Quando ci vuole, ci vuole. Ho scritto tanti post critici sugli euro burocrati nei mesi scorsi, ma sono contento, adesso, di spenderne uno dal tono completamente diverso. E sono due le ragioni di soddisfazione. Primo: perché la riforma delle regole bancarie europee varata ieri dalla Commissione fa propria una misura chiesta con grande convinzione dalle banche italiane già tre anni fa; una misura che considera la peculiarità della struttura imprenditoriale italiana, basata sulle piccole e medie imprese. La revisione del regolamento sui requisiti di capitale del 2013 conferma il “fattore di sostegno alle Pmi” estendendolo di un milione e mezzo di euro. «Le Pmi sono uno dei pilastri dell’economia dell’Unione europea -scrive la Commissione nella proposta di modifica del regolamento- in quanto svolgono un ruolo fondamentale nel generare crescita e creare posti di lavoro. Considerato che comportano un rischio sistemico più basso rispetto alle grandi imprese, i requisiti di capitale per l’esposizione nei loro confronti dovrebbero essere più bassi, in modo da assicurare un finanziamento ottimale».
la riforma delle regole bancarie europee varata ieri dalla Commissione fa propria una misura chiesta con grande convinzione dalle banche italiane già tre anni fa; una misura che considera la peculiarità della struttura imprenditoriale italiana, basata sulle piccole e medie imprese.
La misura, come dichiarato dal direttore generale di Federcasse Sergio Gatti, ha permesso alle BCC di aumentare la capacità di credito potenziale da 10 a 20 volte, mentre a livello di sistema bancario pompa diversi miliardi di euro in più. Secondo: perché per le banche più piccole, e fra queste le cooperative, sarà applicato il principio della proporzionalità alle regole sulle retribuzioni dei manager e sulle politiche dei bonus. Si tratta di una marcia indietro rispetto alle norme introdotte tre anni fa e che, finalmente, si è compreso non avere molto senso per le banche più piccole e per i bonus di modesta entità. Non è l’optimum –come non ha mancato di sottolineare Gatti–, che sarebbe avere norme specifiche per categorie di banche, ma è indiscutibilmente un primo passo o, come titola il Sole 24 Ore, “Il primo segnale per la crescita. Primo segnale perché –ricorda Onida nel suo fondo– le sofferenze accumulate a livello europeo superano il trilione di euro lordi. Non credo di essere l’unico ad avere difficoltà nel concepire una cifra del genere; mi piacerebbe però che si tenesse presente quando si fa terrorismo sulla fragilità del sistema bancario italiano in genere e sulle piccole in particolare.
le sofferenze accumulate a livello europeo superano il trilione di euro lordi. Non credo di essere l’unico ad avere difficoltà nel concepire una cifra del genere; mi piacerebbe però che si tenesse presente quando si fa terrorismo sulla fragilità del sistema bancario italiano in genere e sulle piccole in particolare.