Anelli di fumoVaccino anti-Covid19, i docenti fragili del Lazio devono attendere il 4 marzo per il loro turno

Chi si prenota "saltando la fila" rischia una denuncia per dichiarazione mendace

Dal 18 febbraio i docenti di scuola privi di patologie del Lazio fra i 45 e i 55 anni d’età e dal 26 febbraio anche i prof fino a 65 anni possono prenotare i due appuntamenti per essere vaccinati contro il Covid-19 presso il sito della Regione Lazio o telefonando allo 06164161841.

Se però hanno una patologia cronica, devono attendere giovedì 4 marzo. Solo allora la Regione Lazio metta a disposizione la possibilità di prenotare su questo sito il vaccino per coloro che sono identificati come “lavoratori fragili”. Per la prenotazione sarà necessario il codice esenzione per patologia e la tessera sanitaria.

Cosa cambia? Tutto, ossia il tipo di vaccino che viene inoculato. Stando a quanto ci ha riferito sia l’operatore Lucio della Regione Lazio che l’immunologa Caterina Fimiani dell’Umberto I di Roma, i pazienti fragili riceveranno lo stesso vaccino previsto per i cittadini sopra gli 80 anni, il Pfizer o, con minore probabilità, il Moderna, al posto dell’Astra Zeneca, attualmente disponibile per i docenti senza patologie. I tre vaccini sono tutti efficaci a dare copertura contro il virus, ma cambiano i tempi di somministrazione delle due inoculazioni, i modi di immagazzinamento delle fiale e le percentuali di efficacia. Pfizer e Moderna, come si sa, sono vaccini di nuovo tipo, più efficaci e meno carichi di effetti collaterali dell’Astra Zeneca, in quanto contengono le molecole di RNA messaggero (mRNA) che presentano al loro interno le indicazioni per costruire le proteine Spike del virus SARS-CoV-2. Come riporta il sito Humanitas, “Dopo l’iniezione del vaccino, l’mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e inizia la sintesi delle proteine Spike. Queste ultime stimolano la produzione di anticorpi specifici da parte del sistema immunitario. Con il vaccino si introduce nelle cellule dell’organismo l’informazione genetica fondamentale alla cellula per costruire copie della proteina Spike e non si introduce il virus vero e proprio: pertanto il vaccino non può in alcun modo provocare COVID-19 nella persona vaccinata.”

Astra Zeneca invece agisce in modo più tradizionale, portando all’interno dell’organismo un adenovirus degli scimpanzé (incapace di replicarsi e innocuo per l’organismo umano) usato come “taxi”, nel quale è stato inserito il materiale genetico della proteina Spike. La “custodia” dell’adenovirus è utilizzata come vettore per introdurre nelle cellule umane il materiale genetico della proteina Spike, quella che permette al virus SARS-CoV-2 di innescare l’infezione responsabile di COVID-19, che serve ad allarmare il sistema immunitario e a farlo reagire – a volte con una leggera febbre – e a preprare gli anticorpi validi anche contro il Covid-19 umano.

L’operatore della Regione Lazio interpellato ha anche ricordato che chi dovesse essere docente e anche lavoratore fragile e dichiarasse di non avere patologie, al fine di ottenere una precedenza temporale sull’inoculazione, incorrerebbe nel reato di “dichiarazione mendace“.

La scelta della Regione Lazio ha suscitato varie polemiche, dal momento che i lavoratori fragili avrebbero dovuto avere diritto di precedenza sui lavoratori non fragili nelle inoculazioni del vaccino, ma mancavano le dosi adatte a loro.

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