Il pezzo seguente e’ una traduzione di quello pubblicato in inglese per il Russian Council:
http://russiancouncil.ru/en/blogs/ernesto-gallo-giovanni-biava/?id_4=1575
Il prezzo del petrolio e’ in calo e al momento oscilla intorno ai 65-70 dollari al barile. È difficile prevedere se si stabilizzera’ o scendera’ ulteriormente; certo questo declino, accoppiato alla caduta del tasso di cambio del rublo, sta compromettendo la stabilità e la crescita economica della Russia. Quali soluzioni internazionali possono essere trovate – nel medio e lungo periodo? Una potrebbe essere un mercato azionario più grande, magari con base a Francoforte.
Il greggio e’ in calo a causa di una complessa combinazione di fattori: gli USA hanno incrementato la propria produzione di shale; l’economia globale ha di nuovo rallentato; l’Arabia Saudita, il più grande produttore e il peso massimo all’interno dell’OPEC, ha scelto di non tagliare la produzione e quindi di fare un favore agli Stati Uniti. Questa scelta infatti sta avendo un impatto negativo sulla Russia e ancora di più su Iran e Venezuela, due avversari degli USA. La Russia dipende pesantemente da petrolio, gas e altre materie prime, e un calo dei loro prezzi può portare a gravi problemi. Come può recuperare un ruolo nell’economia globale e trovare nuove fonti di capitale?
Una soluzione potrebbe essere un grande mercato finanziario. La Russia ha bisogno di capitali e una grande borsa può contribuire al caso. Ad est, la Cina ha recentemente gettato le basi per un ‘Superborsa’, con il cosiddetto ‘Connect’ tra le borse di Shanghai e Hong Kong; persino Shenzhen potrebbe aggiungersi nel prossimo futuro. Ad ovest, Wall Street e Londra hanno ancora un vantaggio rispetto ai loro concorrenti. Altre borse stanno guadagnando terreno (Toronto, Sydney, le due di Mumbai), mentre quelle della zona euro sono ancora poco sviluppate. Quest’anno c’è stato un gran parlare di fusione tra le borse di Vienna (il cui gruppo include anche Budapest, Lubiana e Praga) e Varsavia, ma la loro capitalizzazione di mercato combinata sarebbe non più di 350 miliardi di euro; ossia, poco piu’ di un terzo di Bovespa (San Paolo). Poche settimane fa la Borsa di Varsavia ha annunciato l’intenzione di sospendere qualsiasi progetto di fusione, e per ora rimarra’ una borsa di dimensioni modeste e locali.
La borsa di Francoforte, per parte sua, si trova in acque solo leggermente migliori. La sua capitalizzazione di mercato (circa 1,7 miliardi di dollari) e’ paragonabile a quella di Mumbai e inferiore a Shenzhen; un risultato deludente per un’istituzione che si trova nel cuore della zona Euro e nel suo hub finanziario designato. Nell’ultimo decennio, la Deutsche Börse di Francoforte ha cercato di fondersi con l’Euronext di Parigi, la LSE di Londra e infine New York (nel 2012), ma nessun singolo tentativo ha avuto successo. È quindi tempo di guardare a est? Una fusione (o alleanza) tra Francoforte e Mosca avrebbe senso? Secondo noi, si’.
Al momento una tale alleanza pare politicamente problematica, ma ha già una sua piccola storia. Un Memorandum d’intesa tra la borsa tedesca e il MICEX di Mosca è stato firmato già nel 2006. Nel dicembre 2010 ci sono state nuove discussioni su una possibile alleanza. Il 19 novembre 2012, la borsa tedesca e quella di Mosca hanno firmato una lettera di intenti alla presenza del Presidente Putin e della Cancelliera Merkel (vedere http://www.finextra.com/news/announcement.aspx?pressreleaseid=47418). Dopo tutto, cio’ ha avuto luogo solo due anni fa. Mosca intendeva sviluppare un proprio mercato finanziario, promuovere la propria economia e migliorare la propria reputazione internazionale grazie alla partnership con Francoforte, che, pur essendo piu’ grande, non e’ ancora una vera borsa globale. Ciò che sembrava auspicabile due anni fa è ancora auspicabile. Un’alleanza – o una fusione – tra le due borse potrebbe portare a miglioramenti nelle condizioni economiche sia dell’Eurozona che della Russia; altre borse potrebbero aggiungersi; tra queste, magari Vienna, Budapest, forse Almaty? L’Europa centrale e orientale ha necessità di sviluppare un braccio finanziario paragonabile a quelli delle regioni Atlantica e Pacifica; la cooperazione tra Europa ed Eurasia è dunque particolarmente importante.
Buone relazioni tra Germania e Russia sono poi importanti per tutta l’Europa e l’Eurasia stessa. I due paesi hanno economie complementari e forti legami storici e politici. Diversi importanti politici ed ex leader tedeschi hanno recentemente invocato migliori legami politici fra Berlino e Mosca. All’inizio del mese di marzo, l’ex cancelliere tedesco, Helmut Schmidt, ha definito le azioni di Mosca in Crimea ‘comprensibili’ e le sanzioni ‘un’idea stupida’. Tra coloro che hanno chiesto un’apertura al dialogo tra Germania e Russia, troviamo un altro ex-cancelliere, Gerhard Schroeder, il regista Wim Wenders e l’ex leader dei socialdemocratici (SPD), Matthias Platzeck. Molti di loro sostengono che le sanzioni avranno un impatto negativo sia sulla Russia che sulla Germania (con il resto dell’UE), e che l’attitudine occidentale nei confronti di Mosca dimostra scarsissima comprensione della storia e della politica russe. Tutte queste considerazioni sono pero’ state ignorate da Angela Merkel – almeno finora.
La cooperazione e il dialogo tra Russia, Germania e zona euro nel suo insieme sono fondamentali. La Russia sta valutando una diversificazione della propria economia dalla dipendenza da petrolio e gas; ampliare i propri mercati finanziari potrebbe essere un sollievo e un investimento per il futuro. Economicamente, la Russia potrebbe disporre di un più ampio paniere di beni e servizi; politicamente, si avvicinerebbe all’UE. Quest’ultima, d’altro canto, diventerebbe più autonoma dagli USA. Migliorare le relazioni con la Russia (e a partire dai mercati finanziari, una roccaforte tradizionalmente americana) sarebbe un passo in questa direzione.