E(li's)booksLingua madre di Maddalena Fingerle

Non è vero che le parolacce sono sporche, dipende.

Il libro di oggi è Lingua madre di Maddalena Fingerle

Il libro

Paolo Prescher, bolzanino di lingua italiana, è ossessionato dalle parole che si sporcano. Dopo la morte del padre, si trasferisce a Berlino dove lavora come bibliotecario. Ma il ritorno a Bolzano, al bilinguismo, e la nascita del figlio lo fanno ripiombare tragicamente nella mania della lingua.

La mia lettura

E’ da quando sono nato che mia madre piange. Piange perché la mia prima parola è parola. Piange perché dico parola e non mamma. […] Piange perché le dico che oramai parola non significa più parola perché lei mi ha sporcato la parola

Che romanzo particolare Lingua madre!

Il protagonista, Paolo Prescher, manifesta il suo disagio attraverso le parole che vengono usate come cose, come schegge distaccate del sé, parole che per rimanere “intatte”, per essere “luce” non devono celare niente.

In Lingua madre la linguistica del contatto è determinante per cercare di comprendere l’identità di una comunità, l’autrice affronta in modo originalissimo il tema del bilinguismo in un territorio come quello dell’Alto Adige dove – se ci siete stati in vacanza lo avrete notato – la lingua viene spesso utilizzata come mezzo di separazione.

Se scomponi le parole e guardi le lettere loro ti dicono la verità. Le lettere, se le guardi, sono sincere e ti dicono i segreti. Madre, per esempio. Emme, a, di, erre, e, MADRE. Emme e erre di a: MERDA. Merda madre merda madre merda madre. “

Nella narrazione troviamo l’intrecciarsi di pensieri ed emozioni e il “delirio del particolare”, l’ossessione del dettaglio trasformano il testo in un’opera che ha quasi connotazioni distopiche perché è difficile associare al registro narrativo di Maddalena Fingerle caratteristiche di “normalità” e quando dico normale intendo ordinario.

Non le spiego che (negro) è un latinismo. […] E mi ripeto in testa: tedesco negro tedesco negro tedesco negro stronza. Non è vero che le parolacce sono sporche, dipende. Le parole sono tendenzialmente pulite se dicono quello che devono dire senza fare la doppia faccia, come negro e tedesco. Negro e tedesco sono più pulite di persona di colore e sudtirolese di madrelingua tedesca.”

Secondo me protagonista di questo romanzo è la paura che viene sublimata e trasformata in livore che si riversa nel delirante conflitto interiore di Paolo Prescher.

Lingua madre fa riferimenti espliciti a caratteristiche di una specifica collettività viziata da pregiudizio.

Marco è negro. Si, negro e bilingue e adottato e a Bolzano non è facile se sei negro e bilingue e adottato”.

Attraverso l’attivazione di una particolare identità, l’individuo situa il sé e l’altro all’interno di specifici collettivi.

Marco non può far parte del “collettivo Bolzano”.

Non vi aspettate di leggere un romanzo politico o di denuncia sociale, Lingua madre è piuttosto un romanzo in cui l’ autrice ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla costruzione narrativa e sulla originalità del plot, non ci si può affezionare ai personaggi che rimangono distanti, o così è sembrato a me, sono un mezzo nelle mani dell’autrice che li utilizza per parlare al lettore, Paolo Prescher è una maschera che esprime una dimensione drammatica attraverso pensieri concitati e febrili.

Molto interessante.

Lingua madre – Maddalena Fingerle

Italo Svevo edizioni

Pp 200 (intonse) € 17,00 Brossura

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