Una sorta di Umanesimo 2.0 in cui l’uomo (nella declinazione di “utente”) torna al centro dell’universo ed è di nuovo artefice delle sue fortune, in senso più esteso: la tecnologia sta trasformando quasi ogni campo della nostra vita e la finanza è solo l’ultimo dei comparti che sta affrontando la rivoluzione verso un nuovo approccio che metta appunto al centro la “user experience“.
Utente artefice delle sue fortune (anche nel trading)
L’utente è al centro innanzitutto delle nuove forme di investimento che si stanno sviluppando grazie ai canali digitali, come nel caso del social trading che mette a frutto due caratteristiche tipiche di Internet, ovvero la possibilità di ottenere informazioni e quella di operare direttamente senza intermediari: su investingoal, uno tra i portali più noti dedicati a questo tema, si spiega che la novità sta nella possibilità di confrontare le strategie dei principali investitori globali per mettere a punto la propria personale linea d’azione apprendendo le mosse dei trader internazionali per massimizzare le proprie opportunità di guadagno.
Anche le banche si attrezzano
Più in generale, sta cambiando completamente lo scenario finanziario con i gruppi bancari che stanno affrontando questa fase, soprattutto dopo l’entrata in vigore della normativa europea battezzata PSD2 (ovvero, Payment Service Direttive 2), che regola e agevola i pagamenti digitali; l’ultimo esempio in tal senso arriva dalla collaborazione tra BE e un importante gruppo europeo per l’adozione delle procedure verso questo obiettivo.
La customer experience centrale per l’open banking
Sul fondo c’è la filosofia del cosiddetto “Open Banking“, un processo che mette a disposizione degli utenti servizi più aperti, più accessibili e più facili da utilizzare e che spinge quindi le aziende di ogni tipo (e soprattutto gli istituti bancari tradizionali) ad innalzare l’esperienza cliente per evitare di finire travolto dalla concorrenza, cercando di perseguire l’obiettivo di garantire un livello massimo di customer experience nella propria trasformazione digitale.
Nessuna barriera tra fisico e virtuale
Per dare dei numeri, gli analisti internazionali stimano che già entro la fine di quest’anno circa il 70 % delle aziende globali avrà completato cambiamenti operativi sulla base della trasformazione dei modelli di business causata dalla crescente importanza della customer experience che produrranno conseguenze concrete nel modo di relazionarsi con i consumatori, gli utenti, i cittadini. Un primo effetto ci sarà entro il 2020 con il 40 % dei principali brand mondiali che potrà offrire un’esperienza digitale consistente e continua fuori e dentro uno store, un’agenzia o una filiale, senza distinzione tra fisico e virtuale.
L’impatto di intelligenza artificiale e realtà integrata
Un ulteriore supporto per questi traguardi sarà fornito dall’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale e di realtà aumentata che permetteranno alle aziende di superare i “vecchi” concetti di canale di vendita e di omnicanalità attraverso nuove interfacce sempre più estese verso i consumatori; in particolare, si prevede che a partire dal 2019 la realtà aumentata diventerà sempre più la normalità, al punto che sarà integrata in circa il 20 % dei processi di customer experience, mentre entro il 2021 il 10 % delle vendite sarà indirizzato attraverso l’interazione realizzata grazie alla voce con assistenti digitali.