Bisogna restare fermi in trincea, senza mai abbassare la guardia, per osservare l’andamento di un vero combattente. Questo vale anche per l’unico cantautore italiano venuto dal futuro, Luigi Tenco, del quale il 27 gennaio 2017 ricorrerà il cinquantesimo anniversario della tragica scomparsa.
Il canzoniere del cantautore genovese ha anticipato i tempi, si è mosso a piccoli passi nell’ultimo mezzo secolo per conquistare quella dignità letteraria che gli fu negata.
Tenco, dall’alto della sua garbatezza, ha fatto una piccola grande rivoluzione senza ispirarsi a nessuno – Tenco esplora l’anima di Luigi – recintando l’esistenzialismo in una canzone per poi lanciarla nel divenire, tra il vivere rivoltoso di un Camus e la bellezza di impasto pasoliniano. Chi ne ha custodito la memoria in questo tempo lunghissimo?
Non di certo i soliti ritagli da rotocalco o i destimistificatori che hanno avvolto la sua morte nel mistero dei complotti. Per non parlare dei salotti televisivi, come il recente intervento in tv di Mogol all’interno di una trasmissione dedicata allo stesso Rapetti, che ha costretto la famiglia di Luigi a puntualizzare:
Questo è il dolore più grande che noi familiari abbiamo provato nel guardare il programma ‘Viva Mogol’ che continua a mancare di rispetto al ragazzo di 28 anni che Luigi era, offendendone persino la memoria. Pertanto non possiamo che ritenere questo programma di bassa qualità e di totale disinformazione, per ciò che riguarda la parte di Luigi Tenco!
Tenendo da parte gli spiacevoli episodi, la bellezza di Luigi permane per fortuna nell’attività del Club Tenco, atto di generosità del compianto Amilcare Rambaldi risalente al 1972. La missione non è stata creare un fan club, come ribadisce sempre Enrico de Angelis, ma una valvola in apertura sulla nuova canzone d’autore in Italia e nel mondo.
Come avremmo fatto in tutti questi decenni senza il Club Tenco a combattere il morbo che ci assale, quello della perdita della memoria? Il Premio Tenco, giunto alla quarantesima edizione, è il pupillo di chi ha concentrato fatica, testardaggine e lucida consapevolezza per trovare in altri l’eredità lasciata da Luigi.
La terza serata dell’edizione 2016, che ha visto sul palco dell’Ariston di Sanremo alcuni nati post-1967 della musica italiana vidimare le memorie future del canzoniere di Tenco, è passata tra le vocalità pastose di Marina Rei, il tocco elegante di Vanessa Tagliabue Yorke, le divagazioni trombettistiche di Roy Paci o le stregonerie musicali di Morgan. Gli arrangiamenti spericolati e ricchi di sfumature del M° Mauro Ottolini hanno confermato che Luigi Tenco resta l’uomo del futuro della canzone d’autore in Italia.
E’ ora che il Servizio Pubblico torni a trasmettere in diretta il Premio Tenco, senza lasciarlo ammuffire negli sgabuzzini del palinsesto televisivo. Se cinquanta centesimi di euro del nostro canone tv fossero destinati a Tenco, nel cinquantennale del 2017 potremmo rivedere sul piccolo schermo questo meraviglioso concerto a più voci applaudito all’Ariston.
In apertura ho ribadito che bisogna restare fermi in trincea, senza mai abbassare la guardia, per osservare l’andamento di un vero combattente. Dopo la scomparsa prematura di Tenco, i combattenti sono stati quelli del Club Tenco e tutti noi convinti che questo canzoniere letterario continui a vagare nel cosmo.
Se oggi abbiamo imparato a decifrare l’anima della nostra esistenza lo dobbiamo anche a Luigi.
Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà,
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà.
Finalmente qualcosa è cambiato, esattamente dopo 40 anni di Premio Tenco.