PromemoriaGod save Mattarella

Quando si dice l'azione di un presidente in tempi di cedimento di sistema. Le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella mettono l'unico cerotto lenitivo alla ferita provocata dai veti e dalle i...

Quando si dice l’azione di un presidente in tempi di cedimento di sistema. Le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella mettono l’unico cerotto lenitivo alla ferita provocata dai veti e dalle improvvisazioni di una politica i cui leader si sono rivelati inadeguati e miopi.

Per il nuovo (inesperto) che avanza è arrivato lo schiaffone (garbato) di chi invece è esperto della moderazione e della decisione come loè stato il presidente Mattarella il quale evidentemente si è fatto – a norma della carta costituzionale – garante dell’unità nazionale. Sì perchè una nazione è unita se, nei casi gravi che contano, i suoi politici guardano in avanti e hanno fiato lungo, responsabilità e consapevolezza del ruolo loro affidato, sopratutto di fronte alle istanze generali piuttosto che imprigionati nel loro “particulare“. Si dirà che per definizione un partito è una “parte” e quindi parziale ontologicamente; ma stavolta la friabilità dei protagonisti di oggi è stata sorprendente oltreché sconfortante.

Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza essere neanche avviata … Scelgano i partiti, in Parlamento, tra queste soluzioni alternative… o un governo neutrale ma pienamente in carica fino al fine anno o nuove elezioni subito!


Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

L’attuale panorama politico (penso anzitutto ai cosidetti vincitori ) si è rivelato così fragile, così tenero che si è sfaldato con un grissino, totalmente travolto dal proprio ego ipertrofico e sopratutto incapace di trovare uno spazio di tregua temporanea ponendo magari le basi per la sistemazione della legge elettorale, la salvaguardia di alcuni dossier economici e prepararsi ad una campagna elettorale meno cinica e opportunista. Ma – direbbe Ilvo Diamanti – questi figli della popolocrazia ovvero questi protagonisti della pseudo terza repubblica (siamo alla fotocopia sbiadita e penosa della Prima) non hanno avuto probabilmente il coraggio di trasformare il consenso in una capacità di negoziazione non necessariamente sinonimo di azione al ribasso. Dunque un Parlamento mai nato (inedito repubblicano) che abortisce se stesso e si va verso il cosidetto governo neutrale e «di servizio» fino a dicembre composto da personalità neutrali: è la via d’uscita proposta dal Quirinale.

Sarà interessante – con tempi così stretti – vedere la faccia dei protagonisti (ciascuno ha i propri torti distribuiti anch’essi su base proporzionale…) presentarsi agli italiani con la stessa modalità di mesi fa: i cinquestelle e la lega che alzano il tiro con nuovi redditi di cittadinanza e flat tax al 5 per cento mentre nel campo di centrosinistra voleranno gli stracci di quel che rimane. Uno spettacolo che tradisce un deficit di responsabilità istituzionale e palesa un tasso di disamore per il bene comune che lascia impietriti. Come ha scritto il direttore, al termine di questi due mesi stupidi, il cerino alla fine è rimasto in mano agli italiani il cui torto probabilmente è aver sopravvalutato gli attuali leader. Al paese da oggi va spiegato che si vota con pancia (sentimento) e con la testa (ragione) ma sopratutto va colmato un vuoto di verità attraverso programmi credibili, ragionamenti sinceri e volontà politica di spessore.

Sulle macerie ci è rimasto il presidente Mattarella ed è per questo che molti dicono… God save Mattarella !

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