Banca(rotta)Fandonie di Stato: “Le nostre banche? Più che mai solide!” Così “solide” da non farcela a restare a galla… e affondare!

Prendiamo spunto da un precedente post (quello dal titolo I guai di Veneto Banca con l'A.G.C.M. e la reputazione delle banche ai minimi storici: di chi la responsabilità maggiore? "Dei clienti igno...

Prendiamo spunto da un precedente post (quello dal titolo I guai di Veneto Banca con l’A.G.C.M. e la reputazione delle banche ai minimi storici: di chi la responsabilità maggiore? “Dei clienti ignoranti”: parola di Consob (ma non solo)) per fare un punto della situazione sulle condizioni in cui versa il sistema bancario italiano, a distanza di poco più di un anno dal decreto governativo che determinò la risoluzione delle oramai famose quattro banche.

A tale scopo andremo a ritroso di un quinquennio circa, per fare un utile esercizio di memoria storica, riportando alla luce le dichiarazioni ufficiali delle varie personalità che si sono succedute al Governo della nostra nazione.

Non andremo oltre nel tempo (anche se sarebbe compito non troppo difficile) per non appesantire troppo la mole del presente contributo e perché riteniamo che la tesi che qui si vuole avvalorare risulterà in ogni caso già ben dimostrata e, cioè, che:

ogni e qualsivoglia Governo (di centro-sinistra o di centro-destra o “tecnico” o “del Presidente” che sia stato, poco importa!) che si è avvicendato alla guida del Paese ha sempre e comunque raccontato un mare di fandonie sulla vera situazione in cui versava e versa tuttora il sistema bancario nazionale.

Per verificare quanto sopra spostiamo le lancette di cinque anni circa indietro nel tempo, facendo una breve cronistoria, a favore del lettore, dei tre Governi che si sono susseguiti fino ad oggi. Il primo Governo che incontriamo è quello presieduto da Mario Monti, insediatosi il 16 novembre 2011 (quando sono stati incaricati tutti i ministri) e scioltosi 28 aprile 2013 (per un totale di un anno e mezzo circa).

Ad esso è succeduto il Governo presieduto da Enrico Letta, i cui ministri sono stati nominati il 28 aprile 2013 e rimasti in carica fino al 22 febbraio 2014 (per un totale esatto di 300 giorni), quando si è insediato il Governo presieduto da Matteo Renzi, che dopo la sconfitta elettorale nel referendum sulla riforma costituzione del 4 dicembre scorso è salito al Colle per formalizzare le proprie dimissioni (il cosa ne seguirà sarà cronaca di questi giorni).

Qui di seguito ci limiteremo a riportare acriticamente alcune dichiarazioni degli rappresentanti di spicco di questi tre Governi, che sono molto istruttive e dovrebbero avvalorare il detto che una nazione che non ha memoria storica, non possiede neanche un futuro roseo davanti.

Per far ciò cominciamo a ricordare cosa disse un rappresentante di Banca d’Italia – che dopo appena un anno e mezzo da tali dichiarazioni sarebbe diventato Ministro dell’Economia e delle Finanze – quando ancora era in carica il Governo guidato da Silvio Berlusconi (il Berlusconi IV per la precisione), in occasione della cerimonia per la sua premiazione all’Università Bocconi di Milano in qualità di “Alumnus dell’anno“:

Le banche italiane hanno un grado di solidità e di capitalizzazione assolutamente adeguato in relazione agli standard europei.


[Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale di Banca d’Italia, 7 ottobre 2011 (link)]

A tali affermazioni fece eco, già poco dopo il suo insediamento, Mario Monti, che, trovandosi a Parigi per una visita ufficiale all’allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy, ebbe a dichiarare a France24:

“Il sistema bancario italiano è tra i più solidi. Penso che le difficoltà di Unicredit siano temporanee e soprattutto legate all’aumento di capitale.”


[Mario Monti, Presidente del Consiglio, 6 gennaio 2012 (link)]

Incontriamo in questo breve excursus di nuovo Fabrizio Saccomanni, che, diventato Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Letta, a margine di una riunione dell’Ecofin non ebbe alcuna remora nel dichiarare quanto segue:

“Le banche nazionali sono solide e non hanno alcun bisogno di essere salvate.”


[Fabrizio Saccomanni, Ministro dell’Economia e delle Finanze (Governo Letta), 14 maggio 2013 (link)]

Di analogo tenore le dichiarazioni congiunte del Governo (per bocca del suo Primo Ministro e del Ministro del M.E.F.) e di Banca d’Italia all’uscita da una riunione a Roma che così recitavano:

“La ripresa è vicina e il sistema bancario italiano è solido.”


