GovernDanceLa lungimiranza: una competenza sottovalutata

L'ignoranza è la vera causa di malessere e confusione e si esprime con arroganza e superficialità

Resto francamente basita davanti ai titoli che oggi riportano le parole di Biden sulla difficoltà inaspettata della evacuazione dall’Afghanistan. Non voglio entrare nel merito di cio’ che la politica, la geopolitica, l’economia, la socio-politica e qualsiasi altra disciplina si sia espressa sul tema, ha stigmatizzato. Mi voglio fermare soltanto agli ultimi giorni prima del disastro che oggi è sotto i nostri occhi. Voglio lanciare una riflessione squisitamente organizzativa, quasi stessimo guardando ad una evacuazione per qualche futile emergenza di uno stabilimento qualsiasi di una qualsiasi azienda. Nulla di pianificato, nessun crisis management, nessun piano B , nessuna tutela reale delle vite umane che sono coinvolte dalla necessaria evacuazione. Un po’ cio’ che è accaduto nei piani di emergenza pre- covid: nessuno scenario aveva previsto la pandemia.
Eppure esiste una facoltà che alcune persone in particolare hanno, definita come lungimiranza. E’ una competenza raramente citata oggi. Ricordo che negli anni ’80, gli anni della mia formazione, veniva citata molto piu’ spesso fra le attitudini importanti che deve avere un leader. Saper immaginare possibili scenari futuri, o piu’ semplicemente, saper “annusare” quali conseguenze si possono scatenare dopo una presa di decisione espressa in un contesto specifico. Saper prevedere con ragionevole buon senso, cosa si puo’ scatenare dopo un imprevisto e pianificarne la gestione onde evitare ulteriori aggravamenti nell’ambiente organizzativo o circostante. Insomma, quando si dice “avere naso” per prevenire l’inevitabile.
Dichiarare che “L’evacuazione di Kabul è fra le piu’ difficili della storia”, oggi, come riportato dall’Ansa, equivale a fare un’operazione maldestra di presa in giro di chi ascolta e legge, delle persone che non sono ai posti di comando, ma che ben sanno che le difficoltà oggi non sono legate alla scaltrezza dei cosiddetti talebani o alla violenza scomposta che agiscono, ma all’inettitudine di chi non si è preoccupato di prevenire, pianificare, gestire l’ovvia conseguenza di 20 anni di superficiale arroganza. Le persone vanno accudite, accompagnate; l’ignoranza va sconfitta con l’esempio e con l’insegnamento di modi diversi di affrontare cio’ che l’abitudine antica ha costruito negli anni. Ancora una volta è l’ignoranza il problema e, aihmè, questa va sempre a braccetto con l’arroganza e la superficialità. Quando saremo in grado di agire per sradicarla, allora vivremo in un mondo migliore. L’emergenza Covid è ancora nel pieno, aziende internazionali, non ultima Apple, ha annunciato che si starà in smartworking per altro tempo e non è l’unica, cosi come impera la confusione sul green pass, sull’apertura delle scuole in sicurezza e non c’è certezza sull’autunno in ripresa. Ed è solo combattendo l’ignoranza che nessuno sarà lasciato indietro.

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