Il Partito Democratico ha già iniziato a chiamarli secessionisti e li accusa di essere scesi a patti con la Lega Nord di Roberto Maroni. Girano in rete fotomontaggi del governatore a braccetto con Beppe Grillo. C’è chi punta il dito contro lo spreco di denaro pubblico. In realtà il gruppo consiliare lombardo del Movimento Cinque Stelle ha raggiunto diversi successi politici martedì 17 febbraio a palazzo Pirelli. Nello specifico sono tre. Perché se da un lato i voti dei nove consiglieri grillini hanno fatto passare il referendum sull’autonomia della Lombardia – ricordando così il proprio peso politico in consiglio regionale dopo la figura imbarazzante dei colleghi romani sull’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica – dall’altro hanno messo il Partito Democratico di Matteo Renzi in un angolo, costretto persino a incassare il voto favorevole di uno dei suoi, Corrado Tomasi, eletto in Valcamonica e «attento al territorio»: a quanto pare tra i dem il malumore sarebbe evidente e potrebbero saltare alcune teste. Infine, terzo fattore, grazie a un accordo con la Lista Maroni, i grillini hanno fatto passare la legge che introduce il voto elettronico in Lombardia, un aggiornamento tecnologico in linea con i Paesi di tutto il mondo, a cominciare dal Brasile dove anche in Amazzonia riescono a votare nelle foreste con un semplice tablet. Rispetto al referendum sull’autonomia che si farà in autunno, forse in concomitanza con le elezioni comunali di Milano nel 2016, si potrà discutere molto nei prossimi mesi. Bisognerà capire i costi, i 30 milioni di euro sono di certo uno sproposito, ma resta evidente che l’autonomia di questa regione è sempre stata un punto su cui la politica lombarda ha dovuto confrontarsi. Anzi, su cui negli ultimi anni si è confrontato soltanto il centrodestra, con a sprazzi, anche i Ds prima e il Partito Democratico dopo. E il fatto che il Carroccio abbia sempre insistito su questo aspetto, cogliendo vittorie elettorali di spessore anche dopo scandali giudiziari che si perdevano tra diamanti r Tanzania, dovrebbe far riflettere il Pd che continua a mantenersi troppo Milano centrico. Forse potrà bastare per conquistare di nuovo palazzo Marino, ma non per amministrare una delle regioni più ricche d’Italia.
18 Febbraio 2015