E(li's)booksRegalo di Natale: Tutti i miei Natali di Maruša Krese

“Perché Gesù non è morto congelato alla nascita?”

Il libro

Trenta racconti di Natale decisamente non convenzionali. Vigilie negate, con genitori latitanti perché impegnati nelle riunioni di partito. Vigilie impossibili, vissute fra traslochi, decorazioni e alberi smarriti, in viaggio intorno al mondo, nelle corsie di un ospedale, o in guerra, nella Sarajevo occupata. “Tutti i miei Natali” offre al lettore trenta sapide miniature che raccontano piccole storie tragicomiche, tutte legate ai festeggiamenti sotto l’albero. Nello stile essenziale e lirico dell’autrice, uno spaccato sulle difficoltà relazionali che attraversano il quotidiano.

La mia lettura

Una bella scoperta Tutti i miei Natali di Maruša Krese , confesso, non avevo mai letto nulla di questa autrice scomparsa nel 2013 e me ne dispiaccio.

Effettivamente sarei potuta morire già da un pezzo. O almeno così dicono.[…] Lacrime mi rigano il viso. Tutti i miei Natali, tutta la mia vita, tutti i miei figli […] Tutto quel gioire dei regali e tutti quei piccoli dolori una volta scartati

Quanta amara poesia in queste pagine, quanta nostalgia per il proprio paese, c’è il Natale in Iowa quando lei e Ana andavano a messa con gli amici ebrei e intanto sul Vietnam cadevano bombe.

C’è il Natale sul Tamigi: “Londra è una città dove spero nella felicità, ma incappo nella tristezza

C’è il Natale a San Francisco

Quello a Lubiana

Perché Gesù non è morto congelato alla nascita?”

E a Berlino

La Germania è diventata spaventosamente grande. Non so se riuscirò a resistere a lungo qui. Laggiù da noi, in Jugoslavia, tutto va disgregandosi, diventa più angusto e piccolo […] Temo i vecchi rancori e i fiumi di sangue

Quello a Sarajevo coi cecchini e le granate, la fame e il cibo in scatola.

Gli abitanti della città non sanno […] che sull’aereo militare, mentre stai lasciando la città, già ti vedi apparire davanti i loro volti scarni e i loro grandi occhi scuri e sai che ci tornerai di nuovo

Il Natale era chiaramente un pretesto per l’autrice, un modo per riflettere sulla sua vita e sulle sorti del suo popolo, in questi trenta brevi racconti troviamo  la Jugoslavia di Tito, la Slovenia che conquista la sua indipendenza, Sarajevo assediata e lei, Maruša Krese, che in perenne moto si sposta da una parte all’altra per passare questa festività da sola o con i figli, uno dei suoi mariti o la sua famiglia di origine.

Minimalista la sua scrittura, ogni racconto è, nonostante i toni pacati, un resoconto intriso di rabbia sopita per quel che ha che non è poco rispetto al nulla, ma è niente rispetto a quel che le è stato tolto.

Chi siamo noi strappati alle nostre radici? Ci riconosciamo per le vie di città non nostre, ostaggio di tradizioni che non sono catalogate nei nostri ricordi?

Il senso di perdita che si dipana tra le pagine è molto forte perché per Maruša Krese perdere la casa ha significato perdere la patria e il Natale non può avere funzione di rassicurazione.

Mi ha fatto pensare, Maruša Krese, a Lucia Berlin, vissuti differenti ma quel modo così “intimo” di dire le cose, sono confidenze questi racconti, un dire a voce alta quali demoni si affacciano alla mente usando parole della quotidianità che non necessitano di censure perché poggiano sulla solida base delle mancanze, delle recriminazioni, dell’evidenza.

Che magnifico regalo di Natale vi fate a leggere Tutti i miei Natali.

Tutti i miei Natali di Maruša Krese

Besa Muci editore

traduzione di Lucia Gaja Scuteri

Pp 124, € 13,30 su IBS

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