Come si diventa giornalisti: i consigli (utili) di Ezra Klein

. Tra la moltitudine di consigli per giovani giornalisti che si trovano in giro, raramente ce n'è di validi. Quasi sempre perché sono scritti da veterani, da maestri o grandi vecchi della professio...

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Tra la moltitudine di consigli per giovani giornalisti che si trovano in giro, raramente ce n’è di validi. Quasi sempre perché sono scritti da veterani, da maestri o grandi vecchi della professione, espertissimi, scafatissimi, preziosissimi, ma spesso poco utili, e non per colpa loro. È solo che è molto difficile dare consigli sul proprio lavoro se, nel frattempo, il proprio lavoro si è trasformato talmente tanto da non assomigliare se non molto marginalmente a quello che si è sempre pensato essere il proprio lavoro. Oggi invece mi è capitato di leggere un pezzo pubblicato dal direttore di Vox, Ezra Klein, che tira fuori dal cappello alcuni consigli interessanti per chi vuole intraprendere la professione del giornalista oggi. 

Ezra Klein, se non lo conoscete, è uno che è nato nel 1984 e che, dopo qualche anno passato al Washington Post, dove teneva un blog che, nel 2011, era il più letto di tutta la testata, ora è diventato direttore di Vox.com, il sito di news di Vox Media, uno dei migliori in questo momento.

Il vantaggio dei consigli che può dare un Ezra Klein è che non vengono da qualcuno che ormai sta aspettando la pensione, al contrario, arrivano dalla tastiera di un trentenne che è nel pieno della sua attività, al centro della sua carriera — che in Italia ci chiamino giovani anche a trent’anni è una grottesca assurdità di cui discuteremo un’altra volta.

Ezra Klein non faceva il reporter negli anni Settanta, non dettava gli articoli da una cabina telefonica, non li scriveva su una Lettera 35 (e, diciamolo pure, ogni trentenne di oggi sognerebbe di fare quel lavoro lì, che però non esiste più). No, Ezra Klein uno che questo lavoro lo sta facendo proprio adesso. Non è uno a cui potreste fregare il lavoro, è uno che potrebbe essere il vostro capo. E credo che ci sia bisogno di spiegare perché questo sia un fattore positivo.

In ogni caso, non mi dilungo. Ecco i suoi consigli:

1. Preferisci le opportunità al prestigio: se volete diventare dei giornalisti specializzati in economia è meglio accettare un lavoro in una piccola realtà su cui poter scrivere di economia piuttosto che lavorare per il Corriere e correggere le didascalie.

2. Lavora più dei tuoi superiori: «lavorare duro è una buona strategia per chi sta sotto», scrsse nel 2012 il giornalista canadese Malcolm Gladwell, «perchè quelli che stanno sopra non lo fanno più».

3. Non frequentate le scuole di giornalismo: «molte scuole di giornalismo vi insegnano cattive abitudini, e si fanno anche pagare un bel po’ per insegnarvele».

4. Specializzatevi: ovvero, dice Klein «Imparate cose sulle cose, perché tutti i giornalisti sanno scrivere, ma quello che non tutti sanno fare è capire la politica o interpretare i verbali dell’ultimo convegno della Federal Reserve». E poi conclude: «Essere esperti del proprio settore è profondamente sottovalutato nel giornalismo, ma è quel che vi faràò diventare dei grandi giornalisti».

5. Non scrivete soltanto per il vostro direttore: può essere controintuitivo, spiega Klein, perché sono loro che vi fanno scrivere. Ma voi dovete convincere i lettori, e se scrivete per conquistare il vostro direttore difficilmente convicerete i vostri lettori.

6. Non inseguite i vecchi maestri: è un errore che fanno in molti, secondo Klein, quello di pensare di poter diventare dei bravi professionisti soltanto se un grande maestro del giornalismo vi prende sotto la sua ala protettrice e vi insegna i trucchi del mestiere. Succede ogni tanto, ma il più delle volte no. Imparate dai voistri colleghi, è molto più utile, hanno molto più tempo e spesso sono molto più disponibili.

7. Non deprimetevi troppo: «Ci sono in giro sempre meno vecchi maestri disposti a insegnarvi le reogle del mestiere, ce ne sono molti di più che non vedono l’ora di convincervi che il giornalismo è morto. Questo periodo offre tantissime nuove possibilità per i giovani giornalisti. Il giornalismo è molto più morto per chi è già dentro piuttosto che per chi ci sta entrando ora.

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