GovernDancePer chi vive fuori dalla realtà e poi si lamenta che la vita è difficile!

Prendersi le proprie responsabilità è un segno di intelligenza e di competenza

Sempre piu’ spesso la classe dirigente di questo Paese, frammentata, impoverita da una formazione politica ed economico-sociale di breve termine, dunque lontana dal bene collettivo, si lamenta di quanto sia difficile gestire e governare le imprese sul territorio e le istituzioni coi loro numerosi quanto disallineati comitati di governance.
Si lamenta senza comprendere che sino ad oggi, molti di loro sono cresciuti e hanno goduto di successi immeritati o, quantomeno, amplificati da media e social network , pompati da qualche prezzolato reputation manager, che sa fare anche di mediocri esecutori delle star.
E’ cosi che alcuni dei protagonisti della nostra scena economica e politica, alcuni leader ed ex-leader, o presunti tali, si trovano oggi ad interfacciarsi con complicazioni inimmaginabili sino a qualche mese fa. E di fronte al complicato mondo dei numeri, della necessità di visione strategica e a lungo termine, di fronte al bisogno di un mondo che oltre alla complicazione necessita semplificazione per poter ottimizzare a pieno la complessità insita in questa fase storica, si isterizzano, si perdono, si spezzano, svaniscono e fanno del panico la cifra della loro leadership. I contenuti che propongono sui tavoli da loro occupati e la produzione che le persone, loro collaboratori, sono in grado di fornire, è povera, sbagliata nelle tecnicalità, inaccettabile per gli interlocutori che invece hanno maggiore lucidità e concretezza. Per questo a volte svendiamo i nostri beni ad altri paesi, perché non abbiamo la lucidità di difenderli con perizia e competenza.
E’ sempre la stessa solfa: se sei cresciuto protetto da qualche “vecchio” che si è fatto con le sue mani, se sei stato privilegiato e coccolato perché rappresentavi la prima generazione alfabetizzata della famiglia, se ti sei preso il merito che altri ti hanno generosamente lasciato, sperando ne facessi un gradino per la tua crescita, anziché un piedistallo per la tua vanità, allora , oggi, sei povero. Povero di conoscenza della vita e della realtà. E la debolezza di pensare che sia colpa di altri, se non riesci a gestire la complessità, è la soluzione fin troppo facile per accollare alle istituzioni, al Paese e a chi lavora intorno a te, i risultati deludenti di una prassi insufficientemente efficace.
Aver vissuto fuori dai confini di una vita vera, fatta di fatiche e fallimenti, oltre che di apprendimenti e successi, fa si che gran parte dei nostri leader, grazie a Dio non tutti, siano fragili ed arrabbiati. Con tutto il sistema, fuorchè con se stessi.
Eppure possiamo crescere e rafforzarci solo se ci prendiamo le nostre responsabilità, anche le piu’ dolorose e vergognose, ognuno di noi ne ha. Non è mai troppo tardi per tornarci sopra e guardare con occhi diversi al futuro, facendo ammenda, creando nuovi modi e nuovi mondi.

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