, anche su twitter dove l’hashtag è stato utilizzato da numerosi utenti, desiderosi di condividere “sgorbi” grammaticali “da orticaria”.
E allora… quali sono le perle che la (pessima) punteggiatura ci ha regalato?
Errore imperdonabile è mettere la virgola tra soggetto e verbo, tra verbo e complemento oggetto, tra il verbo essere e l’aggettivo. Facile trovare, anche sulle pagine dei quotidiani, frasi che lo contengono.
Errore che, a volte si perdona, ma che in realtà deve essere corretto, è mettere la virgola in fondo a un elenco di parole, tra l’ultima dell’elenco e prima della e di congiunzione. anche in questo caso, sono piene le pagine di virgole che precedono la e.
Brividi per l’errore più comune di tutti. Un po’ si scrive con l’apostrofo e non con l’accento.
E vogliamo parlare delle tante terze persone singolari del verbo essere che perdono (laddove il correttore di word non arrivi a fare il miracolo) il loro accento (è) cedendolo – con conseguente orticaria – all’interrogativo perché?
Sui puntini di sospensione, invece, vige la regola dell’abbondanza. Più sono e meglio è. In realtà, con buona pace dell’italiano, ne bastano solo tre.
Regala perle (orribili) anche l’apostrofo tra articolo e sostantivo maschile. Pelle d’oca per gli articoli indeterminativi maschili un che precedono (ovviamente – e con sommo fastidio per chi legge) sostantivi maschili che iniziano per vocale.
E cosa dire, concludendo prima che il senso di nausea si diffonda in rete, della non consapevolezza di ce n’è, ce ne sono? Due volte su tre, chi scrive (anche sui blog o sul web) tira ai dadi e preferisce affidare l’ubicazione dell’apostrofo alla sorte.
Ben vengano, quindi, giornate come la #giornataprogrammatica.
Giornate così servono a tutti per esprimere opinioni su qual’é un’errore propio infastidente…….