Vi racconto LibridaAsporto + GoodBook.it
Tra il 2020 e questi primi mesi del 2021 sono successe tante cose, molte dettate dall’emergenza sanitaria che ha fatto emergere situazioni già note ma amplificate (per alcuni versi direi per fortuna) da una situazione straordinaria.
Le settimane di chiusura delle librerie al pubblico hanno dimostrato come non basta avere qualcuno che consegni libri a casa in un pacco, è l’esperienza a fare la differenza. Il lettore ha bisogno del suo libraio, o di un libraio attento, del confronto, del rapporto e dello scambio umano tra chi vende il libro e chi lo compra. Ha bisogno della sua libreria e della piazza intorno alla sua libreria, dei lettori che frequentano quella libreria. Del rapporto tra libreria e spazio sociale. Librerie, lettori, comunità.
Nel 2020 dal lettore che arriva nella libreria si è passati alla libreria che arriva al lettore. LibridaAsporto nel 2020 si è impegnata per portare i libri dalle librerie ai lettori, GoodBook.it unisce i lettori, le librerie e crea comunità e scambio intorno al libro da anni.
Nel 2021, a distanza di un anno, in un anniversario che non avremmo mai voluto ricordare, nasce quindi LibridaAsporto + GoodBook.it.
Io ho scelto una delle librerie di questo bellissimo network e ho intervistato il libraio, Andrea Geloni, parlo di Nina libreria di Pietrasanta in provincia di Lucca.
Andrea ho dato un’occhiata al sito web della libreria e vi seguo su Instagram, intanto complimenti, poi le volevo chiedere, mi racconta come è nata la vostra adesione al progetto LibridaAsporto?
Era marzo 2020, nessuno ci capiva nulla. Noi non sapevamo ancora con certezza neppure se potessimo o meno consegnare a mano, però avevamo continuato a proporre contenuti online, a consegnare lo stesso e a spedire libri tramite Poste Italiane. Ero appena uscito da un ufficio postale dove l’addetto mi aveva trattato malissimo dicendomi che la spedizione dei libri non era certo da considerarsi prioritaria in un momento in cui loro lavoravano senza sapere neppure quali avrebbero dovuto essere i requisiti di sicurezza. Tutti i torti non li aveva, stavamo tutti navigando a vista. Insomma, ne ero uscito abbastanza sconfortato. Proprio in quel momento mi arriva la telefonata di Enrico Quaglia, che mi dice ho avuto quest’idea, è assurda ma sta funzionando: facciamo pagare agli editori, con donazioni volontarie, le spese di spedizione delle librerie indipendenti (adesso in realtà le spese se le dividono editori e librai aderenti, riuscendo a far pagare pochissimo, spesso nulla, ai clienti finali). Insomma, per chi ha vissuto davvero lo sconforto e l’ansia di quei giorni, è impossibile non provare una profonda gratitudine per quest’idea e per quello che è diventata lavorandoci insieme in questi dodici mesi. Abbiamo davvero creato comunità, sia con nuovi clienti da tutta Italia (e non solo, una cliente che vive in Islanda mi ha ordinato i regali di Natale per le sue due famiglie, e abbiamo portato LibriDaAsporto fino a Reykjavík), che con storici nostri clienti bloccati in altre regioni. E abbiamo fatto comunità anche con tantissimi altri librai in tutta Italia. Condividiamo i contenuti social altrui, ci sentiamo davvero parte di una realtà che cresce tutta insieme, e impariamo gli uni dagli altri. LibriDaAsporto è stato ed è un enorme aiuto alla prosecuzione del lavoro dal punto di vista economico, ma anche, fin da subito, una specie di unità di crisi che ci ha consentito di sostenerci psicologicamente a vicenda, in un momento di enorme confusione e, dopo, in un anno di lavoro molto bello e un po’ complicato, o che comunque ci ha imposto di reinventarci di continuo, buttandoci sempre a capofitto, senza sentirsi soli.
Tornando a LibridaAsporto + GoodBook.it, se mia mamma fosse una sua cliente e dovesse acquistare un libro, come le spiegherebbe il servizio? Le premetto che ha 71 anni e una alfabetizzazione informatica e conoscenza di internet basica.
