Sono sempre stato dell’idea che il primo passo per internazionalizzare il prodotto o il servizio offerto dalla startup in cui si lavora, sia offrire il medesimo servizio e/o prodotto con la stessa qualità anche in un Paese diverso dal proprio.
Mi sbagliavo.
Ho capito che il primo passo corretto da fare per internazionalizzare una startup è quello di avere un servizio e/o un prodotto di qualità nel proprio Paese. Se la startup riesce a creare anche un valore aggiunto difficilmente replicabile da altri competitor, allora il cerchio è chiuso.
Questo perché sarà il mondo ad accorgersi di voi e della vostra azienda. L’Italia è infatti l’ottava potenza economica del pianeta per il PIL Nominale assoluto con una popolazione che supera le sessanta milioni di persone. Un mercato appetibile per qualsiasi azienda.
Porto l’esempio della mia startup, Egomnia, che ha iniziato a collaborare con aziende, università e organizzazioni internazionali, seppur non ufficialmente lanciata in nessun altro Paese al di fuori dell’Italia.
Tra le ultime partnership più prestigiose quelle con il World Economic Forum e la London School of Business and Finance, entrambe a caccia di talenti su Egomnia.
Il World Economic Forum è attualmente alla ricerca sul portale di un giovane talentoso per la gestione di diversi aspetti della Global Shapers Community. Le candidature sono aperte sulla piattaforma egomnia.com.
La LSBF promuove su Egomnia, in partnership con la Grenoble Graduate School of Business, una serie di Master considerati tra i migliori del mondo dal Financial Times in settori quali Business (qui), Finanza (qui) e Marketing (qui).
Il motivo? La community di Egomnia.
Infatti la piattaforma vanta più di mezzo milione di utenti iscritti, con un target molto giovane (dai 20 ai 30 anni) e qualificato. Nel tempo Egomnia.com è riuscita a incanalare questa nicchia di mercato grazie al potente algoritmo che utilizza per assegnare punteggi ai candidati e che l’ha resa nota al grande pubblico. Un sistema meritocratico che allontana i candidati meno qualificati a avvicina i giovani talentosi.
Prestigiose collaborazioni che evidenziano come il nostro Paese abbia un enorme tesoro tutto da coltivare: i giovani. Un talento, quello di noi italiani, riconosciuto e ricercato da tutto il mondo.
In conclusione, e può sembrare un’ovvietà ma credetemi non lo è, se una startup italiana è in grado di offrire un prodotto e un servizio di qualità nel suo Paese, il processo di internazionalizzazione arriverà da sé. Erogare bene il proprio servizio al di fuori del proprio Paese è un passaggio fondamentale da compiere per internazionalizzarsi bene, ma parliamo di un secondo step successivo imprescindibile dal primo.
Fare male in tanti Paesi rende meno che fare bene in un Paese solo.
Matteo Achilli
Fondatore e Amministratore Unico Egomnia Srl
Twitter: @matteo_achilli
Instagram: @matteoachilli