Bar Lezzi – dal 1924Ed io tifo per Charlie!

Alcuni giorni fa riflettevo sulla mia intolleranza nei confronti dell’utilizzo errato dei new social media. Sono figlio di una generazione a metà strada tra il quindici ( c.d. tedesca ) ed ICQ, non...

Alcuni giorni fa riflettevo sulla mia intolleranza nei confronti dell’utilizzo errato dei new social media. Sono figlio di una generazione a metà strada tra il quindici ( c.d. tedesca ) ed ICQ, non ritengo onesto muovere accuse contro la convergenza tecnologica e sociale.

Sarebbe giusto, tuttavia, affrontare le criticità del  ”digital divide” non solo in  connessione a quanta gente ha la possibilità di  usufruire di un accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione – è anche questo – bensì di quanta gente,potendo sfruttare queste tecnologie, si imbarbarisce tra idiozie e balordaggini.

Lungi da me, ora e qui, descrivere il futuro come possibile grazie all’universale rimedio dei social network. E’ però,tuttavia veritiero,che abbiamo la possibilità – la grande opportunità – di mantenere un archivio in tempo reale delle nostre vite – che cosa sto facendo?, di apprendere un numero indefinito di nuove informazioni dai nostri amici e , cosa più importante, le nuove generazioni possono dare il loro contributo nel mondo esterno promuovendo cause utili e socialmente importanti. Le aziende, se saranno abbastanza furbe da capire qual è la via maestra inevitabilmente segnata, potranno meglio recepire i desideri dei consumatori fedeli e dei clienti occasionali.

Chissà perché, a questo punto, mi viene in mente la lunga tirata di monologo di Al Pacino in “Scent of Woman”:

<<Io mi sono trovato spesso ad un bivio nella mia vita; io ho sempre saputo qual era la direzione giusta, senza incertezze sapevo qual era, ma non l’ho mai presa, mai. E sapete perché? Era troppo duro imboccarla. Questo succede a Charlie: è giunto ad un bivio ed ha scelto una strada, ed è quella giusta: è una strada fatta di princìpi, che formano il carattere. Lasciatelo continuare nel suo viaggio. Voi adesso avete il futuro di questo ragazzo nelle vostre mani, è un futuro prezioso, potete credermi. Non lo distruggete. Proteggetelo, abbracciatelo. È una cosa di cui un giorno andrete fieri, molto fieri.>>

Forse Charlie vorrei essere io e, come spesso va in queste cose, sarà invece mio figlio. Sarà giusto da parte mia impartirgli i valori che mi sono stati dati in lascito dai miei genitori ma dovrò custodire la sua integrità nel suo mondo e nel suo tempo. Se io mi sono innamorato della perseveranza di Edmond Dantes tramite un ingiallito e posticcio “Conte di Montecristo”, questo non vorrà dire che Charlie non potrà fare lo stesso con il  sul Kindle o I-Pad. Se io ho riempito pagine immemori del mio rosso moleskine, probabilmente Charlie imparerà a parlar d’amore sul suo blog. La poesia, d’altronde, è certamente nel contenuto e non sempre nel formato.

L’importante, per me, è che Charlie impari, in un paese di voci sbagliate, quali parole usare. Vorrei che Charlie diventasse adulto e non adultero, libero e non libertino.

P.S. Vorrei consigliare alcuni libri da leggere per meglio capire cos’è l’apprendistato nell’esperienza social :
Erik Qualman – Socialnomics 
Chris Anderson – La coda Lunga
Henry Jenkins – Cultura Convergente

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