E(li's)booksIl misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate

Nino Oxilia il fratello segreto di Francis Scott Fitzgerald.

Il mio suggerimento della domenica è un libro molto particolare: Il misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate

Il libro

Questo libro è nato grazie al film Premio Oscar Il curioso caso di Benjamin Button (2008) con Brad Pitt e Cate Blanchett. La strana storia di un uomo che nasceva vecchio per poi ringiovanire era tratta da un racconto di Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), uno dei più famosi scrittori statunitensi, il cantore dell’Età del Jazz, i “Ruggenti Anni Venti”. Fu ispirato dalla Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino del poeta torinese Giulio Gianelli (1879-1914)? Nell’ambito delle ricerche si è aperto un nuovo filone riguardante Nino Oxilia (1889-1917): un altro crepuscolare torinese trasferitosi a Roma come Gianelli. Un poeta ma anche un soldato caduto in battaglia, acclamato regista ai tempi di Torino capitale mondiale del cinema muto. La chiave del mistero sarebbe in una pellicola, considerata perduta, con cui la diva Maria Jacobini, fidanzata di Oxilia, sbancò i botteghini degli Stati Uniti nel 1914.

La mia lettura

Il libro di cui sto per raccontarvi: Il misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate, è un volume davvero singolare.

Si tratta di un saggio che, come scrive l’autrice stessa nella premessa,

“Potrebbe essere definito una raccolta ragionata di coincidenze: casuali oppure no”.

Cosa ha fatto esattamente Patrizia Deabate?

Ha unito in un unico volume diverse ricerche tratteggiando soprattutto due figure centrali, lo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald e l’italiano Nino Oxilia, autore teatrale e regista cinematografico caduto giovanissimo durante la Prima Guerra Mondiale.

Un accostamento, quello tra queste due figure, che mi è parso subito molto ardito, mi sono domandata, a parte l’amore per Roma che sicuramente è un punto in comune cos’altro accomuna il nostro autore crepuscolare a uno dei più famosi scrittori dell’Età del Jazz?

Nella contestualizzazione storica sta il cuore di questo lavoro che regala un affresco accurato di fenomeni culturali che avvicinarono come non mai l’Italia agli Stati Uniti, mi riferisco soprattutto al Futurismo e al divismo cinematografico che qui vengono approfonditi anche grazie alle figure di tre donne icone e archetipi delle “flapper” dell’Età del Jazz: Lyda Borelli, Mina Loy e Maria Jacobini.

Ma nel titolo si fa riferimento a Benjamin Button di Fitzgerald, ebbene, nel sesto capitolo di Il misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood, vengono messi a confronto il testo di Fitzgerald con un altro testo, “Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino “del poeta italiano Giulio Gianelli.

La trama della novella di Gianelli era questa: “In seguito ad una bella fumata, una pipa decide, una notte, di trasmettere il suo calore materno ad una piccola statua di cera, raffigurante un vecchio. La statuina si animerà per incanto, prendendo il nome di Pipino. Anziché invecchiare, Pipino inizierà a ringiovanire, divenendo prima uomo, poi ragazzo e poi neonato, e morire serenamente nella culla.”

Fu pubblicata a partire dal 1911, prima sula rivista L’Avvenire e successivamente dalla casa editrice del quotidiano cattolico Il Momento.

Fu solo dopo l’uscita del film tratto dal racconto di Fitzgerald che alcuni studiosi cominciarono a ipotizzare che l’autore americano che a Roma era di casa come il crepuscolare Gianelli, potesse aver tratto ispirazione da quest’opera uscita circa undici anni prima del suo Benjamin.

Cosa mi è rimasto impresso di questo libro e cosa mi è piaciuto? Intanto l’analisi che Patrizia Deabate ha fatto di una figura di cui non avevo mai letto nulla e che quindi si è rivelata una scoperta: Nino Oxilia, giovanissimo regista che diresse la più grandi dive italiane dei primi del Novecento, sono molto belle le pagine dedicate al cinema, all’identità femminile che andava mutando, ai backstage cinematografici in letteratura, ma parla anche della concezione del tempo di Henry Bergson, dell’Italia nei romanzi di Fitzgerald.

Le due donne che vissero accanto a Fitzgerald e Oxilia, Zelda e l’attrice Maria Jacobini, sono entrambe allegoria di un momento storico che rappresentano appieno, i due autori parimenti, raccontano le feste opulente e mondane, specchio della società dei consumi che stava prendendo piede, La donna e lo specchio e Sangue bleu di Oxilia sono quello che sarà Il Grande Gatsby per Fitzgerald.

Ci racconta, Patrizia Deabate, l’uso ironico degli alter ego di Marinetti, Parini, D’Annunzio, di Hemingway e delle lettere alla nostra Pivano, il “mito americano di Santa Romana Chiesa” con incursioni anche nella poesia, ho ritrovato per esempio il Gozzano di Ketty.

Bel fiore del carbone e dell’acciaio

Miss Ketty fuma e zufola giuliva

altoriversa nella sedia a sdraio.

Cerulo – bionda, le mammelle assenti,

ma forte come un giovinetto forte,

vergine folle da gli error prudenti …

Ketty è la bellezza nuova, quella dei Futuristi.

Un lavoro certosino quello che Patrizia Deabate ha fatto in questo volume e che rappresenta, come dice lei stessa, un punto di partenza per nuove e ulteriori ricerche.

Ricco di citazioni e note che da sole rappresentano un patrimonio prezioso per chi come me ama navigare da un libro all’altro per approdare sempre a qualcosa di nascosto tra le pieghe di qualcosa d’altro e trattando di argomenti stimolanti è facile farsi prendere dalla lettura.

Può piacere agli amanti della letteratura americana, a chi ama la poesia, il cinema, l’arte in generale e a chi è appassionato di storia. A tutti dunque.

Il misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate

Centro Studi Piemontesi – Torino

Pp 351 Brossura € 23,00

La presentazione del libro la potete guardare QUI

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