BabeleCresce il lavoro grigio, una vera piaga nazionale

Il cosiddetto lavoro grigio è una vera e propria piaga nel nostro paese, un illecito che ovviamente va considerato deplorevole in quanto tale ma che, allo stesso tempo, è molto subdolo in quanto me...

Il cosiddetto lavoro grigio è una vera e propria piaga nel nostro paese, un illecito che ovviamente va considerato deplorevole in quanto tale ma che, allo stesso tempo, è molto subdolo in quanto meno semplice da smascherare.

In diverse zone d’Italia, nelle scorse settimane, realtà quali sindacati, Ispettorato del Lavoro e altre istituzioni hanno denunciato la preoccupante crescita del fenomeno: di questo problema si è parlato a Grosseto, ad esempio, e anche a Verona, una provincia che gode peraltro di una buona floridità occupazionale e in cui la presenza di simili irregolarità potrebbero suonare come una vera sorpresa.

Ma che cos’è esattamente il lavoro grigio? Cosa lo distingue dal lavoro nero? Cerchiamo di fare il punto.

I numerosi oneri a carico del datore di lavoro

Come noto, al datore di lavoro spettano una serie di oneri, a cominciare dal fatto che i dipendenti devono essere regolarmente assunti, devono ricevere i contributi previdenziali, devono essere formati contro i rischi sul lavoro e devono essere dotati, laddove necessario, dei cosiddetti DPI, dispositivi di protezione individuale.

Altri oneri riguardano l’organizzazione dell’azienda: tra i dipendenti deve essere nominato un addetto al primo soccorso, stesso dicasi per l’addetto antincendio, e in tale ottica l’imprenditore deve fare seguire ai lavoratori designati dei corsi specifici (segnalo a riguardo lisaservizi.it).

La gamma di obblighi a carico del datore di lavoro è dunque molto vasta, e varia in relazione al tipo di attività che viene svolta; è evidente che laddove dovesse esserci un controllo da parte di una qualsiasi autorità preposta, il riscontro di inadempienze implica delle sanzioni più o meno ingenti.

Il lavoro grigio come strumento per aggirare i controlli

Ogni imprenditore, ovviamente, desidera evitare situazioni di questo tipo ed è ben consapevole del fatto che il lavoro nero rappresenti un forte rischio in quest’ottica: impiegare dei lavoratori senza riconoscer loro una busta paga, senza comunicare regolarmente la loro assunzione e senza retribuirli lo esporrebbe a delle sanzioni pressoché certe.

Proprio per questo motivo alcuni imprenditori disonesti ricorrono al cosiddetto “lavoro grigio”, ovvero una condizione di regolarità fittizia, o meglio di regolarità apparente, la quale cela in realtà delle grosse irregolarità le quali sono tuttavia difficili da cogliere nel corso di un controllo.

Le dinamiche più tipiche del lavoro grigio

Le dinamiche tipiche del lavoro grigio sono numerose, e conoscerle è senz’altro molto utile.

Una delle più frequenti è senz’altro quella di far firmare al dipendente un contratto che prevede un determinato numero di ore di lavoro settimanali le quali tuttavia, nella realtà, sono molte di più: è molto frequente ad esempio che lavoratori con un contratto part time lavorino in realtà full time, oppure che lavoratori full time e regolarmente impiegati come tali svolgano sistematicamente, senza alcuna retribuzione supplementare, delle ore di straordinario.

Alcuni imprenditori pagano i loro dipendenti anche per le ore di lavoro supplementari non dichiarate, ma riconoscendo loro un pagamento in nero “extra busta paga”; per quanto ciò sia economicamente meno spiacevole per il lavoratore rispetto alla situazione menzionata in precedenza, si tratta comunque di una grave irregolarità.

Una pratica simile a questa è inoltre quella in cui il datore di lavoro obbliga il dipendente a restituirgli in contanti una parte dello stipendio: la legge stabilisce infatti che lo stipendio debba essere pagato tramite strumenti tracciabili, di conseguenza gli imprenditori disonesti riconoscono uno stipendio inferiore rispetto a quello realmente riconosciuto facendo ricorso a questo vile stratagemma.

Si può parlare di lavoro grigio anche laddove il contratto di lavoro riguardi una mansione differente rispetto a quella che il dipendente è effettivamente chiamato a svolgere in azienda; in questi casi, ovviamente, sul contratto viene dichiarata una mansione meno onerosa sulla base delle retribuzioni previste dal CCNL.

La necessità di controlli più precisi ed approfonditi

Purtroppo tantissime persone, avendo esigenza di lavorare, accettano queste situazioni, tuttavia è evidente che si tratti di irregolarità e che nel prestare la loro opera non ricevono quanto in realtà gli spetterebbe.

Il pericoloso diffondersi del lavoro grigio, dunque, implica la necessità di effettuare dei controlli molto più scrupolosi ed approfonditi, i quali tengano in considerazione le reali ore di lavoro compiute dai dipendenti, nonché le mansioni per le quali sono contrattualizzati.

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