BabeleL’hair care tra fisico e digitale: l’ascesa degli e-commerce di settore

Tra i settori commerciali che hanno dovuto fronteggiare le restrizioni per il contenimento del contagio da COVID-19 vi è senza dubbio quello dei servizi per la cura della persona, che include barbieri, parrucchieri ed estetisti. Si tratta di un comparto che, stando ai dati elaborati da Eurostat a marzo 2020, comprende quasi 105mila esercizi, con un tasso percentuale di impiego della popolazione pari all’1,2%. Il periodo più difficile è coinciso, fisiologicamente, con il lockdown primaverile (marzo – maggio) dello scorso anno, che ha comportato una chiusura delle attività per quasi due mesi; a subire il danno maggiore sono state le attività B2C (Business to costumer) ossia i saloni di parrucchieri, estetisti e barbieri. Di riflesso, anche i fornitori delle attività di settore hanno dovuto fare i conti con un calo significativo delle proprie vendite.

Le condizioni del settore

Rispetto ad altre attività, quelle relative all’hair care ed alla cura della persona hanno dovuto attendere anche oltre la fine del lockdown per riprendere le proprie attività. La riapertura, ad ogni modo, non ha permesso agli operatori di settore di ripianare le perdite né, tantomeno, di registrare introiti paragonabili a quelli incamerati durante il periodo precedente la diffusione del COVID-19. La fase immediatamente successiva alla ripresa delle attività ha fatto registrare ottimi numeri, dal momento che in tanti – dopo aver trascorso due mesi in casa – hanno sentito il bisogno di sistemare la barba o l’acconciatura. Quando questa tendenza iniziale si è esaurita, il settore ha dovuto pagare lo scotto della crisi: da un lato, lo scetticismo di chi cerca di evitare le occasioni di contatto fisico con estranei, dall’altro le disposizioni del protocollo sanitario, che impongono ai negozi di estetisti, barbieri e parrucchieri di contingentare gli ingressi. Non va sottovalutato un altro fattore: il lockdown ha incentivato il ‘fai da te’, spingendo una parte dei clienti abituali a riscoprire il gusto di una rasatura fatta in casa. Dopo un’anno estremamente negativo, le prospettive per comparto degli operatori per la cura della persona non sembrano essere particolarmente incoraggianti: l’evoluzione del quadro epidemiologico (e i relativi provvedimenti con i quali reagirà il Governo) potrebbero incidere, in un senso o nell’altro; appare quantomeno plausibile pensare che non ci sarà una vera e propria ripresa a breve termine e che il ritorno a livelli precedenti la pandemia non si avrà prima di qualche anno. Di contro, non è difficile immaginare – in un contesto di questo tipo – una crescita significativa sul fronte digitale.

Il ruolo degli e-commerce

Se, da un lato, la crisi ha messo a dura prova la tenuta dei negozi fisici, dall’altro ha incentivato l’acquisto di prodotti per l’hair care e la cura della persona per mezzo di canali digitali. Gli e-commerce specializzati hanno rappresentato un notevole supporto, sia per i fornitori che operano in ottica B2B (Business to business) sia per i servizi di vendita rivolti direttamente al cliente. Grazie alla presenza digitale degli operatori di settore, chi ha scelto di prendersi cura della propria persona in maniera autonoma ha potuto sfruttare i vantaggi offerti dallo shopping online. Quest’ultimo consente anche di sopperire alle difficoltà alle quali, fisiologicamente, ogni negozio fisico è esposto in questo periodo; in particolare, far leva su un e-commerce consente di raggiungere in tempi brevi una clientela assai più vasta e, al contempo, promuovere il proprio marchio su più ampia scala. È il caso, ad esempio, di Gaspa, negozio specializzato in forniture per parrucchieri a Milano. La metropoli meneghina, tra l’altro, è il capoluogo della provincia in cui, a livello nazionale, si concentra il maggior numero di esercizi di parrucchieri e barbieri; di conseguenza, rappresenta uno dei principali bacini d’utenza per il settore dell’hair care.

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