PromemoriaLa destra vuole un caffè con l’utopia (e magari con un po’ di humor)

La destra prende forse troppi caffè: ammiccare ai boh-ni-nonloso vax la espone alla perdita della propria base socio-elettorale. Come finirà?

Pensando a quanto detto e contraddetto da Giorgia Meloni e da Matteo Salvini in questi terribili mesi di pandemia, viene in mente a tanti di noi quella scena (cult) di Banfi apprendista cameriere del bar in vieni avanti cretino. C‘è la coppia che filosofeggia su un rapporto che non va:  Ci vuole humor? Qualcosa di speciale no? forse  ci vuole un po’ di utopia? Deve essere caldo, caldissimo. Non più normale, ma freddo freddissimo.  il povero Lino Banfi va e viene con le tazzine, una serie di equivoci fino alla totale pazzia. Una scena semplicemente irresistibile.  

Ebbene, in molti sono legittimati ad avere quel sospetto cantato da Riccardo Del Turco nel 1969  (ma cosa hai messo nel caffè/che ho bevuto su da te ) osservando una destra italiana alquanto disorientata, per usare un eufemismo.  Nei desideri la coalizione vorrebbe essere Una ma nella pratica è, per certi versi, Trina: ci sono i governisti (Forza Italia), i diversamente tali (Lega) e gli oppositori (Fratelli d’Italia ) quest’ultimi costretti alla modalità oppositiva anche a scapito di smentire le  proprie posizioni.  Un paradosso che sta portando a momenti di vero e proprio cortocircuito di pensiero per cui una mano non sa cosa sta facendo l’altra, non c’è coordinazione nei movimenti,  si rincorrono gli umori ma molti di loro intuiscono che parlare alla pancia del paese ha stancato, non ha più appeal. Si dirà che è il gioco delle parti ma non si sta facendo – almeno su alcuni punti – un gran servizio alla comunità. 

Massimo Gramellini sul Corriere lo definisce un salto logico incomprensibile , più prosaicamente credo si tratti di incapacità (sicuramente temporanea) a sostenere una posizione almeno entro le 24 ore. Non si spiegherebbe infatti l’inversione di significato che ha subito il green pass, invocato dalla Meloni dapprima come punto di mediazione per esercitare libertà economica e sociale e tutela della salute e oggi l’equivalente di un crimine contro l’umanità (gulp) o una violazione della libertà individuale. Ci manca solo appellarsi al tribunale internazionale dell’Aja e siamo alla frutta. 

Gli esponenti di FdI continuano indisturbati a parlare in televisione – ammiro la disinvoltura e l’assenza di imbarazzo –   del green pass come di uno strumento surrettizio (ops) dell’obbligo vaccinale ignorando incredibilmente che si andrebbe, in caso di mancata immunità di gregge,  a colpire la loro stessa base socio-elettorale ovvero tutta la galassia del lavoro privato e autonomo (imprenditori, commercianti, comparto turismo) che proprio con l’opzione certificato avrebbero margini di manovra, certezza di programmazione economica, rischio sicuramente più basso di avere perdite di fatturato.  

Aggiungiamo un elemento di novità che ci giunge dagli USA dove il partito repubblicano e i suoi think thank  fanno una clamorosa retromarcia rispetto alle posizioni trumpiane di un tempo riguardo alla vaccinazione.  La destra americana e i suoi media di riferimento (in primis Fox News che trasmette uno spot molto chiaro ) spingono alla vaccinazione per almeno tre motivi interconnessi tra loro. Anzitutto la quasi totalità delle vittime  (quasi il 99%) per la variante delta era non-vaccinata; poi c’è il nesso tra immunizzazione e crescita economica e che giustifica la proposta di obbligo di green pass per alcuni i “government workers” sia per gli stati della California e New York. Ed infine si guarda – con legittimo calcolo elettorale- alle elezioni di midterms del 2022. 

Quel che è certo è che la destra oltreoceano – tranne che da noi – prende pochi caffè ma buoni senza cercarvi dentro utopia, humor, 5G, microchip e dittature sanitarie varie.

Per parte mia va bene liscio e senza zucchero, grazie.

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