Ma è poi giusto dividersi su una legge di civiltà quale quella che mira a punire in modo più duro chi aggredisce persone sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere? Mi chiedevo questo e ho pensato di intervistare sul punto l’ex Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio, Jacopo Marzetti, che si è sempre occupato di proteggere i dritti dei minorenni e ora è Commissario straordinario della Farmacap. Marzetti se ne esce con una soluzione da chi pensa fuori dalla scatola, che pare l’uovo di Colombo.
Avvocato Marzetti, anzitutto il domandone dell’estate 2021: è a favore o contro al DDL Zan?
“Ovviamente sono a favore di tutto quello che difende e supporta il nostro sistema sociale e costituzionale, ma qui il problema è talmente importante che non si può pensare di risolverlo con un braccio di ferro che spacchi in due il Parlamento. Si devono raggiungere due obiettivi allo stesso tempo: arrivare a un testo che protegga tutte le persone LGBTQ+, al di là del loro sesso e identità sociale, e far sì, contemporaneamente, che quel testo sia votato da tutto il Parlamento: non solo dal 51% contro il 49%”
Tutto il Parlamento? Già sarebbe enorme ottenere il voto in favore della Lega, impegnata nella sua corsa al Centro per sostenere l’europeista Draghi. Ma lei pensa anche a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni? Un partito che rivendica i suoi legami con regimi omofobici quali quelli di Orban in Ungheria?
“Certo, anche loro. E lo strumento è già bello e pronto. Mi riferisco alla Legge 71/2017 sul bullismo e cyberbullismo, a cui contribuirono tutti i gruppi con l’obbiettivo di tutelare tutti i soggetti minori. La mia idea è proprio che si presentino degli emendamenti a quella legge lì, una legge che per altro sappiamo già come funziona e che non ha creato nessun problema nella sua applicazione nelle scuole, anzi, è stata elogiata veramente da tutti: docenti, famiglie, studenti e associazioni. Sarebbe sufficiente emendare quella legge ed estenderla anche ai maggiorenni, facendo rientrare tutti i soggetti coinvolti nel ddl Zan: gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, persone in transizione.”
Ma tanto quanto il DDL Scalfarotto che il DDL Zan si proponevano di emendare una legge penale: la Legge Mancino. Lo fa anche la legge sul cyberbullismo?
“Certo che lo fa, dando tutela a chi è vittima di bullismo e cyberbullismo esattamente come quanto previsto dal ddl Zan.”
Sembra una buona soluzione, ma non tiene in conto della frustrazione della comunità LGBTQ+ che attende questa legge da almeno 40 anni. Tanto quanto si attende una legge di riforma sulle adozioni, che oggi non consente né alle coppie dello stesso sesso, né ai single di poter adottare. Il governo Renzi l’aveva promessa dopo l’approvazione delle unioni civli, ma poi si dimise dopo il referendum e nessun governo successivo ci ha messo mano. Si ha l’impressione che il sistema tenda a mantenere i bambini orfani nelle case-famiglia per una questione economica, altro che mettere gli interessi del bambino al centro di tutto.
“E’ necessario rivedere e attualizzare la nostra normativa, ma non credo che il modo migliore sia quello di produrre leggi nuove, che causano sempre grandi divisioni. E’ preferibile migliorare le leggi che già abbiamo. Sulle adozioni, su cui da Garante sono più volte intervenuto, c’è molto da fare. Ci sono a oggi migliaia di coppie idonee (ovvero che hanno superato tutti gli scogli amministravi e psicologici previsti dalla normativa) e ci sono migliaia di minori in case famiglia.”
Una situazione assurda, dove perdono tutti.
“Non solo, questi minori necessitano di un maggior controllo da parte delle istituzioni. E a causa di meccanismi altamente burocratici spesso ai minori non è data la possibilità di avere delle persone che si occupino di loro, supportandoli e integrandoli nel tessuto sociale. Un obiettivo che ho portato avanti già con la figura del Tutore volontario, che nel Lazio ha dato la possibilità a centinaia di minori stranieri non accompagnati di avere un vero supporto fino alla loro maggiore età.”