[Enrico Letta, Presidente del Consiglio, Fabrizio Saccomanni, Ministro dell’Economia e delle Finanze ed Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, 5 agosto 2013 (link)]

Degne di nota sono anche le affermazioni di Mario Monti, che, a distanza di due anni e mezzo circa dalla sua decadenza dalla carica di Primo Ministro, in una intervista al quotidiano “La Repubblica” teneva a precisare quanto segue:

“Quando ero premier le banche erano in buone condizioni e nessuno ne chiedeva il salvataggio. Il vero salvataggio lo facemmo ridando solidità ai titoli di Stato.”


[Mario Monti, ex Presidente del Consiglio, 21 dicembre 2015 (link)]

Pochi giorni dopo tale dichiarazione ed in piena tempesta derivante dalla decretata risoluzione delle quattro banche, il Primo Ministro Renzi nella sede istituzionale di Palazzo Chigi (in occasione della conferenza stampa di fine anno) categoricamente affermava:

Non c’e’ rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide (di tante banche europee) e non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento.”


[Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, 29 dicembre 2015 (link)]

Gli faceva eco il Ministro dell’Economia e delle Finanze con quello che il quotidiano torinese definì ironicamente “il mantra delle banche italiane“:

“Malgrado le turbolenze, il sistema bancario italiano è solido, va avanti e non a caso viene considerato uno dei più affidabili e attraenti dove investire. Non c’è un rischio sistemico: le banche italiane sono molto più solide di quelle di altri Paesi.”


[Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, 20 gennaio 2016 (link)]

Solo un giorno dopo interveniva di nuovo il Primo Ministro Renzi, il quale, in occasione di una intervista concessa alla trasmissione di Rai Uno “Porta a porta“, puntualizzava quanto segue:

“Dal 2007 al 2013 i governi (europei) hanno aiutato le banche, i governi italiani hanno scelto di non fare niente. Io sarei intervenuto come hanno fatto altri paesi, non è che la Merkel è meno intelligente di noi. Ma nonostante non si sia intervenuto le nostre banche sono più solide di quelle tedesche.”


[Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, 21 gennaio 2016 (link)]

In occasione della riunione dei ministri finanziari e delle banche centrali del G20 a Chengdu in Cina il Ministro del M.E.F. ed il Governatore di Bankitalia pochi mesi fa ancora affermavano, pressoché all’unisono:

“Pier Carlo Padoan: «(Si tratta solo di) pochi casi circoscritti: non c’è alcun rischio perché il sistema delle banche italiane è solido». Ignazio Visco: «C’è da chiarire con molta forza che non c’è da affrontare la questione delle banche italiane come problema di sistema, piuttosto come un problema di alcune banche».”


[Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze e Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, 24 luglio 2016 (link)]

Infine, arrivando praticamente ai nostri giorni e più precisamente ad una settimana fa circa, segnaliamo che il Ministro dell’Economia, qualche giorno prima del referendum sulla riforma costituzionale, in occasione di una sua partecipazione alla trasmissione di Rai 3 “Cartabianca“, parlando di banche nuovamente rassicurava:

“Il Financial Times ha detto che ci sarà una crisi finanziaria se vince il No. Questa cosa è sbagliata perché il sistema bancario italiano nel suo complesso è solido, almeno solido quanto gli altri.”


[Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, 1 dicembre 2016 (link)]

Preso per buono quanto sopra, il fatto che, ad esempio:

►Ÿ i risparmiatori (azionisti ed obbligazionisti subordinati) delle quattro banche risolte siano stati “azzerati”;

Ÿ► il valore delle azioni di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sia crollato, facendo incassare perdite multimilionarie ai piccoli azionisti;

►Ÿ sempre Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e qualche altra banca sia dovuta ricorrere al fondo Atlante per garantirsi la sopravvivenza;

►Ÿ M.P.S. abbia proposto la “conversione facoltativa” agli obbligazionisti subordinati e stia ancora cercando i sottoscrittori di un aumento di capitale di svariati miliardi di euro;

►Ÿ Unicredit abbia necessità di un aumento di capitale stimato fra gli 8 ed i 13 miliardi di euro;

Ÿ► si stia cominciando a valutare l’intervento dello Stato per la messa in sicurezza dell’intero sistema bancario,

come possono essere questi fatti – sfortunatamente tutti crudamente reali e seri – conciliabili con la rappresentazione da “Alice nel Paese delle Meraviglie” tratteggiata nelle affermazioni sopra riportate?

Una risposta, davvero poco rassicurante, può essere la seguente:

lo Stato (nelle sue varie articolazioni: Governo, Banca d’Italia, Consob, etc.) ha mentito spudoratamente e sistematicamente (per svariati motivi, nessuno dei quali condivisibile!) ai propri cittadini.

C’è eventualmente un’altra possibilità, ma non siamo affatto sicuri che sia migliore della precedente:

lo Stato non ha capito (per incompetenza o negligenza o complicità? per un mix di queste cose o altro?) cosa stesse realmente succedendo nel sistema bancario ed ha sottovalutato i molti segnali, restando irresponsabilmente inerte davanti al grave deteriorarsi della situazione.

Domanda: quale delle due ipotesi vi fa dormire sonni più tranquilli o, meglio, meno agitati?!?