Aiuto: comincia Expo e non ho l’abito adatto

Dunque ci siamo, quasi.Fra meno di 48 ore, e dopo quasi otto anni di gestazione, parte Expo.Chiariamo una cosa: io, di preciso, bene, cosa sia Expo ancora non l’ho capito.Non ho capito se è una gig...

Dunque ci siamo, quasi.

Fra meno di 48 ore, e dopo quasi otto anni di gestazione, parte Expo.

Chiariamo una cosa: io, di preciso, bene, cosa sia Expo ancora non l’ho capito.

Non ho capito se è una gigantesca fiera campionaria (ma di che poi? Semi ogm? Sistemi di irrigazione? Sughi pronti?) o una gigantesca sagra della porchetta che adesso si chiama street food che fa più figo.

Insomma: non ho capito molto. 

Solo qualcosa.

Mi è chiaro che qualunque cosa sia sarà ‘gigantesca’.

Mi è chiaro, ma solo sommariamente, ché non mi ci sono applicata più di tanto, che nell’allestirlo sono stati fatti un po’ di casini: roba di corruzione, tangenti, mazzette, schifezze.

Brutta roba, brutta gente, brutte abitudini. 

Mi è chiaro, perché l’ ho studiato bene che per fare Expo si è costruito lì dove se ne sarebbe potuto fare a meno, sprecando bizzeffe di suolo agricolo, per di più vicino alla fiera che già c’è, che non è che sia proprio sempre pienissima e che, bontà sua, ci è già costata un sacco di soldi.  Brutta storia. Brutta e inutile.

Non ho ancora capito se, alla fine, ci saranno gli insetti da mangiare.

Queste, un accredito stampa e una camicia stirata, sono l’unica armatura con cui, il primo maggio mi presenterò ai cancelli di Rho-Fiera.

Un po’ pochino, lo so. 

Ma non ho studiato la questione tanto da essere una fervente No Expo, e d’altra parte, l’immagine della Moratti sorridente al BIE (anzi: della Moratti sorridente in genere) mi è troppo indigesta per essere una tifosa Pro Expo.

Quindi sto nel mezzo, aspetto e, almeno per il primi 15/20 giorni, ho deciso di lasciare a casa il cinismo, le battutine acide, i doppi sensi, i nomignoli, le freddure, gli status graffianti su Facebook. 

Mi mancheranno, già lo so, tutti questi aggeggi, perché sono la mia specialità. Ma faccio fioretto.

Perché Expo, in fondo, mi sta simpatica.

Perché secondo me sarà una cosa bella.

Perché sarà fatta con tutta l’improntitudine cazzara italiana, con l’approssimazione bugiarda di cui siamo capaci, con i lavori non finiti coperti da rami e fiori, con la metro che funziona sì funziona no, con due aeroporti che sono o troppo piccolo o troppo lontano, con i padiglioni a metà, con i lavoratori e i volontari chiamati all’ultimo minuto e formati alla spera in Dio, con Milano che è troppo piccola e stretta per ospitare una cosa del genere e che si impantana tutta quando piove.

Perché penso che, alla fine, in qualche modo, Expo riuscirà. Magari per intercessione della Vergine Maria, magari perché sta su perché tiran quattro venti insieme, ma, alla fine riuscirà.

Perché, come ha detto qualcuno, sarà una ‘cosa divertente che non farò mai più’.

Perché, in fondo, a me, al mio lavoro, alla gente che abita da queste parti all’economia complessiva della mia vita, giova di più un’ Expo che funziona rispetto a una che va a gambe all’aria.

Perché di bidoni e di promesse mancate ho una collezione; di scommesse riuscite e di belle sorprese, ahimé ne ho incontrate molte meno.

Perché, forse, come ha detto qualcuno, ‘grazie al cazzo che ti piace Expo, sei renziana’.

Non lo so: forse per tutte queste cose insieme, o forse per semplice curiosità di vedere un’Esposizione Universale e di capire, una buon volta cosa sia, io a Expo voglio già un po’ bene. 

Quindi l’impegno è questo: niente battute e battutine fino al 15 maggio. 

Dopo sì, dopo liberi tutti, ovvio.