Oggi vi racconto L’invenzione della felicità di Benedetta Gargano
Il libro
Adottare una nonna: la propria. È la singolare scelta di Benedetta, sceneggiatrice napoletana dalla quotidianità serena e dai quieti rimpianti, quando l’adorata nonna Elisa, novantasettenne, rischia di finire in casa di riposo. Anche se non si tratta solo di ospitare un’anziana in un bilocale già ingombro, ma di cambiare ritmi e abitudini, a partire dal problema più spinoso: suo marito Paolo è juventino mentre Elisa tifa da una vita – e che vita – per il Napoli. Soluzione? Visto che un altro televisore non saprebbero dove metterlo, alla nonna viene assegnato l’iPad, da lei subito ribattezzato Daipan. Grazie al quale, però, approda sui social: ed è subito influencer. Generosa, vanitosa, oltraggiosa, gaudente: regina della casa e regina della Rete, Elisa diventa inarrestabile e trascina anche la nipote fuori dalla sua comfort zone, con risultati imprevedibili. Benedetta, infatti, scopre che la felicità si può anche inventare: servono fantasia e coraggio, per esempio quelli necessari per improvvisarsi maestra di cucina, dapprima online e poi in televisione. Una nuova avventura che le porta in dono l’incontro con un uomo inatteso e la pone di fronte alla domanda: una volta che cominci a cambiare, poi, dove ti fermi? Questa è una storia d’amore, tra una nonna e una nipote che rifiutano di farsi separare: dalle convenienze, dalle difficoltà della convivenza, perfino dalla morte. È una storia di formazione, quella di una donna che comprenderà come essere contenta non significhi accontentarsi. È una storia di cucina in cui l’ingrediente segreto esiste: è la generosità, la volontà di godere e di donare, in ogni attimo di ogni giorno. Senza dimenticare, aggiungerebbe Elisa, due dita di whisky.
La mia lettura
Io sono una nipote che ha amato moltissimo sua nonna materna, per me era luminosa, quando la guardavo vedevo solo dolcezza nell’azzurro dei suoi occhi e nel suo sorriso sdentato, perché mia nonna Rosa, non si è mai voluta mettere la dentiera o qualcosa di posticcio in bocca.
Quando ho deciso di leggere L’invenzione della felicità è stato proprio perché raccontava la storia di una nonna e una nipote, cercavo affetto, amore, l’ho trovato perché Benedetta Gargano con questo libro ha celebrato il legame esclusivo che aveva con nonna Elisa.
Chiaramente non ho potuto fare a meno di ripensare a nonni incontrati in altri libri o al cinema, mi è venuta in mente la nonna di Hillbilly Elegy e il nonno di Little miss sunshine o quel nonno alla guida di una Trabant, che sollevando una scatola di ricordi chiamata “resti”, mostrerà che Ogni cosa è illuminata, ho ripensato a quel trovarsi tra il “prima che sia troppo tardi” e l’“ormai è troppo tardi”, di Kent Haruf in Le nostre anime di notte o alla più recente nonna di Minari (il film di Lee Isaac Chung.), Soon-ja .
Se i nonni sono i “cantori della storia familiare”, i nipoti sono “luogo di speranza” e possibile risorsa come è stata Benedetta per sua nonna Elisa.
Ma quali “conseguenze” si hanno quando due generazioni nonna/nipote si confrontano, convivono? Benedetta mi ha dato l’impressione di voler “ricostruire” la sua storia personale e la narrazione della nonna, più “distaccata” temporalmente rispetto alla madre, le ha non solo testimoniato il passato, a lei che deteneva il futuro, ma le ha permesso di mettere insieme, recuperare, un nuovo senso della vita e della memoria.
In L’invenzione della felicità c’è l’essenza di un legame, nella lingua inglese ci sono termini come grandparenthood e grandchildhood che indicano il grado di parentela esprimendo anche la relazione tra nonni e nipoti. Grandchildhood non ha un corrispondente in italiano, dovremmo tradurlo come: nonnità, una parola che non esiste ma parafrasando nonna Elisa, «Bennussi’, ma se il papà del creaturiello ha registrato petaloso, noi non possiamo registrare Daipan?», quindi noi possiamo anche dire nonnità no?
L’invenzione della felicità è una storia a due voci, voci a confronto che ci mostrano come le due generazioni hanno elaborato valori specifici ma anche la capacità di reagire alle avversità, di mettersi in gioco e rischiare.
La famiglia di Benedetta è composta da lei e suo marito Paolo, l’assenza di figli nella coppia viene improvvisamente sostituita dalla presenza della nonna da accudire, questo arrivo viene vissuto quasi come un parto, tornare a casa con una nuova persona, qualcuno che si aggiunge alla coppia, impone l’inclusione nella pianificazione, nuovi ritmi e rituali e sacrifici dell’intimità se la nipote/madre prende a dedicarsi anima e corpo a questa persona che ama immensamente.
Nel rapporto tra Benedetta ed Elisa c’è anche la fase formazione/apprendimento, nonna Elisa imparerà a conoscere internet, i social network, i piaceri dell’iPad, l’entusiasmo di Elisa è contagioso, i suoi 97 anni non le impediscono di pensare in un’ottica di life-long learning.
Divertentissime sono le “Conversazioni con la nonna” che si alternano tra un capitolo e l’altro.
E’ un racconto sincero, mette a nudo Benedetta Gargano, le sue insicurezze, i fallimenti e le piccole vittorie personali, tutto vissuto con la giusta dose di malinconia, dolcezza e tanta tanta allegria, l’allegria dei sentimenti puri, dell’amore familiare che ha la forza di rigenerare, di consolidare.
L’ invenzione della felicità di Benedetta Gargano
Editore: Solferino
In commercio dal: 13 maggio 2021
Pagine: 304 p. € 17,00