Banchiere di provinciaMPS; il vero/falso Mercato… e le BCC vivono di concorrenza

Battiamo l’argomento finché è caldo e questa settimana il tema bancario principe non si discute: è MPS. Con un’avvertenza, però: io non parlo del rush azionario, delle montagne russe su cui ha viag...

Battiamo l’argomento finché è caldo e questa settimana il tema bancario principe non si discute: è MPS. Con un’avvertenza, però: io non parlo del rush azionario, delle montagne russe su cui ha viaggiato e sta viaggiando il titolo. Voglio invece parlare delle incongruenze legate al piano industriale dei prossimi anni. Fuori uno: le fees alle banche che seguiranno il progetto di rilancio saranno pagate solo in caso di successo ( wow!, di solito si vince la medaglia solo se si vince).

Avanti il prossimo ed è la differenza (o sarebbe meglio dire la discrepanza?) tra mezzi e obiettivi. Obiettivi: se i piani prevedono la chiusura di 500 filiali con 2.600 tagli e una forte spinta alla digitalizzazione, come si conciliano con i progetti di essere banca “concentrata sul retail e sullo small business”? Mezzi: si è detto e si è letto di tutto in questa settimana, compreso il fatto che -questo un po’ sottotraccia a dir la verità- che ci sarebbe la possibilità di un intervento pubblico come extrema ratio. Quando si dice corsi e ricorsi della storia.

Insomma, vedo una banca che utilizza tutte le leve “fuori mercato” per andare sul mercato delle banche minori (o less significant), BCC in primis, che delle sole regole di mercato vivono.

Traggo le mie conclusioni: una banca sistemica – che quindi, per definizione, non può fallire- utilizza tutte le leve messe a disposizione dalla collettività (nella prima repubblica si diceva apertamente “socializzare i debiti”) e in più, udite udite, chiede ai possessori retail di subordinati di convertirli. Domanda: ma perché una banca che vuole andare verso lo small business vende subordinati alla clientela retail? Insomma, vedo una banca che utilizza tutte le leve “fuori mercato” per andare sul mercato delle banche minori (o less significant), BCC in primis, che delle sole regole di mercato vivono. Mi spiace ricordarlo, ma nel 2011 proprio MPS, allora in grave crisi di liquidità, uccise il mercato proponendo tassi sui depositi che non posso che definire folli. Non demonizzo la concorrenza, ma che sia concorrenza vera. Questa è tutt’altro.

MPS potrebbe essere l’ennesimo caso in cui la grande dimensione per sopravvivere nel mercato ha bisogno di strumenti “fuori mercato”. In un mercato vero si farebbero i conti con il rischio d’impresa, che qui non vedo nemmeno con il microscopio, perché tanto se va male ai grandi, paga pantalone.

La storia, ancora una volta, non è stata maestra di vita, perché il nuovo corso di MPS potrebbe essere l’ennesimo caso in cui la grande dimensione per sopravvivere nel mercato ha bisogno di strumenti “fuori mercato”. In un mercato vero si farebbero i conti con il rischio d’impresa, che qui non vedo nemmeno con il microscopio, perché tanto se va male ai grandi, paga pantalone. A me sembra il colmo che a chiedere la concorrenza vera sia chi vive di cooperazione: a voi no?