Doromizu – Se esiste un mondo giapponese che merita di essere raccontato lo trovate nelle pagine del bellissimo romanzo d’esordio di Mario Vattani “Doromizu – Acqua Torbida”, uscito ormai un paio di anni fa per Mondadori. Ho amato molto questo romanzo che ho letto tutto d’un fiato. Doromizu ha vari pregi, primo fra tutti la scrittura, ritmica e precisa, che porta a inseguire pagina dopo pagina la storia, ovvero le avventure – ma sarebbe meglio dire disavventure – del protagonista, il giovane apolide Alex Merisi che spera di aver trovato nel Giappone un punto di riferimento, un luogo nel quale realizzare i propri sogni e dare un senso alla propria esistenza. Al suo esordio, l’originalità della trama – il racconto della Tokyo underground che solo chi conosce davvero Tokyo può fare – ha probabilmente fatto passare in secondo piano il valore della scrittura che, a due anni dalla pubblicazione, potrebbe invece diventare il motivo valido per riprenderlo i mano e rileggerlo. Vattani è bravissimo nelle descrizioni degli ambienti giapponesi, del dettaglio che fa la differenza – mi viene in mente quella delle ciabatte di plastica che indossa uno dei poliziotti – e che ci introduce così nell’universo nipponico. Tra i tanti pregi di questo romanzo c’è anche quello di avere un risvolto raffinatamente pornografico, assolutamente necessario se vogliamo parlare di Giappone, perché se qualcuno pensa che Doromizu sia un romanzo “sull’altro Giappone”, significa che il Giappone non lo conosce o che non ne ha capito niente. Da leggere.
29 Marzo 2019