Allora: intanto mio babbo va per gli 81 ed è più social di me. Quindi tutto sta a buttarsi, e la rete può sembrare insidiosa ma specie in quest’anno è diventato un vero e proprio scrigno di possibilità per sentirci meno soli e condividere cose belle. LibriDaAsporto, in particolare, è facile da usare proprio perché il rapporto con il libraio è centrale. Rispetto alle grandi piattaforme on line noi proponiamo un’idea diversa, di contatto diretto e personalizzato. Mamma può mandarci una mail, o telefonarci, o scriverci su whatsapp (dove le mamme, si sa, sono imbattibili). Ci sentiamo, diamo consigli, forniamo i tempi di reperibilità e di consegna prima di arrivare al pagamento, si può pagare praticamente in tutti i modi possibili, compresi i bonus per i docenti. Insomma, è tutto estremamente semplice. Goodbook (il primo portale delle librerie indipendenti, nato nel 2012), essendo un ecommerce, richiede un po’ di pazienza in più, ma alla fine si tratta di scegliere un libro e cercare tra le librerie aderenti quella presso la quale ritirare o alla quale richiedere la consegna. Ovviamente mamma può scegliere la libreria che vuole, ma Nina è un nome corto, si ricorda bene. La butto là. E’ tutto davvero più semplice da fare che da spiegare (ma, se serve, spieghiamo. Contattateci.) In generale: tutti possono comprare da tutti. Ogni libreria aderente arriva, tramite i social, tramite il portale di goodbook, tramite quello di LibriDaAsporto, tramite contatti diretti, potenzialmente ovunque e ogni lettore in tutta Italia può scegliere di diventare cliente, o amico, della sua libreria preferita, ovunque sia. E’ una sfida enorme, che però a mio parere non ha che vincitori.
Come è cambiato il vostro rapporto con i clienti nell’ultimo anno ( se è cambiato)?
Io direi che anche il rapporto coi clienti, come tutto, sta cambiando. E direi che sta cambiando in meglio: abbiamo percepito fin da subito un grande affetto, che c’era anche prima ma è diventato manifesto. Nel primo lockdown con le consegne a domicilio ci è capitato spesso di ricevere caramelle, cioccolatini e persino una colomba pasquale. Ci siamo un po’ sentiti un “segno di speranza” in un momento davvero complicato. I nostri gruppi di lettura ci hanno seguito, con qualche piccola defezione, anche nella modalità zoom, sono nati gruppi nuovi perché se da una parte lo zoom è un limite a una comunicazione più “umana”, dall’altra consente di connettersi con persone remote, o con genitori che possono connettersi ai gruppi mentre i figli giocano nella stanza accanto. Anche le presentazioni on line ci hanno aperto opportunità impensabili: abbiamo fatto presentazioni in inglese, in francese. Abbiamo parlato con nomoni che sarebbero stati impensabili dal vivo, come Alberto Angela. I nostri clienti, vecchi e nuovi, hanno accolto queste possibilità con entusiasmo e hanno davvero dato prova concreta di apprezzare il nostro lavoro che non si è mai fermato e anzi ha imparato a trovare il coraggio di rompere qualche schema. Anche il nostro modo di comunicare sui social è cambiato e sta cambiando: impariamo anche dai colleghi più bravi che ogni social ha un suo pubblico di riferimento, un suo linguaggio e delle sue regole, è una sfida ma anche un’enorme opportunità di incontro e di scambio, dove spesso la passione e la competenza, o comunque il lavoro quotidiano, sono riconosciuti e premiati.
Parliamo di GoodBook.it, che vantaggi in più porterà a Nina libreria per esempio, cosa vi aspettate?
Goodbook è sicuramente uno strumento per utenti più evoluti, perché consente di fare ordini in automatico, quasi senza l’intervento del libraio. Quindi è un modo per fornire un mezzo anche al potenziale cliente più scafato e che ha meno tempo. Ed è una cosa nuova da imparare anche per noi: ad esempio, lo dico per far capire che nessuno nasce imparato, grazie a goodbook abbiamo implementato il pagamento con carta di credito, che nel primo anno non avevamo osato mettere in atto (anche se c’erano comunque parecchie alternative). Noi abbiamo già il catalogo delle nostre disponibiltà online sul nostro sito, ma la possibilità di avere uno strumento potente come il catalogo goodbook, e che ha una credibilità e una visibilità costruite negli anni, è decisamente una marcia in più. Del resto anche goodbook grazie a LibriDaAsporto adesso propone consegne a domicilio e spedizioni. Stiamo tutti crescendo insieme.
Leggevo sul New Yorker Magazine che un libraio del Kansas ha venduto 10.000 copie di un libretto scritto da lui intitolato “ How to Resist Amazon and Why”, le difficoltà delle librerie indipendenti sono uguali in tutto il mondo in questo momento storico. Se dovesse spiegare lei come resistere ad Amazon e perché ai suoi colleghi e anche ai clienti cosa direbbe?
