PromemoriaIn tempo di Covid, Aprile non è dolce dormire

L'EMA deve ulteriormente indagare sul nesso tra AstraZeneca ed eventi trombotici: Il caos aumenta e la tensione cresce. Non sta #andandobeneunbelniente

Una tradizione laica e agreste giunta fino a noi ci suggerirebbe che “aprile dolce dormire/maggio adagio adagio” per via dei primi tepori primaverili a causa dei quali ci si rilassa più facilmente, ma è auspicabile che queste settimane togliessero  in un certo senso il sonno ai governanti  poichè la situazione ha superato il limite di guardia nella lotta alla pandemia, sia sul piano della resilienza che su quello della ripartenza. 

Sul fronte dei vaccini si stanno sommando  due clamorosi impedimenti la cui responsabilità è (spiace dirlo) in capo alla Commissione europea: da un lato, dopo un trimestre, il saldo di forniture delle dosi tra quanto promesso nel contratto e quanto distribuito nei paesi è negativo (l’ammanco di dosi supera il 50% dei sieri programmati).  E quel che all’inizio poteva essere un vantaggio, l’appalto centralizzato  si è rivelato, al di là dei proclami,  una strategia fallimentare. Il secondo macigno lo sgancia lo stesso ente regolatore europeo sui farmaci (EMA)  che con i suoi stop and go su AstraZeneca non sta aiutando per nulla a fugare i dubbi sul vaccino inglese. 

Una comunicazione che definire incomprensibile è un eufemismo: dopo aver stoppato il vaccino su sospetti casi di trombosi in Germania  (15 marzo), dopo averlo rimesso nuovamente  in distribuzione (17 marzo) rassicurando le persone  a seguito di un supplemento d’indagine, è di queste ore la notizia di una nuova plenaria dell’agenzia del farmaco europeo su AstraZeneca che dovrebbe  riscrivere le raccomandazioni sulla somministrazione agli under 60. Ma chi dovrebbe dare risposte ragionevolmente puntuali, non sa che pesci prendere. L’ordine del giorno della prossima  Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Aifa non prevede il tema  il vaccino AstraZeneca ma è possibile (quindi ipotesi)  che ci sarà un’analisi sulle nuove evidenze scientifiche che riguardano gli eventi trombotici indotti dal vaccino. Intanto anche l’Agenzia del farmaco britannica (Mhra) starebbe considerando, secondo il quotidiano «The Times», se limitare l’uso del vaccino AstraZeneca nei più giovani: il Regno Unito ha registrato 7 decessi su 18,1 milioni di dosi somministrate a causa di rari trombi sviluppati dopo il vaccino. La decisione potrebbe essere presa entro pochi giorni ma le persone sono in totale confusione aggravate dalle insistenti raccomandazioni dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS) secondo cui non ci sono collegamenti diretti tra trombosi e vaccinazione. 

Quest’oscillazione getta nella paura i già vaccinati che si sono fidati delle rassicurazioni precedenti nei riguardi del vaccino, e ferma i buoni propositi di chi ha prenotato la vaccinazione. Una situazione francamente intollerabile lo spazio del dubbio non nasce al bar o leggendo il sentito dire sui social ma è ipotizzato ad alti livelli. Insomma, un tira e molla che ha come conseguenza  un doppio effetto negativo  ovvero insinua le perplessità nella popolazione ragionevole e contemporaneamente  offre a costo zero un mega spot alla cialtroneria no-vax complottista a cui non gli pare vero di essere foraggiata dalla sua stessa controparte.  Vero è che abbiamo vaccini sostanzialmente sicuri dopo un anno  di  pandemia,  come è altrettanto  vero che  gli studi clinici proseguono e si perfezionano. E’ soprattutto vero – poi –  che non si può  dichiarare dogmaticamente il tasso zero di reazioni avverse per nessun vaccino e per nessun farmaco.  Ciò detto, però, anche la solo minima sensazione di non sentirsi protetti da chi dovrebbe essere competente e affidabile potrebbe far saltare quel fragile rapporto tra l’opinione pubblica e le sue istituzioni. 

In aggiunta, c’è una questione cruciale anche sul piano economico: dopo aver fatto oltre 150 miliardi di debito pubblico (+24% ) per compensare i vari lockdown, non si possono ancora lasciare indietro interi comparti. Le ultime feste ci hanno spiegato l’incredibile paradosso  di  viaggi permessi  ai caraibi (anche a rischio di ritorni in quarantena) per i fighi che se lo possono permettere e il resto  d’Italia che non ha portato il naso fuori dal proprio comune.  Ed è di queste ore la tensione crescente tra lavoratori della ristorazione sfociata in tafferugli a Roma e a Milano.

Ma come dargli torto: se fossi  nei panni di un ristoratore anche senza vestirmi da vichingo in piazza del parlamento sarei abbondantemente incazzato. Se poi non mi si vaccina perchè l’Europa ancora non muove un malleolo contro le case farmaceutiche, sarei oltre l’abbondante incazzatura. Non credete? 

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