C’è chi pensa ad uno scherzo di cattivo gusto quando a metà mattina schizza nei topic trend di Twitter #Casaleggio. In poche ore l’hashtag raggiunge 4 milioni di impression (Fonte: Tweetreach) e questa volta di mezzo non c’è nessun battibecco politico.
Gianroberto Casaleggio, il padre fondatore del Movimento Cinquestelle, scompare prematuramente all’età di 61 anni e Beppe Grillo lancia l’hashtag #CiaoGianroberto per ricordare l’amico visionario che ha costruito l’epopea politica dei grillini.
La Prima Repubblica ci aveva abituati ad elogi funebri noiosi che, alla maniera di un lassativo, vezzeggiavano con retorica la memoria del politico scomparso. I social network hanno ribaltato come un calzino le modalità. Quanto vale allora il social per un addio?
Vale più del messaggio di cordoglio pseudo-istituzionale perché fa della partecipazione collettiva il movente di tutto, anche se questa volta non si tratta del politico vecchio e imbacuccato dei tempi della Balena Bianca.
Casaleggio aveva intuito in tempi non sospetti le potenzialità delle nuove tecnologie, le autostrade della Rete, le congiunture social sotto le spoglie dell’umanista che mescola filosofia e futuro. Ha ragione Sasson, uno dei fondatori della Casaleggio Associati, a sottolineare nell’intervista rilasciata al mio collega Marco Sarti: “Casaleggio aveva capito molto bene, e prima degli altri, la potenza della rete e la possibilità di creare un movimento di opinione basato su questo strumento. Gianroberto aveva una visione anticipatoria. Ad esempio ricordo che mi parlava dell’evoluzione dei social network almeno due anni prima della loro effettiva esplosione”.
Dirsi addio sui social network significa pure scivolare e ingarbugliarsi nelle polemiche, tra la contestata vignetta di Vauro con Grillo burattino e gli utenti a muso duro per cui gli aggressori del Casaleggio di ieri dovrebbero restare fedeli alla linea anche nel giorno della morte.
Tenendoci alla larga dai veleni del popolo social, a cui sono rimaste indigeste le brioche di Maria Antonietta di Francia, il buon senso è di chi la mette giù più o meno così sulla timeline: Un conto è la rivalità politica, un conto è il rispetto umano.
Degli oltre 19 mila tweet che si sono rincorsi per tutto il giorno quello di @ArsenaleKappa, referenza della satira in Rete, resta il più esaustivo di tutti:
E’ morto senza consultarsi Gianroberto #Casaleggio. La Rete non sarebbe stata d’accordo. #ciaogianroberto