Un misto di curiosità e preoccupazione caratterizza lo sguardo degli utenti e dei consumatori sui prossimi mesi, quelli successivi al lockdown imposto dalla necessità di limitare il più possibile la diffusione del COVID-19. Secondo gli esperti, servirà molto tempo per ritornare ai livelli di consumo e produttività esistenti nel periodo immediatamente precedente allo scoppio della pandemia (le stime prevedono una reale ripresa solo a partire dal 2021). I quasi due mesi di quarantena osservati da milioni di italiani tra marzo e maggio hanno avuto pesanti strascichi dal punto di vista economico ma hanno anche modificato, talvolta lievemente talvolta in maniera sensibile, le abitudini del consumatore medio (la crescita dello shopping online, ad esempio, è una delle conseguenze più evidenti).
Ad ogni modo, con l’allentamento delle misure per il contenimento del contagio, gli italiani sono tornati gradualmente allo shopping anche presso i tradizionali negozi fisici, facendo riprendere a poco a poco i consumi relativo all’acquisto di beni. Il quadro complessivo, però, risente degli effetti del lockdown, sia economici che psicologici: come sottolineato da un articolo pubblicato dalla versione online de Il Sole 24 Ore, le intenzioni d’acquisto degli italiani sono cresciute anche a giugno (+ 1.4%) rispetto al mese precedente; di contro, secondo il 73% dei consumatori interpellati a proposito, le tariffe sono aumentate mentre per circa i due terzi (67%) il reddito è inferiore a quello di febbraio (ultimo mese del 2020 prima del lockdown). Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio mensile Findomestic, diversi fattori fungono da deterrente rispetto al ritorno ad una piena propensione al consumo: tra questi, quello preminente è la paura di una seconda ondata di contagi, seguito dalla preoccupazione per le condizioni economiche generali del paese e la paura di contrarre il virus. In generale, emerge come gran parte del campione statistico riponga grossa fiducia negli incentivi di vario tipo, da quelli per l’acquisto di una bici o un monopattino a quelli per ristrutturare casa, benché oltre il 50% degli intervistati li consideri strumenti quantomeno complessi.
Il grande affidamento che molti italiani sembrano fare su bonus ed incentivi fa il paio con una certa preoccupazione per la congiuntura economica provocata dal COVID-19; in altre parole, molti utenti – specie se colpiti negativamente dal lockdown – sembrano voler attendere i dispositivi assistenziali approntati dal governo per affrontare le spese più onerose. L’incertezza per il prossimo futuro, determinata anche dalla crisi che ha afflitto diversi settori (anche dopo la graduale riapertura di tutte le attività economiche e commerciali), potrebbe spingere molte famiglie non solo a rinunciare a spese importanti ma anche a cercare un modo per alleggerire il bilancio familiare, riducendo il ‘peso’ di alcune voci, pur indispensabili, come ad esempio luce, gas, ADSL e linea telefonica.
A tal proposito, è sufficiente individuare un’offerta che preveda una tariffa migliore di quella già attiva. Cambiare gestore è una procedura legittima, grazie al cosiddetto “diritto di recesso”, secondo le modalità stabilite dal contratto sottoscritto dall’utente e dal fornitore del servizio. Più difficile è sondare il mercato alla ricerca di un pacchetto più conveniente, dal momento che sarebbe necessario conoscere tutti gli operatori attivi sul mercato e le loro proposte. Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi ad un portale specializzato nella comparazione di tariffe online, come ad esempio Salvaconto.it, che consente agli utenti di sfruttare un raffronto immediato delle offerte più recenti formulate dai vari operatore del settore selezionato. In tal modo, il potenziale cliente può prendere visione delle varie proposte contemporaneamente (anche in considerazione del fatto che spesso si tratta di offerte delimitate ad un breve lasso di tempo), così da poter individuare quella che si addice maggiormente alle proprie esigenze (tariffe al consumo, servizi offerte etc.) ed alle possibilità di spesa.