Blog Notes di MartaAdottare una Guglia del Duomo di Milano senza neanche sapere quanto si è donato

E' vero che finire in pasto ai giornalisti non è sempre un'esperienza piacevole, ma si sa. E quindi si potrebbe arrivare preparati quantomeno alle domande più spontanee che i perenni precari dediti...

E’ vero che finire in pasto ai giornalisti non è sempre un’esperienza piacevole, ma si sa. E quindi si potrebbe arrivare preparati quantomeno alle domande più spontanee che i perenni precari dediti all’informazione potrebbero rivolgere al protagonista di una conferenza stampa. Questa mattina, martedì 15 maggio, è stata organizzata dalla Veneranda Fabbrica del Duomo a Milano la presentazione dell’adesione dell’azienda Mapei al progetto “Adotta una guglia”, ovvero all’idea proposta 6 anni fa a chiunque, privato cittadino, società, volesse sostenere il restauro di una delle 135 guglie presenti: con un’offerta libera è possibile avere il proprio nome su una di queste e collaborare per il suo mantenimento. Mapei è una storica azienda di Milano che dal 1937 produce prodotti chimici per l’edilizia, adesivi e sigillanti. Giorgio Squinzi, milanese, amministratore unico di Mapei, ha dichiarato di essere “orgoglioso delle sue origini e onorato di aver adottato una guglia”. Peccato che alla domanda: “Quanto ha donato al Duomo per adottarla?” Squinzi ha tentennato e dichiarato di non saperlo. La moglie non ha saputo venirgli in aiuto dalle prime file della sala, e si è cercato di posticipare la rivelazione di tale importante cifra una volta consultati gli esperti del marketing e economici dell’azienda (la cifra donata è di 150mila euro, dopo si è saputo). Peccato, non ci si sarebbe aspettati tale disattenzione dato che lo stesso Squinzi poco prima aveva snocciolato abilmente a memoria che nella sua azienda su 10mila dipendenti ben 800 fanno ricerca e di questi la metà sono a Milano. Per aggiungere poi prontamente che sarebbero pronti a dare il proprio contributo alla buona conservazione delle guglie stesse col proprio lavoro, rendendosi quindi disponibile, cosa interessante del resto anche per Mapei, a mettere a disposizione il laboratorio di ricerca dell’azienda dedicato ai materiali capaci di prolungare la vita delle pietre. Quelle del Duomo, infatti, sarebbero a rischio perchè tendono ad assorbire facilmente acqua. Allora, però, diciamolo: se la Mapei è interessata al Duomo per rimetterlo a posto forse non era necessario passare per l’azione benevola di voler adottare una guglia. Magari sarebbe bastato proporre i propri prodotti alla Fabbrica del Duomo, che certamente avrebbe avuto l’esperienza per trattare l’affare. La Veneranda infatti esiste dal 1387, ovvero da quando Gian Galeazzo Visconti, allora Signore della Città, decise di progettare lo stesso Duomo di Milano. E’ un’ istituzione tutt’ora privata e promotrice di diverse occasioni d’incontro rivolte alla città, oltre che incaricata di ogni lavoro riguardante la manutenzione perfetta del Duomo. E’ suo compito anche trovare i finanziamenti per i continui restauri e l’esperienza in ogni ambito d’azione è chiaramente plurisecolare. Se l’adozione di una guglia era soltanto di uno spot al punto di non conoscere l’importo donato, la Mapei poteva evitare l’azione, che purtroppo, per come è sembrata stamattina, è risultata dal sapore pseudo benevolo.

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