Largo ai vecchiQuel pasticciaccio brutto delle primarie

Sono andato qualche giorno fa a votare per le primarie a Milano per Giuseppe Sala. Era la prima volta che votavo a delle elezioni “primarie”, non credo lo farò più. Naturalmente non sono gli scand...

Sono andato qualche giorno fa a votare per le primarie a Milano per Giuseppe Sala. Era la prima volta che votavo a delle elezioni “primarie”, non credo lo farò più.

Naturalmente non sono gli scandali o pseudo scandali di Roma e Napoli che mi hanno demotivato, ma il fatto che questa operazione non normata viene ad assumere significati politici molto diversi da quelli per cui era stata prevista: anzitutto la lotta tra i candidati viene affidata non tanto alle loro idee e alla loro personalità, quanto alla loro capacità organizzativa di mobilitare persone, in via del tutto apolitica, tra parenti, clienti e relazioni sociali anche le più perverse. Poi la mancanza di distinzione tra gli iscritti e i non iscritti (io non sono iscritto) sconnette il confine tra militanti, operosi e politicamente convinti ed elettori democraticamente autorizzati a modificare le proprie posizioni e il voto anche dopo aver votato alle primarie.

Tutto questo sta avvenendo anche in USA dove si assiste a una degenerazione politica delle primarie in cui personaggi come Trump rischiano di diventare l’espressione ufficiale di un vecchio e serio partito com’era in America il Partito Repubblicano. Infatti Trump può essere votato dagli elettori nelle elezioni generali ma non può diventare l’espressione del Partito Repubblicano e della sua storia se non modificando rischiosamente il quadro democratico di quel Paese.

Come si sa in America le primarie sono normate per legge e in alcuni stati i cittadini si iscrivono, direttamente attraverso l’anagrafe, al partito, democratico o repubblicano, alle cui primarie vogliono partecipare. Tutto ciò non è bastato, come si sta assistendo, a creare una situazione regolare e politicamente chiara: per esempio i dirigenti del partito repubblicano non riconoscono Trump, e Trump,che è il candidato favorito dei repubblicani, non riconosce il suo partito.

In Italia dove, come ho già detto, le primarie non sono normate, il pasticcio è ancora più evidente e ha determinato alcuni fatti incresciosi per tutti: lo spappolamento in alcune città, vedi Roma, della destra e in altre città della sinistra, vedi Napoli. Di tutto questo faranno profitto i candidati, anzi le candidate, del movimento grillino detto 5Stelle tra cui la signora Virginia Raggi che, se arriverà al ballottaggio, come è probabile, si sposterà a rappresentare tutta la destra secondo le preziose indicazioni che non escludo possano venirle dallo studio Previti e lo stesso farà la candidata di Torino. Queste figure si aggiungeranno, secondo me, alle figure femminili che in tutta Europa guidano le destre elettoralmente in avanzata.

Nel grande pasticcio della politica italiana e della sua incapacità di darsi un corso regolare, sarebbe dunque meglio che queste cose poco chiare, come sono le primarie, fossero abolite oppure collegate solamente agli iscritti al partito, dando vita ancora una volta alle belle e tormentate risse di sezione. Forse sbaglio ma per non sbagliare oltre e recuperare la mia libertà elettorale, non andrò più a votare alle primarie.