Era da tanto che avevo in mente di approfondire la Storia dell’Iran, mi sono affidata a Farian Sabahi, giornalista, accademica e orientalista, italiana (suo padre è iraniano), avevo avuto modo di ascoltarla nel 2017 al Salone di Torino, da allora leggo i suoi articoli e la seguo su Twitter.
Il libro
L’Iran è uno dei paesi più affascinanti e complessi al mondo. Quale immagine riassume meglio la sua storia contemporanea? Le proteste di fine Ottocento per la vendita della concessione del tabacco a un cittadino inglese, che videro per la prima volta uniti il clero, i mercanti e le donne dell’harem reale? O forse il volto severo dell’ayatollah Khomeini di ritorno a Teheran dopo la rivoluzione del 1979 da cui ebbe origine la Repubblica islamica? La fotografia dei negoziatori internazionali che nel 2015 a Vienna annunciarono l’accordo sul nucleare che avrebbe dovuto portare alla rimozione delle sanzioni contro l’Iran? O i funerali del generale Soleimani, ucciso da un drone statunitense insieme a ogni tentativo di pacificazione tra i due paesi? Impossibile dirlo, come impossibile è descrivere un tappeto a partire da un solo filo. Farian Sabahi ci guida alla scoperta degli ultimi 130 anni di storia dell’Iran: da paese senza esercito né sistema amministrativo, come era la Persia sotto la dinastia dei Cagiari, al lancio in orbita da parte dei pasdaran del primo satellite fabbricato in Iran nell’aprile 2020; dal commercio dei pistacchi e del caviale a quello del petrolio; dall’occupazione degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale al precario equilibrio di patti e coalizioni negli anni della Guerra fredda; dal conflitto con l’Iraq di Saddam Hussein a quello con l’ISIS; fino alla difficile gestione della pandemia di Covid-19 sotto l’embargo di Trump.
La mia lettura
Leggere Storia dell’Iran di Farian Sabahi è stato appassionante grazie alla capacità dell’autrice di raccontare, spiegare, con un ritmo narrativo “avvincente” e mai didascalico e grazie al fatto che l’Iran è un paese particolare con una storia talmente ricca e così tante contraddizioni che mi ha sorpresa più di quanto mi aspettassi.
Io mi sono laureata a Perugia dove studiano molti iraniani e iracheni, durante l’Università ho avuto amici iraniani, un’amica sposata con un rifugiato politico iracheno, un’amica bahá’í, sui muri a Perugia era frequente vedere scritte in arabo o in farsi e assistere a incontri con studenti che discutevano della situazione politica del loro paese, con ciò voglio dire che è una cultura a cui non sono del tutto estranea e verso la quale non nutro pregiudizi.
Considerare l’Iran come uno dei Paesi del cosiddetto “asse del male” fa pensare dal momento che è stato lungamente vittima di ingerenze straniere, inglesi e russe soprattutto, le intromissioni sono state spesso senza scrupoli e le conseguenze per l’Iran si sono rivelate deleterie …
in Iran, quando accade qualcosa di inaspettato si dice “kar kar inglis ast” che vuol dire “è una macchinazione degli inglesi”
e non si può dargli torto visto che il percorso democratico che era stato intrapreso è fallito proprio a causa di macchinazioni straniere volte a proteggere interessi economici estranei al paese e Londra ha avuto un ruolo importante.
L’Iran è anche il paese di donne come Anis Dauleh che guidò la protesta dell’harem reale contro la concessione del tabacco, è il paese in cui nel 1906 era attivo, tra le classi più agiate, un movimento femminista, le donne non sono sempre state “velate” e la loro partecipazione alla vita sociale ha avuto alterne vicende.
Da sempre pensiamo all’Iran, alla Persia, come a un paese con un modello di governo dittatoriale, se leggete Storia dell’Iran, capirete che la cosa è ben più complessa, che c’è una leadership collettiva che vede protagonisti: il leader supremo, il Consiglio dei guardiani, il Consiglio di interesse nazionale, l’Assemblea degli esperti, e organi elettivi come il presidente e il parlamento.
Il percorso della leadership di figure come Khomeini, ma anche dei contemporanei Khamenei, Ahmadinejad, Soleimani, va approfondito e letto tenendo conto della loro formazione, dei rapporti con l’Europa e il resto del mondo, degli interessi economici e politici, delle relazioni con gli altri paesi della stessa area, del territorio.
