Oggi voglio raccontare la storia di Alessia che disegna poesie
Ti ho notata grazie ad un post su Instagram, c’era l’immagine di una tua opera che ritraeva Frida Kahlo. Mi racconti chi sei e come hai imparato a disegnare?
A dire il vero credo di non aver mai imparato a disegnare! Piuttosto ho sempre scritto, fin da quando ne ho memoria; l’arte è stata una conseguenza per certi versi. Nel senso che ad un certo punto, in adolescenza, ho sentito la necessità di “difendere” le mie parole dal mondo esterno, dopo alcune esperienze di scontro con dei lettori grossolani che si sono rivelati emotivamente disattenti e quindi è un po’ come se avessi cominciato a costruire una corazza visiva alle mie parole, nascondendole in dei disegni che all’inizio erano veri e propri scarabocchi che facevo tra i banchi di scuola. Ci sono voluti oltre dieci anni per elaborare tutto questo e lasciargli il tempo per trasformarsi in uno stile artistico. Credo che l’arte sia prima di ogni altra cosa un’esigenza e io mi sono semplicemente ascoltata, assecondandomi al meglio che ho potuto con i mezzi che avevo. Sono una persona molto creativa, ma non mi definirei mai una “disegnatrice”, perché non ne ho minimamente le competenze tecniche, piuttosto… una scrittrice che ha perduto la strada. Il mio nome è Alessia Paris e ho appena compiuto 30 anni.
A chi ti rivolgi con il tuo progetto POESIE(A)MATITA?
E chi lo sa?! Lo sto scoprendo piano piano! Questo progetto è nato in quarantena quasi senza che neanche me ne accorgessi. Io semplicemente ho cominciato per me, cercando di utilizzare quel “tempo sospeso” come un’occasione per ricordarmi chi ero, perché dopo oltre un decennio lavorativo ho capito un po’ drammaticamente che me lo stavo lentamente dimenticando. La cosa pazzesca è stata che ad un certo punto molte persone hanno cominciato a seguirmi, mi scrivevano in privato, mi dicevano quanto si emozionassero con i miei lavori e allora ho cominciato a sperimentare questa cosa “assurda e magnifica” per cui l’arte diventa anche comunicazione, una vera condivisione con un reale trasporto e scambio emotivo con altre persone. Al momento credo di continuare a rivolgermi a me stessa, ma con la nuova felicità di riscoprire un po’ di me… in coloro i quali trovano un po’ di loro in me.
Scrivi anche poesie? Se si me ne citi una?
Assolutamente sì. Inizialmente infatti illustravo quasi esclusivamente mie poesie. L’idea di illustrare delle poesie celebri o dei versi di canzoni… è stata una conseguenza che ho perseguito quando ho cominciato a definire più concretamente questo progetto.
Te ne cito una che ho scritto proprio durante la quarantena di marzo 2020 e che parla della condizione forzata di “abitare” che ci è stata imposta da un giorno all’altro e che da più di un anno è diventata la nostra nuova realtà.
ABITARE
Non temere la notte
Amore
Tu mi abiti dentro
E ci son prati e cieli
e mari e stelle
che i miei occhi
hanno rubato al mondo
in questi anni
Li custodivo dentro me
– come fiammiferi –
sparsi per la casa
ad illuminare i miei tempi bui
Ora sono tuoi
Te li regalo tutti
Tu accendili
per farti compagnia
Se dovessi scegliere una poesia famosa che ti rappresenta quale sceglieresti?
Credo sarebbe un verso di una stupenda raccolta di poesie intitolata “Corpo nudo” di Ghiannis Ritsos presente nel suo libro “Erotica” che recita:
Nudi stiamo
sopra le maschere.
Eretti.
E invece nel mondo dell’arte, della pittura in particolare, chi sceglieresti e perché?
Essendo una grandissima appassionata di cinema, il pittore contemporaneo da cui sento più espresso il mio immaginario di realtà interiore è senza dubbio Jack Vettriano. Nei suoi quadri Vettriano riesce a creare scenari che, sebbene non manchino quasi mai di un’ambientazione ben definita, si potrebbero definire quasi senza tempo. I suoi personaggi appaiono immediatamente come cinematografici, come se fossero già consolidati nella loro fama, seppur ad un primo impatto sconosciuti. L’amore nei suoi dipinti è tracciato sempre dal giusto tocco di erotismo e le sue donne emanano una sensualità elegantissima anche quando questo aspetto è mostrato in una forma più prorompente. Il tutto è spesso come ricoperto da un velo d’onirico che lo rende intoccabile e grandioso. Mi piace perché nei suoi dipinti mi racconta una storia unica che allo stesso tempo mi permette di inventare mille storie diverse: mette immediatamente in moto la mia fantasia.
Un sogno realizzato e uno che vorresti realizzare?
Un sogno grande l’ho realizzato qualche anno fa quando ho visitato il Giappone. Appassionata della sua cultura praticamente da fin quando ne ho memoria, è stato un vero sogno ad occhi aperti ritrovarmi in quei luoghi. Ovviamente tornerei molte altre volte per vedere meglio, vedere altro, vedere oltre quel che ho visto.
Invece un sogno che vorrei realizzare sarebbe quello di trasformare la mia arte in un vero e proprio lavoro in grado di sostenermi e non dover più trovare compromessi con il mio vero io. E da un anno a questa parte, ogni giorno provo instancabilmente a fare del mio meglio per riuscirci!
Da ora in poi se vedrete sul mio account IG @leggoletteraturaamericana disegni come come quello dell’immagine sarà perchè Alessia mi ha concesso di usarle e per questo io la ringrazio moltissimo e spero di contribuire ad aiutarla a realizzare il suo sogno.