Pop cornLe note del Jazz nel cuore della città antica

Nel Jazz club della Potenza antica, un piano, un contrabbasso ed una batteria si sono dati appuntamento sotto la luna, per un incontro d’amore romantico e sensuale. Andrea Candela al piano, Tommaso...

Nel Jazz club della Potenza antica, un piano, un contrabbasso ed una batteria si sono dati appuntamento sotto la luna, per un incontro d’amore romantico e sensuale. Andrea Candela al piano, Tommaso Scannapieco al contrabasso, e Andrea Nunzi alla batteria, hanno suonato magnificamente negli spazi del circolo Gocce d’Autore, che di giovedì si trasforma nel Cotton Club o nel Savoy di New York. Tavoli e poltroncine, corde pizzicate, tamburi accarezzati, tasti del pianoforte spinti ad un ritmo antico e deciso, lento e sostenuto. Ad ogni inizio il pianista dà il tempo con la voce, uno sguardo di complicità con il batterista e le note iniziano a vivere e vibrare, tra le mura bianche del club, colorate solo di arte dipinta su tele appese in bella mostra per farsi ammirare.

Il jazz del trio è deciso, raggiunge il sublime e si lascia ascoltare, ma è troppo veloce e non lo puoi facilmente acchiappare. Non resta che farsi sedurre, lasciarsi corteggiare. Il pianista nel suo assolo, ci prende per mano e ci conduce sicuro e leggero nei campi immensi di lavanda, bagnata dal vento e protetta dal sole, distesi tra l’altopiano di Valensole e il massiccio del del Luberon, nell’alta Provenza. Il rullante è un lino leggero, che sventola libero e vivo sotto i colpi del contrabbasso che batte come un cuore un giovane e forte, sicuro. Quando suonano We see, di Thelonious Monk, il trio si esalta, il pubblico si inebria tanto che le mani, le gambe e la testa non riescono a stare ferme. Si agitano all’impazzata le note e i pensieri, liberi come coriandoli in una festa di luci e colori. Non serve mettersi in auto, prendere un treno o salire su un aereo, il jazz ti porta ovunque tu voglia arrivare, se gli dai fiducia e gli concedi la mano, ti conduce in posti segreti e mai immaginati, se lo lasci fare.

La nostra fortuna è che aveva ragione Coltrane, che nelle note di copertina scritte per l’album Meditation disse: “Non c’è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da sperimentare. E c’è la necessità di purificare sempre più questi sentimenti, questi suoni, per arrivare ad immaginare allo stato puro ciò che abbiamo scoperto. In modo da riuscire a vedere con maggior chiarezza ciò che siamo. Solo così riusciamo a dare a chi ci ascolta l’essenza, il meglio di ciò che siamo”. Con questi ritmi e queste passioni, l’autunno del Jazz club di Potenza può davvero iniziare.

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