Potrebbe essere andata così…
«Matteo Renzi, alla lavagna» è la sentenza della maestra di italiano, dopo aver passato in lenta rassegna i nomi sul registro di classe.
«Oggi ti interrogo sulla differenza tra sostantivi e aggettivi» spiega la maestra mentre l’alunno tentenna nel lasciare il banco di sinstra in ultima fila.
«Signora maestra – accenna Matteo Renzi a pochi passi dalla lavagna – mi vuole interrogare di nuovo? Mi aveva già interrogato la volta scorsa, non pensavo potesse toccare ancora a me».
«Su Renzi, coraggio – replica decisa la mestra di italiano – oggi voglio interrogare proprio te. E poi, se non ricordo male, l’ultima interrogazione fu un disastro. Quei curriculum plurali, ricordi? Matita blu sul tuo compito di latino».
«Ma signora maestra, quel giorno ho riconosciuto l’errore. Era scritto sbagliato e ho chiesto scusa per quel plurale» si scusa l’alunno in evidente imbarazzo.
«Bando alla chiacchiere, Renzi! Forza e coraggio. Vieni qui alla lavagna» chiosa, spazientita, la maestra di italiano. «Scrivimi un titolo a piacere che contenga sia un aggettivo sia un sostantivo e poi spiegami il perché della tua scelta» domanda la maestra a Matteo Renzi.
Ecco signora maestra, esclama l’alunno dopo aver fatto quanto chiesto. «Il mio titolo è: Cultura umanista».
«Ne sei sicuro?» è il tentativo di aiuto della maestra di italiano.
«Certamente – risponde Matteo Renzi – ho scelto di parlare della buona scuola e questo è il titolo che ho scelto per il secondo punto in questione».
«Vai pure a posto – esclama sconsolata la maestra di italiano – e studia bene la grammatica italiana. Non hai ancora imparato la differenza tra sostantivo e aggettivo».
Ogni riferimento è puramente casuale.