Licenziare l’intero personale con una mail puo’ essere anche una modalità anglosassone usata in diversi Paesi, questo almeno è quello che dicono coloro che difendono le prassi rudi di chi deve dismettere il capitale umano, come amano chiamarlo. Resta comunque insensato non aver attivato gli amortizzatori sociali e le prassi che il governo italiano mette a disposizione per agevolare le uscite e l’aiuto a chi perde il lavoro soprattutto in questa fase storica.
Ma tant’è che ci risiamo: proclami sulla buona Governance, sul benessere delle persone, l’ambiente e la responsabilità sociale. C’è un gusto marchettaro in tutto questo che fa sorgere dubbi sull’autenticità di impegni presi da molte aziende e da molti consigli di amministrazione. Eppure conosco professionisti, imprenditori, amministratori delegati e direttori generali, profondamente convinti del valore della diversità, dell’importanza dell’ESG e della necessità di renderla una realtà distintiva delle loro aziende. Non un vacuo slogan per meri fini comunicazionali o di valorizzazione del moltiplicatore d’investimento. Ma poi basta poco e cio’ che si è costruito negli anni, si perde dietro ai titoli giustamente critici dei media nazionali e non solo. Certo è, che ancora oggi, si fa fatica a valorizzare il lavoro sulle persone, l’attenzione al loro benessere e a dimostrare come chi sta bene produce anche meglio e maggiormente. L’accezione stessa con cui si definiscono le persone che lavorano all’interno dell’azienda, Risorse Umane o, peggio, Capitale Umano, presuppone una visione di sottile sfruttamento o materiale attenzione al loro contributo e non aiuta a focalizzare invece aspetti piu’ immateriali, invisibili, profondi del contributo umano. Come spesso ricordo, è l’ignoranza che causa tanti guai a questo mondo e basterebbe studiare meglio come si produce prosperità, per utilizzare processi e strumenti che ottimizzino il risultato delle nostre aziende basandosi appunto sul rispetto e la tutela della salute delle persone. Esistono molti studi, dati ed esperienze che dimostrano come si risparmierebbero parecchi soldi se si fosse piu’ lungimiranti sulle tematiche dello stress occupazionale e del benessere delle persone. Eppure siamo ancora qui a perdere tempo su vacui slogan e sulla disperazione di chi lavora nell’umiltà e nella fatica quotidiana.
14 Luglio 2021