E(li's)booksLa squilibrata di Juliet Escoria. Anteprima

Divenni ciò che volevo. Divenni una stronza. Divenni fica.

Esce oggi La squilibrata di Juliet Escoria

Il libro

Con l’insorgere di violenti allucinazioni, Juliet, studentessa modello adolescente, scopre di soffrire di un disturbo bipolare. Si lascia così risucchiare da una spirale di droga e autolesionismo in cerca di sollievo, ma i lampi di avventura e spericolatezza in compagnia degli amici non sono sufficienti a disperdere l’oscurità che la avvolge. Sarà quindi costretta a intraprendere un percorso di guarigione che richiederà tutta la sua forza interiore e determinazione. Raccontato con un linguaggio asciutto, “La squilibrata” è un romanzo esaltante e coinvolgente con un occhio puntato all’eccitazione dello spirito libero adolescenziale e l’altro alla crudezza dell’autolesionismo e della malattia mentale.

La mia lettura

La squilibrata , “Juliet the Maniac” è il titolo originale del romanzo di esordio di Juliet Escoria, la Juliet del titolo è lei e questo cambia un po’ le cose, parliamo di auto fiction.

La protagonista di La squilibrata è giovanissima, la sua vita potrebbe filare liscia, dovrebbe preoccuparsi solo delle chiacchiere con la migliore amica, dei ragazzi, dei trucchi e i vestiti alla moda, invece …

Iniziai a pregare. Pregai ancora e ancora. Pregai per l’opposto della salvezza. Pregai per l’abbandono. Pregai che Dio si dimenticasse di me.

Ma sentivo ancora la voce:

Sei stata scelta.”

Da dove nascono le sue allucinazioni? Quanta responsabilità è da attribuire al gaslighting che lei subisce in famiglia e a scuola?

Juliet tutto sommato riesce anche a chiedere aiuto, scrive una lettera ai suoi genitori cercando di spiegare cosa le sta succedendo, è consapevole che la percezione che ha del mondo viene distorta da qualcosa che si impadronisce di lei, ha paura:

“Cari mamma+papà, ultimamente sto attraversando un brutto periodo. Forse lo avete notato. Ho provato ad affrontare le cose il meglio che potessi ma sta diventando tutto velocemente ingestibile. […]BRUTTI PENSIERI: A volte non riesco a togliermi dalla testa il pensiero della morte. Non preoccupatevi, non ho intenzione di fare nulla. È solo che a volte non riesco a togliermi questi pensieri dalla testa.[…]VISTA: Continuo a vedere cose che non ci sono realmente. […] Come potete vedere, sto avendo dei problemi. Spero che voi abbiate qualche idea su cosa fare. Con amore, Juliet”

Un senso di angoscia accompagna la lettura, la percezione del tempo di Juliet è particolare: sembra che il suo sia un tempo senza passato e senza futuro, in cui la necessità più pressante è quella di essere sempre presente a se stessa (non dorme più).

Il suo rapporto con l’amica Nicole è un rapporto tossico, è incentrato su dinamiche che sfiorano sempre la violenza fisica o psicologica:

“Nicole aveva comprato il coltello a serramanico quando era andata a Tijuana […]Non pensai a nulla quando tirò fuori il coltello a serramanico dalla borsa dei trucchi. […]Fece scattare la lama, la tenne vicino alla mia gola e rise.”

Il racconto di Juliet Escoria è coinvolgente, i pensieri accelerati di Juliet, le sue idee confuse e disordinate, il suo ritiro da ogni tipo di relazione amicale, i desideri suicidari, ci troviamo di fronte alla fragilità di una ragazza che anche nei momenti in cui compie atti senza senso come assumere droghe, bere, sparare con una pistola, tagliarsi, non arriva mai a farsi odiare, è emblema del disagio che sempre più spesso colpisce le nuove generazioni.

La squilibrata è un racconto sincero, la scrittura di Juliet Escoria mi ha ricordato quella di Esmé Weijun Wang e R. O. Kwon, stessa intensità e, passatemi il termine, “crudezza”, la descrizione della sensazione di fallimento di Juliet, primum movens del processo adolescenziale, la trasformazione di sé vissuta con la zavorra del disturbo bipolare è raccontata anche attraverso resoconti ospedalieri, copia degli appunti di Juliet (scritti di suo pugno), schede dei farmaci

 “Ero un fallimento, disse, con una voce così potente da far tremare le pareti, il volto rosso, gli occhi che scintillavano. Una delusione, c’era qualcosa di sbagliato in me, si arrendeva. Fu la parte sull’arrendersi a farmi perdere completamente la testa. Mi sentii il petto rinchiudersi in se stesso, come qualcosa di vuoto, e poi le lacrime cominciarono a scorrere. Mi ritrovai che indietreggiavo in un angolo nel corridoio.

E poi mio padre mi colpì, col palmo su tutta la mia faccia, il rumore definito e improvviso come lo schiocco di una frusta.”

un percorso doloroso nel de profundis di una adolescente.

 “Si imparano tante cose dopo un tentato suicidio. Eccone una: la sensazione più imbarazzante del mondo è risvegliarsi in ospedale dopo un tentativo fallito. Una mortificazione che brucia. Avevo mandato a puttane la puttanata definitiva.[…] […]Ma l’imbarazzo impallidiva al confronto del senso di colpa che mi passò sopra quando i miei genitori entrarono nella stanza. Non li avevo mai visti così vecchi o così stanchi.[…] “

La squilibrata è il mio primo titolo della casa editrice indie Pidgin che seguo da un po’ su Instagram perché, confesso, ha attirato la mia attenzione grazie alle foto delle copertine che sono sempre molto originali, ho saputo che a pensarle è Stefano Pirone in persona, l’editore, a cui faccio i miei complimenti e che per questo romanzo veste anche i panni di traduttore.

Tornando al libro, Juliet Escoria ha reso perfettamente l’idea del profilo psicologico di una giovane “dissonante”, della sua visione del mondo e

di sé-nel-mondo-con-gli-altri, è struggente assistere alla sua incapacità di trasformare la realtà che la circonda in un qualcosa che sia significativo per lei e compatibile con i progetti e i valori degli altri.

Brava Juliet.

La squilibrata Juliet Escoria

Traduttore: Stefano Pirone

Editore: Pidgin Edizioni

In commercio dal: 26 ottobre 2020

Pagine: 404 p., Brossura € 14,40 sul sito dell’editore

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