Banca(rotta)La Corte di Giustizia Europea sul caso Cipro e le fosche nuvole che si addensano sul futuro di tutti i risparmiatori

Nella giornata di ieri la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata su una serie di cause, riunite in un unico procedimento (cause riunite C-8/15 e C-10/15, nonché da C-105/15 a C-109/15), in mer...

Nella giornata di ieri la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata su una serie di cause, riunite in un unico procedimento (cause riunite C-8/15 e C-10/15, nonché da C-105/15 a C-109/15), in merito a presunte violazioni della normativa europea da parte della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea nell’ambito degli interventi sui depositi bancari dei cittadini ciprioti nel corso della crisi del 2013.

Il testo di tale sentenza è qui consultabile e rimandiamo il lettore interessato ad una sua lettura completa per gli approfondimenti del caso.

Quello che preme qui di seguito sinteticamente sottolineare è la ricaduta pratica di tale decisione, che non è affatto trascurabile, andando ad ulteriormente minare i diritti fondamentali dei risparmiatori europei tutti.

Ricordiamo che l’articolo 17, comma 1 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, richiamato anche nel dispositivo della sentenza in commento, così recita:

1. Ogni individuo ha il diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità.

Si stabilisce, quindi, che l’espropriazione di beni (fra cui, ad es., il prelievo forzoso sui depositi bancari, come nel caso in questione) è illegale, a meno che non sia fatto “per causa di pubblico interesse, nei modi previsti dalla legge e contro il pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della stessa” (art. 17, comma 2).

L’aspetto centrale del contendere è, quindi, il seguente: la stabilità del sistema bancario di un Paese della zona euro è un obiettivo di interesse generale?

La Corte di Giustizia Europea stabilisce di sì, ratificando, quindi, l’operato della Commissione europea, che ha dato il via libera a un protocollo d’intesa per la stabilità di Cipro, incidendo sul valore dei depositi bancari dei cittadini ciprioti, senza che vi sia stata alcuna violazione del diritto di proprietà dei titolari correntisti.

I giudici europei, infatti, hanno escluso una qualsivoglia responsabilità extracontrattuale della Commissione Europea nell’ambito della ristrutturazione del settore bancario di Cipro durante la crisi sistemica del 2013, andando, perciò, a negare il benché minimo indennizzo ai cittadini lesi, che si erano rivolti al Tribunale Europeo.

Senza entrare nel tecnicismo della sentenza, cominciamo, peraltro, ad avvertire un chiaro fil rouge in tutto quello che si sta susseguendo in questi mesi in Europa:

il palese intento di trasformare sempre più cittadini europei in veri e propri sudditi.

Fino ad oggi – ricordiamolo a favore di chi si ne fosse già dimenticato – vari Paesi hanno potuto sperimentare i rigori della intransigente euro-normativa e dei sempre più stringenti lacci e laccioli legali in materia finanziaria:

– Cipro, dove Bank of Cyprus nel marzo 2013 fissò al 37,5% il prelievo forzoso sui conti correnti oltre i 100mila euro. a garanzia dei pacchetti d’aiuto della Comunità Europea;

– la Grecia, dove, con il referendum del 5 luglio 2015, gli elettori greci, chiamati ad accettare o rifiutare le proposte di ristrutturazione del debito fornite dai creditori, si espressero con il 62% circa dei “NO” e, nonostante ciò, nella notte fra il 12 e il 13 luglio 2015, l’allora p.m. Tsipras fu “convinto” dai creditori a sottoscrivere un accordo contrario alle determinazioni popolari;

– l’Italia stessa, quando, notte-tempo, il Governo Renzi emanò nel novembre 2015 il decreto per la risoluzione della quattro banche (Banca delle Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti), cancellando di fatto, in ossequio al Direttiva Europea sul bail-in (Bank Recovery and Resolution Directive, direttiva n. 2014/59/EU), i risparmi di decine di migliaia di obbligazionisti subordinati.

Non ci resta che aspettare per vedere chi sarà il prossimo Stato Europeo.

Diceva un grande scrittore russo (Lev Tolstoj) che “la legge degli uomini è come la banderuola di un vecchio campanile che varia e si muove secondo come spirano i venti” e, purtroppo, i forti venti che attraversano il continente oggi sono tutti quelli dell’arrogante oligarchia finanziaria (che cerca di proteggere se stessa a tutti i costi con la compiacenza dei legislatori europei) e non certo quelli del piccolo risparmiatore.