10% Di matrimonio gay e altre amenitàA Madrid si muove un’altra Italia. E non solo nel Giorno della Liberazione

Chissà se anche altri connazionali che come me vivono all'estero si trovano a fare i conti con conversazioni e punti di vista completamente opposti quando il discorso cade sull'Italia. Personalment...

Chissà se anche altri connazionali che come me vivono all’estero si trovano a fare i conti con conversazioni e punti di vista completamente opposti quando il discorso cade sull’Italia. Personalmente, mi sento addosso tutto questo chiacchiericcio discordante in occasioni specifiche, quali elezioni e referendum che di solito infiammano discussioni da bar e fanno alzare i toni, fino a risolversi in pseudo-liti o in un far spallucce accompagnate da ‘Tanto io in Italia non ci torno più. Otra ronda?’, e via un nuovo ordine al cameriere.

E mai come in queste situazioni mi chiedo se si possa davvero essere indifferenti a quanto accade a casa: come è possibile rinnegare le proprie radici dopo una manciata di anni all’estero?

E’ possibile smettere di sentirsi italiani solo perché nel quotidiano si parla un’altra lingua?

Per me è impensabile, forse perché nonostante quasi due lustri in terre iberiche mai come ora avverto sulla pelle che la differenza tra house e home non sia un semplice cavillo della grammatica anglofona. Disincanto, distacco critico, incazzatura, disinteresse, leggerezza: per chi sta all’estero da abbastanza tempo da sentirsi non più del tutto straniero o comunque non in vacanza, l’Italia spesso genera dualismi contrastanti tra desiderio e repulsione che non ritengo sia giusto ignorare, anzi. Perdersi compleanni di amici e matrimoni di persone care è una costante a cui volenti o nolenti si finisce per abituarsi, ma fortunatamente non tutti ignorano ricorrenze importanti per la storia del proprio Paese di origine. Ed ogni anno mi ritrovo nostalgica in Facebook a spulciare tra le foto di amici che stanno celebrano la Festa della Liberazione con un pic-nic lungo l’Adda.

Qualche giorno fa, però, ho ricevuto la segnalazione di un evento che mi interessa parecchio e che mi ha permesso di conoscere un’associazione di cui ignoravo l’esistenza. Perché a Madrid un’altra Italia – pare – è possibile, o comunque si muove e vuole essere possibile, come si legge nel blog dell’associazione “A Madrid si muove un’altra Italia _ en Madrid otra Italia” . Un’esplicita dichiarazione di intenti contenuta nel nome stesso di questo gruppo che da alcuni anni organizza nella capitale spagnola da cui scrivo iniziative volte a dare visibilità alla storia dei movimenti antifascisti ed antimafia, in date importanti per la storia d’emancipazione della società italiana.

In vista del giorno della liberazione, il collettivo organizza Italia_R-eXistencias. che dal 14 aprile al 12 maggio porta in vari spazi della capitale proiezioni, attività e spettacoli che fanno luce sulla storia delle comunità in lotta in terra italica.

Secondo le rilevazioni dell’AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’estero) dei circa quattro milioni di italiani residenti all’estero, solo poco più di 85.000 vivono in Spagna. Dato che non sconvolge, considerata la grave crisi economica e politica in cui riversa il Paese, uscito da qualche anno dalla Top10 delle mete più ambite per chi si trasferisce fuori dallo Stivale in cerca di lavoro e/o condizioni migliori che non sono necessariamente solo economiche.

“È importante condividere con altri popoli il senso e l’importanza di una liberazione, non solo dal fascismo e da ogni totalitarismo, ma dal razzismo, dalle macchinazioni del capitalismo, e dei gruppi prevaricatori come le mafie”, afferma l’associazione, che con questa manifestazione incrocia nel passato e nel presente le storie di tanti altre terre.

La migrazione più o meno forzata e la ricerca curiosa di altro sono esperienze che ci appartengono da milioni di anni e mai come in questi anni di transizione sono attuali e tangibili. Liberare le frontiere e fare della Madre Terra uno spazio dove muoversi liberamente, memori del passato che ci ha portato fino qui, è l’obiettivo di en Madrid otra Italia che avverte e diffonde il dovere di ricordare e costruire un’identità umana insieme delle memorie di ogni popolo, rompendo i silenzi imposti.

Celebrare la memoria con momento di riflessioni e di festa popolare come faremo e come si fa in Italia è quello che vogliano trasmettere. Pasarlo bien, insomma – come si direbbe qui.

Ecco quindi un calendario fittissimo di iniziative porteranno la bandiera tricolore nella capitale spagnola proiezioni, musica, canti, poesía, testi, arte, aperitivo, per grandi e piccini in spazi popolari ed istituzionali. ​L’appuntamento a cui personalmente più tengo? Il concerto dei Briganterra, un nuovo gruppo che ricrerà l’atmosfera delle feste italiane popolari, mediterranee e non solo, rendendo omaggio a grandi nomi di tutti i tempi quali Eugenio Bennato e Rosa Balistreri, ma soprattutto a un’Italia bella, allegra, consapevole, ricca di memoria, multietnica, plurale. Al microfono la cantattrice Valentina, con cui abbiamo fatto quattro chiacchiere qui.

Perché un’altra Italia, un altro mondo è possibile: ce lo insegnano le storie di antifascismo, italiano e spagnolo del passato e quelle di oggi. E quella che respiro qui tra le strade di una città non mia è spesso più vicina all’Italia che vorrei, rispetto a quella che sogna chi è rimasto.

[*Foto copertina: nessuna ironia funebre/funesta tra liberazione e smorfia napoletana. Trattasi del bar italo-cileno Il morto che parla, uno dei ritrovi più frequentati da italiani e non solo, nel corazón di Lavapiés]

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