Esce oggi in Italia Il libro di X della scrittrice americana Sarah Rose Etter
Il libro
Il libro di X – Cassie è nata con il corpo annodato, così come sua madre e sua nonna prima di lei. Dall’adolescenza emarginata in paese, con la famiglia che vende la carne estratta da una cava, all’età adulta in cui cerca di mimetizzarsi nell’anonimato della città, la sua vita è caratterizzata da un costante conflitto con il proprio corpo, con gli uomini e con la società, e da un desiderio di dolcezza in un mondo ruvido e scostante. “Il libro di X” rappresenta una realtà di una bellezza inquietante, che estende l’ordinarietà dei problemi di una donna in nuove forme surreali e distorte, una lanterna magica che proietta immagini visionarie di fiumi di cosce, campi di gole e negozi di uomini segati a metà.
La mia lettura
“Sono nata annodata come mia madre e sua madre prima di lei. Immagina tre donne con i loro toraci contorti come spessi pezzi di corda con un singolo viluppo al centro. I dottori ebbero la stessa reazione a ogni nascita: sollevarono i nostri viscidi corpi contorti in aria e fissarono, inorriditi. Tutte e tre vagimmo, strani nuovi animali dal lignaggio nodoso, dolorante, indurito.”
Mi è venuta subito in mente una parola per Il libro di X: creepy, ti mette addosso una strana inquietudine, non dipende dalla malformazione della protagonista, dipende piuttosto dal malessere che quella malformazione causa alla sua vita, Sarah Rose Etter ha costruito un personaggio e una storia che sono celebrazione del “The Theatre of the Absurd” eppure leggendo ci si dimentica dei suoi nonsense e li si accetta come qualcosa di plausibile messi in relazione al contesto.
“La nostra casa è tutta pavimenti in legno, finestre ad arco, lenzuola da lavare. Il nostro fienile è dove teniamo i macchinari dormienti. Il resto del paese dista qualche chilometro da noi e dalla nostra terra. Siamo isolati. Alcuni giorni, soltanto la mia famiglia può vedermi, il che rappresenta la mia libertà – nessun nuovo sguardo fisso, nessun nuovo disgusto. Gli Acri valgono soldi, questo è quanto dicono i miei genitori. Ed ecco perché: al limitare della nostra terra c’è la Cava di Carne. Lì, la carne viene raccolta dalle alte pareti di un canyon rosso e carnoso.”
La vita di Cassie ne Il libro di X è puntellata di rifiuti, le sue emozioni di fronte al modo in cui gli altri prendono le distanze da lei, sono descritte egregiamente, l’autrice riesce ad approfondire la psicologia del personaggio che trasmette al lettore ogni sussulto, ogni delusione.
Il dolore fisico di Cassie, al pari di quello emotivo, è palpabile, continuo.
Nella descrizione di questo dolore l’autrice tocca punte alte di lirismo che conferiscono al ritmo narrativo un “aspetto” (lasciatemi usare questo termine) singolare, come si può essere “creepy” e allo stesso tempo poetici? La vulnerabilità, l’insicurezza, la paura sono reali quanto uno di quegli incubi che procurano male fisico e ci costringono alla veglia.
“Nella natura selvaggia, sarei abbandonata come morta sotto rami neri. Al tramonto, i predatori annuserebbero la mia debolezza nell’aria […]Non combatterei; resterei stesa tra l’erba alta, immobile, a memorizzare la forma dei loro denti nella mia carne, a conoscerli dalle loro bocche mentre masticano la mia polpa fino alle ossa.
Volpe
Lupo
Orso
Uomo
Canterei l’elenco nella spirale viola del crepuscolo attraverso i rami neri degli alberi, una dolce cantilena di morte.”
Mi sono piaciute molto anche le similitudini di Sarah Rose Etter :
“La sua voce suona come uno sciroppo rosa, luccicante, arrotondata ai lati.”
Ne Il libro di X ricorrono spesso immagini di animali, mi è sembrato addirittura che Cassie cercasse un suo alter ego nel mondo animale, in questa realtà kafkiana certi riferimenti mi hanno fatto pensare alle tradizioni magico-esoteriche .
I capitoli sono piuttosto brevi e intervallati da “visioni” che io ho percepito come oniriche:
“Gli uomini sono educati e hanno occhi scintillanti, nuovi accessori inoffensivi.
Alla fine prendo in disparte una delle donne.
«Da dove vengono tutti questi uomini?» chiedo.
I suoi occhi rimbalzano da una parte e dall’altra, poi si fermano.
«Al negozio di uomini,» dice, troncando il suono, come se volesse trattenere le parole nella bocca.[…] Immagino il negozio, pieno di uomini, e tutti i loro cuori che battono a tempo.”
Quello che rende Il libro di X più reale di quanto non si riesca ad immaginare così di primo acchito, è il fatto che Cassie e il suo male di vivere, la sua infelicità sono universali, la sua vita è più ordinaria del suo aspetto straordinario.
“Aspetto che il mondo attorno a me cambi: un buco dove possa cominciare una nuova vita. Cerco indizi sul marciapiede, nei motivi delle nuvole, nei cassonetti della spazzatura dei vicini, in un mucchio di miei capelli sul pavimento.[…] I giorni guizzano e nulla cambia, una ripetizione infinita dello stesso film, la stessa donna in movimento, ancora e ancora e ancora una volta e si può definire questa una vita?”
E’ harrowing, poetico, disturbing, bello.
Il libro di X di Sarah Rose Etter
Traduttore: Stefano Pirone
Editore: Pidgin Edizioni
In commercio dal: 20 maggio 2021
Pagine: 320 p., Brossura € 15,20