Mentre in Italia i numeri dei contagiati da Covid 19 continuano la loro discesa, ma la soglia di attenzione deve restare sempre molto alta, in alzune zone del pianeta il virus non conosce sosta. America latina, Iran e India (quasi 11 mila contagi nelle ultime 24 ore) sono alcune delle aree più colpite ed ancora in attesa di raggiungere il famigerato picco. I vari studi per mettere a punto un vaccino sono in corso ma i tempi di attesa per poterlo somministrare alla popolazione mondiale non saranno così immediati. Ci sono però importanti studi e ricerche scientifiche sull’utilizzo del plasma di pazienti guariti che lasciano ben sperare. E’ stato appena pubblicato su “Transfusion and Apheresis Science”, la rivista della Associazione Mondiale di Aferesi edita da Elsevier, un lavoro di una coppia di medici italiani dal titolo “Convalescent plasma from COVID 19 patients enhances intensive care unit survival rate. A preliminary report.”. Il report pubblicato dal dr. Italo Cantore (AOR San Carlo, Potenza) e dalla dr.ssa Paola Valente (Ospedale Bambino Gesù IRCCS, Roma) è la prima comparazione pubblicata in letteratura tra un gruppo di pazienti COVID-19 in terapia intensiva non trattati con il plasma di pazienti guariti ed un altro gruppo di pazienti in terapia intensiva che sono stati sottoposti a questa procedura, con riscontri statisticamente significativi in termini di riduzione di mortalità nel secondo gruppo.
Il primo gruppo è costituito dai 34 pazienti in terapia intensiva in regione Basilicata, il gruppo dei pazienti che hanno ricevuto il plasma è costituito dai 19 casi cinesi pubblicati in letteratura in 3 diversi lavori, in entrambi i casi al tempo di scrittura del lavoro. Il rapporto degenti/deceduti per i pazienti della regione del sud Italia , sostanzialmente in linea con la media nazionale, è stato estrapolato dai dati pubblici diffusi dai bollettini di protezione civile. Sia il test di comparazione di medie che i valori di odds ratio indicano possibilità di netta riduzione della mortalità con il trattamento con il plasma di convalescenti.
Si tratta di uno studio preliminare, necessitante cioè di studi di conferma randomizzati, con campioni maggiori e più uniformi, tuttavia i dati statisticamente significativi emersi rappresentano un ulteriore stimolo alla diffusione dell’ utilizzo di plasma di pazienti guariti, il quale sembra essere oltre che efficace anche con indice molto basso di complicanze. Questo, in attesa di ulteriori report tra cui quello lombardo su decine di casi trattati, preso in considerazione tra i trials clinici governativi negli USA dove un procedura analoga è stata eseguita su centinaia di pazienti in molti centri.