C’è una polemica che rischia di esplodere dentro Comunione e Liberazione a distanza di una settimana dagli attentati di Parigi e alla redazione di Charlie Hebdo. A scatenarla è stata Assunta Morresi, tra i massimi esperti di bioetica in campo mondiale, già consulente del governo e dell’Aifa, che in un pezzo sul sito Stranocristiano.it pone dei dubbi su come Cl sta affrontando gli ultimi attacchi terroristici in Europa. Il punto è come gli allievi di Don Giussani analizzarono gli attacchi dell’11 settembre del 2001, in un modo «totalmente differente». «Un amico» scrive Morresi «Marco, ieri mi ha telefonato e mi ha detto, sconsolato: «Non siamo stati capaci di giudicare quel che è successo a Parigi. Che differenza con la consapevolezza e i giudizi del 2001!”. Pensavo si riferisse alla Fallaci, al suo memorabile intervento sul Corriere, che poi diventò un libro. Invece mi ha suggerito di andare a rivedere il libro di Savorana su Don Giussani. Sono due paginette scarse, 1089 e 1090. Riporto di seguito alcuni passaggi: “Appena appresa la notizia – a Milano è il primo pomeriggio – Giussani telefona a Jonathan Fields, responsabile della comunità di CL a New York. La prima cosa che gli chiede è di pregare San Giuseppe per la Chiesa universale e per questi terribili eventi».
La questione non è di poco conto, anche perché Cl arriva da anni molto difficili, costellati dalle polemiche per le indagini sull’ex presidente di regione Lombardia Roberto Formigoni come su altri esponenti ciellini. Non solo. Di mezzo c’è pure il tema legato al binomio Papa Ratzinger e Papa Francesco, con le varie anime divise su quale sia il miglior successore di Pietro. E poi tocca soprattutto la difficoltà di alcuni cattolici di pronunciare il #jesuischarlie, anche perché il settimanale di Charb non ha mai fatto sconti alla Chiesa Cattolica. La critica della Morresi sembra indirizzata però alla situazione interna a Cl. Morresi è categorica: «I giudizi, in CL, entravano nel merito, restando nei fatti e superando sempre gli schieramenti. Eravamo tutti teo-con? O forse c’è un problema più profondo, che prima o poi dovremo dirci in faccia?». C’è chi le dà ragione su Facebook («È così, Assuntina. Grazie. Mi sento un po’meno sola. E anch’io credo che dovremo arrivare a dircele in faccia queste cose»). E qualcuno fa mea culpa: «La mia sensazione -ma molto forte- è che tra molti di noi nel concreto ci comportiamo all’esatto opposto di come ha provato educarci Giuss e ora Carron».