Il confronto con Amazon, sicuramente impari anche per i noti problemi legati allo sfruttamento e alla tassazione disinvolta di cui gode, risente anche di una certa retorica. Amazon è spietato e i lockdown ci hanno dato una visione plastica di cosa sarebbero i nostri centri storici senza i negozi di prossimità, ma è anche vero che Amazon ha reso evidente che certe lungaggini nel percorso distributivo non sono più giustificabili né accettabili. Anche su questo versante sta cambiando molto, speriamo che le cose cambino in fretta. Se un utente qualunque ha le spese di spedizione non addebitate senza minimo d’ordine mentre io se ordino da un mio fornitore ho spese di spedizione consistenti e minimo d’ordine imposto, si capisce chiaramente che il problema non è Amazon: con tutte le sue criticità innegabili, Amazon mostra anche a una filiera pachidermica come quella editoriale cosa si può (e si deve) fare nel 2021. Dopodiché: noi facciamo un altro mestiere, io non mi sento un competitor di Amazon, sarei ridicolo. Io offro un servizio differente, spesso più lento (non sempre per colpa mia) ma anche più sostenibile. Ognuno sceglie come vuole, non è detto che chi compra on line sia cattivo. A volte è disinformato, a volte semplicemente ha più fretta del solito. Certo: ricevere i libri in giornata non è un’esigenza reale, a meno che tu non debba tenere una conferenza in serata, e incoraggiare quel modello ha delle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Dopodiché sono fiducioso che i modelli possano evolversi e convivere, anche grazie agli strumenti di cui stiamo parlando, mentre contemporaneamente si evolvono gli strumenti legislativi per ristabilire una concorrenza vera sul servizio, com’è stata la legge sugli sconti e come speriamo avvenga presto con una regolamentazione europea che imponga a chi opera on line su un territorio di essere tassato come le attività fisiche.
Io in questo ultimo anno ho seguito molti eventi in diretta sui social, tutti organizzati da librerie lontane da dove vivo e a cui mi sono comunque affezionata anche se probabilmente non avrò modo di visitarle tutte, ci racconta dei gruppi di lettura della vostra libreria? Quando sono nati e come funzionano?
Anche sui gruppi di lettura non abbiamo inventato niente, abbiamo semplicemente imparato da colleghi che si sono buttati prima. Noi siamo attivi da un paio d’anni con risultati sorprendenti. La possibilità del confronto, ma anche la sfida rappresentata dal dover “render conto” a un gruppo, sono un ottimo antidoto alla pigrizia e alle distrazioni. Facciamo sempre discussioni molto vive e argomentate, io ho una predilezione per i libri che, pur essendo ben scritti – sennò non li scelgo – sono potenzialmente divisivi quanto a tematiche e scelte stilistiche, perché così la discussione è più bella e nella discussione, cosa che non siamo più abituati a fare, si può anche ribaltare il proprio punto di vista, o rendersi conto di quanto sia parziale la nostra prospettiva. Insomma: è un piccolo esercizio di dialettica e di democrazia. Alla portata di tutti, perché questo è un punto irrinunciabile: non sono i lettori forti che hanno più bisogno dei gruppi. E spesso i lettori forti sono anche quelli meno pronti a una discussione vera. Al momento noi abbiamo attivo un gruppo sulla narrativa italiana, uno sulla narrativa internazionale, uno sul romanzo storico, più un gruppo nato on line – anche se attualmente lo sono tutti – che pesca un po’ ovunque. Siamo ovviamente aperti a nuovi ingressi e magari anche a nuovi gruppi.
Quante librerie ci sono a Pietrasanta?
Attualmente, anche se abbiamo solo tredici anni, siamo la libreria più longeva sul territorio comunale, perché siamo in una realtà commerciale in continua evoluzione, e stare in un territorio un po’ vip, se da un lato ci assicura una certa visibilità e un certo giro, dall‘altra è un po’ faticoso per un’attività a basso margine come la nostra. Attualmente ci siamo noi e una libreria Mondadori, con la quale non c’è una vera concorrenza diretta perché probabilmente rappresentiamo due offerte diverse e complementari. Probabilmente in questo modo riusciamo a non “pestarci i piedi” pur insistendo su un bacino che in realtà per la maggior parte dell’anno è molto ristretto.
Mi vuole salutare con un consiglio di lettura? Le do un indizio, sono una super appassionata di letteratura americana e una “lettrice forte”.
La storia di Shuggie Bain, di Douglas Stuart, Mondadori, un romanzo autobiografico che la farà piangere come una fontana ma anche molto ridere. E’ un esordiente ma ha vinto il Booker Prize mettendo in forma di romanzo un’infanzia che sembrava disperata e che invece raccontata da lui diventa non solo piena di poesia ma anche il segno evidente che nessun destino è mai scritto, nemmeno nei tempi che sembrano più difficili. Quindi un romanzo perfetto per darci fiducia e per riconciliarci col potere assoluto dei libri belli di farci guardare sempre avanti con forza e fiducia.