La rivoluzione khomeinista del 1979 ha sicuramente segnato l’Iran in modo indelebile, la nascita della Repubblica islamica ha traghettato gli iraniani verso una vita con aperture all’esterno sicuramente limitate e la filosofia di Khomeini ha ricoperto un ruolo di primo piano anche nella politica e nel governo di chi è venuto dopo.
Io scrivo di libri, leggendo Storia dell’Iran ho appreso per esempio che il mercato librario iraniano è uno dei più vivaci del Medio Oriente ma ancora oggi il paese è escluso dalle manifestazioni più importanti come Il Salone del libro di Torino per esempio, a causa della condanna a morte dell’ayatollah Khomeini contro Salman Rushdie nel 1989. Su questa vicenda trovare in Storia dell’Iran di Farian Sabahi informazioni che vi aiutano anche a comprendere le dinamiche che portarono l’ayatollah ad esporsi in quella misura.
Interessante l’analisi delle minoranze presenti nel paese, belle le schede che approfondiscono le varie religioni, facevo riferimento ai bahá’í prima e sono quasi certa che pochi hanno avuto opportunità di incontrare qualcuno di fede bahá’í e di incuriosirsi alla loro storia.
Farian Sabahi ci spiega anche la situazione dei rifugiati afghani (nel 2016 in Iran erano 979.537 secondo l’ACNUR), di come funziona l’accoglienza e il “permesso di soggiorno” (carta blu in Iran), ci spiega la questione della “deportazione” degli afghani senza permesso di soggiorno in cambio della loro partecipazione alla guerra in Siria (La Brigata dei Fatimidi = Liwa’ al-Fatimiyyin ).
Ho imparato chi sono gli ‘ulema, cos’è il “velayat-e faqui” (governo del clero), quando si può parlare di “fatwa”, come e quando gli americani sono stati coinvolti nella vita politica del paese e con quali conseguenze.
La rivoluzione costituzionale iraniana è stata qualcosa di diverso rispetto al movimento dei Giovani turchi dell’impero ottomano, perché? Che peso ha la religione sulla costituzione di questi due paesi?
La nazionalizzazione del petrolio di Mossadeq, l’avvicendamento di leader riformisti e leader moderati come Khatami e Rohani, la Guerra fredda; la guerra con l’Iraq di Saddam Hussein, il petrolio, le concessioni, ma anche l’embargo di Trump e il Covid-19.
Un racconto dettagliato con schede di approfondimento, un glossario utilissimo, oltre 500 pagine che riescono a riassumere tanta parte della storia dell’Iran e credetemi, arrivati in fondo avrete tutt’altra visione di questo paese.
Io, parlando della mia esperienza personale, ammetto che fino agli anni Novanta ho avuto modo di interfacciarmi con iraniani e sono riuscita a guardare l’Iran senza l’ansia e il timore con cui lo guardo oggi, Ahmadinejad e Soleimani hanno contribuito a creare confusione in chi come me non è addentro le questioni di geopolitica, leggo di tanto in tanto i post di Mohammad Javad Zarif, il Ministro degli Esteri, per provare a capire cosa succede ma è tutto davvero molto complicato, ci si può solo augurare che l’Iran possa vivere un futuro migliore e meno difficile, cosa che purtroppo dipende anche da tutti i paesi stranieri che con la loro politica lo influenzano e condizionano, se dovesse vincere Trump per esempio, non penso che le cose si metterebbero così bene, ma ripeto, io non mi intendo di geopolitica posso solo cercare di informarmi, di essere consapevole e riuscire a farmi un’idea mia rispetto a quanto apprendo dai media.
Il 7 maggio scorso in Iraq, Mustafa Kazimi ha ottenuto la fiducia del parlamento di Baghdad. Mustafa Kazimi ha 53 anni, è uno sciita ex capo dei servizi di intelligence, considerato vicino a Teheran ma anche a Washington può essere un segnale positivo per l’Iran? Vedremo!
Un libro da leggere assolutamente.
Storia dell’Iran. 1890-2020 di Farian Sabahi
Editore:Il Saggiatore
Pagine: 536 p., Brossura
€ 14,99 ebook € 30,40 brossura (che io consiglio perché merita davvero!)